Gli Stati Uniti dislocano navi da guerra nei Caraibi e davanti al Venezuela per combattere la droga. Nicolas Maduro, il dittatore narco-socialista del Venezuela, è egli stesso capo di un cartello dotato di forze armate che continuano ad opprimere una nazione in nome del “socialismo del XXI secolo”. Che gli Usa si preparino ad intervenire a Caracas?
di Stefano Nitoglia
Grandi manovre aereo-navali degli Stati Uniti in corso al largo delle coste del Venezuela. Nelle manovre risulta impegnata la nave d’assalto anfibia USS “Iwo Jima”, armata con missili navali RAM e Sea Sparrow: il Sea Sparrow è la versione navale del missile aria-aria Sparrow, con guida radar semi-attiva, mentre il RAM è un sistema di difesa missilistica avanzato che integra guida infrarosso e radar per una risposta rapida e autonoma contro minacce come missili antinave. La USS “Iwo Jima” viene descritta dal Pentagono come una forza letale, in grado di rispondere a contingenze globali. L’amministrazione Trump ha annunciato l’invio di altre due navi da guerra: l’incrociatore lanciamissili USS Erie e l’USS “Newport News”, un sottomarino d’attacco rapido a propulsione nucleare, che arriveranno nella regione la prossima settimana. L’obiettivo è quello di dispiegare navi da guerra con oltre 4.000 soldati per pattugliare le coste del Venezuela e dei Caraibi.
Il motivo ufficiale fornito dagli Stati Uniti per giustificare queste manovre è quello di frenare il traffico di droga in Venezuela. Secondo la rivista online degli anticastristi in esilio in Florida, Diario las Americas del 28 agosto 2025, la Casa Bianca ha avvertito che l’amministrazione di Donald Trump «è pronta a usare ogni elemento del potere degli Stati Uniti» per arginare il traffico di droga dal Venezuela e assicurare alla giustizia i responsabili, senza escludere un’azione militare. Lo stesso Ministro degli Interni del Venezuela e numero due del regime dittatoriale bolivariano, Diosdado Cabello, ha ammesso il coinvolgimento del Venezuela nel traffico di droga, dichiarando che le Forze armate nazionali (FAN) – ufficialmente proclamate “bolivariane” da Hugo Chavez, ispirandosi alla figura di Simon Bolivar (1783–1830), generale e rivoluzionario venezuelano – dispongono di un cantiere navale per la costruzione di sottomarini destinati al narcotraffico nello stato di Delta Amacuro.
Il defunto ex-presidente venezuelano Hugo Chávez (1954–2013) è stato fautore di un modello politico antimperialista, contro la cosiddetta globalizzazione neoliberista e la politica estera statunitense. La sua politica, denominata “chavismo”, è stata caratterizzata dalla commistione di bolivarismo, teologia della liberazione, marxismo d’ispirazione guevarista e castrista, terzomondismo e nazionalismo di sinistra, che, assieme al cosiddetto “socialismo del XXI secolo”, hanno costituito l’asse portante dell’ideologia del suo partito. Programma ora portato avanti dal dittatore socialcomunista Nicolás Maduro, che ha represso e continua a reprimere senza pietà ogni forma di dissenso al regime.
Molti si domandano se le manovre aereo-navali americane possano preludere ad un’invasione del Venezuela. La portavoce presidenziale statunitense Karoline Leavitt ha evitato di rispondere a una domanda sul tema: «Non voglio anticipare il presidente», ha detto, ma ha insistito sul fatto che Washington non resterà a guardare di fronte al regime di Nicolás Maduro, definito «non legittimo» e «narcoterroristico». Sulla testa di Maduro, leader del Cartello dei Soli (Cártel de los Soles), organizzazione venezuelana diretta da membri dell’Alto Comando militare delle Forze armate del Venezuela, che sarebbero implicati nel traffico internazionale di droga, pende una taglia di 50 milioni di dollari, offerta dagli USA nel 2022 in 15 milioni di dollari e aumentata recentemente dall’amministrazione Trump a 50 milioni.
Naturalmente il dittatore chavista si difende e sfida gli Stati Uniti, contando sul fatto che le Forze Armate venezuelane conterebbero 4,5 milioni di miliziani – cifra, però, contestata dagli specialisti in materia – e invitando i venezuelani ad arruolarsi nell’esercito. «Dopo 20 giorni consecutivi di annunci, minacce, guerra psicologica, dopo 20 giorni di assedio alla nazione venezuelana, oggi siamo più forti di ieri, oggi siamo meglio preparati a difendere la pace, la sovranità e l’integrità territoriale», ha detto Maduro durante un discorso davanti a esponenti dell’esercito. «Niente sanzioni, niente blocchi, niente guerra psicologica, niente assedio», ha continuato. «Non ci sono riusciti, né ci riusciranno; non c’è modo che riescano a entrare in Venezuela».
Vedremo come si evolverà la situazione, cioè se Trump arriverà fino all’invasione del Venezuela, oppure sceglierà un’altra via, meno cruenta.
Martedì, 2 settembre 2025
