di Daniele Fazio
Un caro amico e maestro ha raggiunto le eterne dimore.
Il prof. Carmelo Bonvegna ha vissuto un’esistenza militante, opponendosi con fierezza alla scristianizzazione dell’Italia sin da giovane studente all’Università cattolica di Milano, affrontando il famigerato ’68 da cattolico contro-rivoluzionario.
Se la piccola famiglia culturale di Alleanza cattolica nel messinese oggi esiste, il merito è suo, che, di rientro da Milano, in quegli anni turbolenti, non ha taciuto e ha mostrato una cultura cattolica non succube, ma alternativa al compromesso e all’annacquamento, mettendo in contatto un primo nucleo di giovani con figure e ambienti che organizzavano una resistenza alla rivoluzione antropologica.
Qualche anno fa, a ragione, e con umana soddisfazione e commozione a distanza di più di cinquant’anni da quell’inizio, vedendo i frutti, esclamò: “siete tutti miei figli!”.
Ho goduto di lunghe telefonate durante i periodi dell’anno in cui risiedeva a Rozzano e per molte estati delle sue riflessioni e dei suoi consigli, andandolo a trovare presso la sua casa rodiese. Così pure indimenticabile rimane, nella mia mente e nel mio cuore, la sua guida attraverso i luoghi di storia e di arte di Milano durante un mio soggiorno presso il capoluogo lombardo.
Se c’è una persona che sono sicuro abbia letto nei minimi dettagli i miei libri e miei scritti questo è il caro Linuccio Bonvegna.
Ne parlavamo spesso e lo pregavo di segnalarmi i refusi che agli occhi di un autore per uno strano gioco ottico-cerebrale si nascondono impunemente. Lui, da docente di Lettere, non si sottraeva e in brevissimo tempo con estrema professionalità mi richiamava per il responso.
Ho avuto il piacere della sua presenza, nonostante i suoi acciacchi e con non poca fatica, alla presentazione a Rodí Milici, del mio ultimo volume nella piazzetta di San Filippo nello scorso Agosto. Anche in quell’occasione ha donato a me e ai presenti le sue riflessioni.
Da uomo che ha conosciuto e coltivato la bellezza della Tradizione, ha amato Rodí Milici e le piccole tradizioni, tanto da dedicare studi etnoantropologici significativi che salvano un mondo che diversamente sarebbe caduto nell’oblio.
La ricerca sul campo gli aveva permesso di intrecciare legami profondi con tutti i rodiesi, alimentati dal suo tratto umano nobile e generoso. L’estate rodiese non sarebbe stata pensabile senza la sua presenza itinerante che attraversava vie e piazze consultando anziani e donando ai più giovani le sue riflessioni stampate su fogli A4 su fatti di attualità recanti un giudizio sempre chiaro e lucido, ispirato ai principi naturali e cristiani.
Finalmente aveva completato un’ultima opera, il vocabolario rodiese, che adesso resta come un’importante eredità da rendere fruibile.
La prima domenica di Settembre, l’imperscrutabile disegno divino, gli ha donato l’ultima gioia terrena: partecipare alla festa di Maria SS. di Lourdes, ascoltando il tradizionale canto del Salve Regina che, da tenore, per decenni aveva cantato e salutare la statua della Madonna innanzi a casa sua con “il Viva Maria!”
Adesso nelle dimore eterne si unisce al canto sublime degli angeli. Noi “suoi figli” ci uniamo con la preghiera di suffragio al dolore della sua cara famiglia, riconoscendo in lui un esempio cui guardare con molta ammirazione (df).
Giovedì, 30 ottobre 2025
