In 62 paesi su 196 nel mondo sono in atto forme persecutorie che negano uno dei diritti basilari dell’essere umano, secondo la dottrina della Chiesa. Pesano le guerre in atto e l’accentuarsi di forme più o meno radicali di discriminazione, soprattutto ai danni dei cristiani, ma ci sono anche timidi segnali di miglioramento
di Stefano Nitoglia
Il 21 ottobre scorso, nell’auditorium del Pontificio Istituto Patristico Augustinianum, è stato presentato il “Rapporto 2025 sulla Libertà religiosa nel mondo” realizzato dalla Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre-ACS. Il rapporto è stato ideato e realizzato nel 1999 dall’allora direttore di ACS Italia Attilio Tamburrini (1946-2022), nonché cofondatore e Reggente Regionale per il Lazio di Alleanza Cattolica, e analizza con dovizia di particolari e in modo scientifico la situazione della libertà religiosa nel mondo. Nell’anno precedente, il 1998, ACS aveva pubblicato un “Rapporto sulla libertà religiosa nei paesi a maggioranza islamica”, realizzato da Andrea Morigi, Vittorio Vernole e Priscilla Di Thiene
I saluti istituzionali di benvenuto sono stati porti da Regina Lynch, presidente esecutivo di ACS International, dalla presidente di ACS Italia, Sandra Sarti e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Sarti e Mantovano hanno, tra l’altro, ricordato con simpatia affetto la figura dell’ideatore del rapporto, Attilio Tamburrini. Il discorso di apertura è stato fatto da S. Em.za il cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, mentre il Rapporto è stato presentato da Marta Petrosillo, Direttore responsabile del Rapporto medesimo. Le sessioni sono state moderate da Alessandro Gisotti, Vicedirettore Editoriale dei Media Vaticani. Tutto si è articolato in due panel, uno nella mattina e l’altro nel pomeriggio, nei quali hanno parlato diverse personalità religiose, del mondo accademico e civile. Particolarmente emozionante è stata la testimonianza della pakistana cattolica Shagufta Kausar, che ha ricordato i suoi terribili otto anni passati nelle carceri pakistane perché falsamente accusata di “blasfemia”, secondo le leggi discriminatorie nei confronti delle minoranze religiose vigenti in quel Paese.
Suscita particolare impressione la cartina, inserita nella sintesi del Rapporto distribuito ai partecipanti, che colora in rosso e in arancione i Paesi nei quali una religione viene discriminata (arancione) o perseguitata (rosso), che sono la quasi maggioranza dei paesi del Medio e dell’Estremo Oriente, della Federazione Russa e dei suoi satelliti, la maggior parte dei paesi dell’Africa Centrale e del Nord, un pase dell’America del Nord, precisamente il Messico, diversi paesi dell’America Latina, come il Venezuela, e dell’America Centrale, come il Nicaragua.
La libertà religiosa è violata in 62 dei 196 paesi del mondo, 24 dei quali soffrono persecuzione e 38 soffrono discriminazione. Il 64,7% della popolazione mondiale- quasi 5,4 miliardi di persone- vive in paesi con violazioni gravi o molto gravi della libertà religiosa.
L’autoritarismo è la principale minaccia alla libertà religiosa, con 52 paesi, seguono poi l’estremismo religioso, in 25 paesi, il nazionalismo etno-religioso, in 6 paesi e la criminalità organizzata, in 3 paesi. In 31 paesi la libertà religiosa non è garantita dalla legge, in 50 paesi la legge è uguale per tutti sulla carta ma non nella pratica, in 34 paesi non è consentito cambiare religione, in 53 paesi la pressione sociale causa discriminazioni o persecuzioni nonostante legge neutrali.
Dal 2023 in ben 44 paesi si sono registrati omicidi per motivi religiosi, in 29 paesi sono avvenuti rapimenti per motivi religiosi e in 21 paesi i social media sono stati usati per diffondere odio contro le minoranze religiose. In 56 paesi i leader religiosi sono tra gli obiettivi di attacchi motivati da odio religioso: 18 paesi in Asia e Oceania; 13 paesi in Africa Sub-Sahariana; 10 paesi in Medio Oriente e Nordafrica; 9 paesi in Europa; 6 paesi in America Latina e Caraibi. In 57 paesi si registrano attacchi contro i luoghi di culto, 20 paesi in Asia e Oceania, 12 paesi in Africa subsahariana; 11 paesi in Medio Oriente e Nordafrica; 9 paesi in Europa; 5 paesi in America Latina e Caraibi. In 46 paesi la “blasfemia”, nozione che comprende anche una semplice e non violenta critica all’Islam, è punita dalla legge. In 13 di questi 46 paesi le pene possono includere l’ergastolo o la pena di morte, in 30 paesi sono previste pene detentive più brevi, fino a 5 anni. In questi 46 paesi le prospettive per la libertà religiosa sono considerate negative o addirittura allarmanti
In Medio Oriente e Nordafrica l’islamizzazione della vita pubblica è una tendenza in crescita in diverse aree della regione. Il terrorismo jihadista nella regione non ha raggiunto i livelli del 2014, anno di massima espansione territoriale dell’Isis, ma a partire dal 2023 è tornato a crescere, in particolare in Siria, paese in cui ci segnala nella parte centrale una riemersione dell’Isis, favorita dai vuoti di sicurezza generati dai recenti cambiamenti nelle strategie internazionali di contrasto al terrorismo. In Afghanistan la libertà religiosa non esiste più dal ritorno al potere dei talebani nel 2021. In Pakistan è in vigore la legge anti-blasfemia, che viene usata soprattutto contro i cristiani, con pene che arrivano fino alla morte. In Israele la guerra ha ampliato il divario tra popolazione ebraica e araba. I cristiani sono stati presi di mira da estremisti ebraici mentre il conflitto ha anche innescato un’ondata di antisemitismo in tutta la regione. Il Rapporto segnala però anche alcuni modesti sviluppi promettenti in materia di libertà religiosa, come la proposta di una legge sullo statuto personale per i cristiani in Egitto e l’inaugurazione della “Casa della Famiglia Abramitica” ad Abu Dhabi, favorita a suo tempo da Papa Francesco.
I paesi OSCE, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, che si definisce come la più grande organizzazione regionale di sicurezza al mondo, suddivisi in quelli a “Est di Vienna” e quelli a “Ovest di Vienna”, prevedono negli ordinamenti una qualche forma di tutela costituzionale della libertà religiosa; tuttavia, il grado di effettiva applicazione di tale diritto varia considerevolmente da paese a paese. In seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 contro Israele e allo scoppio della guerra a Gaza, nella regione “a Ovest di Vienna” si è registrato un forte incremento degli episodi antisemiti e antislamici. In Francia gli atti antisemiti sono aumentati di oltre il 1000% nel solo 2023, mentre quelli di odio contro i musulmani sono cresciuti del 29%. La guerra in Ucraina, scoppiata nel febbraio del 2022 a seguito della aggressione della Russia, ha comportato violazioni della libertà religiosa da entrambe le parti. Nei territori occupati dalla Russia le autorità hanno sistematicamente represso le confessioni religiose o i membri del clero sospettati di simpatizzare con Kiev. Particolarmente colpite sono state la Chiesa Ortodossa Ucraina e la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina. Dall’altro canto, l’Ucraina ha adottato misure contro organizzazioni religiose e civili sospettate di legami con Mosca. In Spagna gli attacchi alle chiese sono stati frequenti. In Italia, 41 attacchi su 42 hanno preso di mira edifici ecclesiastici e luoghi di culto. In Francia si sono registrati circa 1000 episodi anticristiani, il 90% dei quali ai danni delle proprietà religiose. Negli Stati Uniti gli attacchi contro le chiese sono raddoppiati dal 2022 al 2023, alcuni legati alle proteste per l’aborto seguite alla sentenza della Corte Suprema Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization, che ha abrogato il diritto costituzionale federale all’aborto. Esiste, inoltre, in queste zone una cosiddetta persecuzione “educata”, svolta in forme non violente ma coercitive di oppressione, attuate tramite pratiche amministrative, norme sociali e leggi, che di fatto emarginano i cristiani ed escludono la fede dallo spazio pubblico. Sempre in questa area si assiste a un progressivo indebolimento del diritto all’obiezione di coscienza nel caso dell’aborto. Tra le 50 raccomandazioni delle linee guida per l’assistenza all’aborto dell’8 marzo 2022 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS del programma delle Nazioni Unite per la riproduzione umana, si afferma che vi sarebbe un obbligo, fondato sui diritti umani, di garantire che l’obiezione di coscienza non ostacoli l’accesso a “cure abortive di qualità”. Il rapporto sostiene, infatti, che l’obiezione di coscienza continua a costituire un ostacolo all’accesso “a cure abortive”.
Il rapporto denuncia, altresì, l’asse ideologico della sinistra latino-americana mediante i suoi regimi autoritari. In particolare, si denuncia la potente alleanza dei partiti di sinistra ideologica, nota come “Foro di São Paulo”, fondato nel 1990 a San Paolo del Brasile, che riunisce partiti politici provenienti da 24 paesi con l’obiettivo dichiarato di rafforzare l’unità della sinistra, proporre alternative al neoliberismo e favorire l’integrazione regionale. In America Latina la libertà religiosa viene sempre più sacrificata in nome del conformismo ideologico. Nel 2023 e nel 2024 almeno 13 leader religiosi sono stati uccisi in Messico, Colombia, Ecuador, El Salvador, Guatemala e Honduras. Altri 16 missionari e laici sono stati assassinati in contesti pastorali in Ecuador, Haiti, Honduras e Messico. Nello stesso biennio Cuba, Nicaragua e Venezuela hanno adottato nuove normative che hanno rafforzato il controllo statale sulle attività religiose, aumentando il rischio di criminalizzazione, in particolare per le comunità non registrate ufficialmente. A Cuba il codice penale, entrato in vigore nel 2022, punisce la partecipazione ad associazioni non autorizzate, colpendo in particolare le chiese evangeliche non riconosciute. Il nuovo codice, inoltre, ha introdotto il concetto di “abuso della libertà religiosa” e limitato la possibilità per i genitori di educare i figli secondo i propri principi di fede. In Nicaragua nuove leggi hanno autorizzato lo Stato a revocare la cittadinanza a quanti sono considerati dei “traditori”, inclusi i leader religiosi. In Venezuela una legge del 2024 ha imposto alle organizzazioni non governative ONG di dichiarare le proprie fonti di finanziamento, penalizzando soprattutto le ONG dipendenti dai fondi esteri. Il Messico rimane uno dei contesti più pericolosi al mondo per i leader religiosi. 5 dei 13 omicidi di leader religiosi registrati nella regione tra il 2023 e il 2024 si sono verificati in Messico. Numerosi religiosi continuano inoltre a subire estorsioni e minacce da parte della criminalità organizzata, soprattutto nelle comunità in cui la chiesa è attiva in ambito sociale e umanitario.
Nel corso del Convegno è stata sottoscritta dai numerosi partecipanti, tra i quali diverse autorità religiose e civili, una petizione per la libertà religiosa rivolte alle istituzioni internazionali e ai governi democratici, nella quale si propone di condannare pubblicamente tutte le forme di persecuzione religiosa, di fare della libertà religiosa una priorità nelle loro politiche estere e nelle relazioni diplomatiche, di adottare misure adeguate nei confronti dei regimi che violano sistematicamente questo diritto fondamentale, intraprendere azioni concrete, inclusi interventi sul piano educativo e normativo, per prevenire le violazioni, assicurare una protezione effettiva del diritto alla libertà religiosa e promuovere lo sviluppo socio-economico delle minoranze religiose, di garantire, inoltre, una protezione effettiva alle comunità religiose a rischio, in particolare nei paesi colpiti da violenza settaria o estremismo religioso, al fine di prevenire la migrazione forzata e tutelare il loro diritto a rimanere nelle proprie terre e abitazioni, di fornire assistenza legale e umanitaria ai singoli individui e gruppi perseguitati a causa della loro fede. La petizione si può firmare anche online, cliccando su www.acniInternational.org/it/petizione. La campagna è attiva fino a novembre 2026 e si concluderà durante la “Red Week”, quando migliaia di monumenti e edifici in tutto il mondo saranno illuminati di rosso, in segno di solidarietà con i cristiani perseguitati.
Venerdì, 31 ottobre 2025
