Giovanni Paolo II, Cristianità n. 232-233 (1994)
Riflessione al Regina coeli, del 17-4-1994, in L’Osservatore Romano,18/19-4-1994; titolo del quotidiano vaticano.
La famiglia viene prima dello Stato
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Ho già avuto modo, anche scrivendo ai Capi di Stato di tutto il mondo, di esprimere dolorosa sorpresa per alcuni orientamenti emersi in preparazione della Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo, convocata dall’ONU al Cairo per il prossimo mese di settembre.
A nessuno sfugge l’importanza di tale assise, posta di fronte ad alcune delle maggiori sfide che oggi interpellano l’umanità.
I temi all’ordine del giorno non sono, infatti, questioni di pura organizzazione «tecnica» della vita sociale, da delegare esclusivamente ad economisti, sociologi, e politici; toccano infatti una sfera vitale in cui tutti siamo direttamente coinvolti. È in questione il modo di concepire la vita umana nei settori decisivi della sessualità e della famiglia. Davanti a problematiche tanto complesse nessuno può tirarsi in disparte, come se esse non lo riguardassero.
Ecco perché voglio dare oggi ulteriore eco a questa mia sentita preoccupazione, facendo appello a tutte le coscienze, agli animi liberi che non si lasciano irretire da logiche di schieramento o da interessi economici e politici. Mi rivolgo a quanti sanno resistere ai modelli dilaganti di una fatua libertà e di un falso progresso, che, visti in profondità, costituiscono invece forme di schiavitù e di regresso, perché indeboliscono l’uomo, il carattere sacro della vita e la capacità di un vero amore. Ciò che viola la norma morale non è mai una vittoria, ma una sconfitta per l’uomo, che lo rende vittima di se stesso.
2. In questo Anno internazionale della Famiglia ci saremmo aspettati una riscoperta e un rilancio del principio affermato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, secondo cui la famiglia è «l’elemento naturale e fondamentale della società» (art. 16, 3). Per tale suo carattere, essa non è un’istituzione che si possa modificare a piacimento: la famiglia appartiene al patrimonio più originario e sacro dell’umanità! Viene anche prima dello Stato, che è tenuto a riconoscerla e ha il dovere di tutelarla sulla base di evidenze etico-sociali facilmente comprensibili e da non trascurare mai.
Ciò che minaccia la famiglia, in realtà, minaccia l’uomo. Questo è ancora più vero quando si parla di un presunto «diritto all’aborto». È oggi urgente più che mai reagire contro modelli di comportamento che sono frutto di una cultura edonistica e permissiva, per la quale il dono disinteressato di sé, il controllo degli istinti, il senso della responsabilità sembrano nozioni legate ad un’epoca ormai superata. Mi domando: a quale società porterà questo permissivismo etico? Non ci sono già sintomi preoccupanti che fanno temere per il futuro dell’umanità?
3. Affido al cuore materno di Maria questi interrogativi, mentre li propongo alla riflessione di quanti hanno a cuore il vero bene dell’uomo e di ogni uomo. Non è mia intenzione indulgere al pessimismo e all’allarmismo; ritengo però mio preciso dovere elevare forte la voce della Chiesa a proposito di una causa così importante. La Vergine Santa parli ai cuori, faccia passare queste mie parole oltre le barriere ideologiche e politiche, perché su questi argomenti fondamentali si cerchi e si trovi un rinnovato consenso tra tutti gli uomini di veramente buona volontà.
Giovanni Paolo II