di Antonio Mondelli
Martedì 15 ottobre, dopo diverse settimane di dibattito parlamentare, l’Assemblea Nazionale ha adottato ad ampia maggioranza e in prima lettura un testo di legge di argomento bioetico.
Tra le principali misure previste spicca l’estensione della fecondazione artificiale (PMA) alle coppie lesbiche e alle donne non sposate, e l’introduzione nell’ordinamento giuridico di un nuovo modello di famiglia che prevede, ancora per le coppie lesbiche, il riconoscimento “parentale” davanti al notaio. Così, in ossequio a un principio di uguaglianza giuridica che prende il sopravvento sulla realtà naturale, anche la madre che ha partorito avrà bisogno di recarsi dal notaio per riconoscere il proprio figlio.
I 359 deputati che hanno votato a favore della legge, come ha brillantemente argomentato Agnes Thill, già socialista e oggi rappresentante di La République en marche, «[…] hanno superato i limiti della propria condizione [umana]e si sono trasformati in demiurghi, permettendosi di privare alcuni nascituri della figura del padre». E, sempre rivolgendosi ai parlamentari, ha aggiunto: «chi siete voi per permettere questa mutilazione? La vostra legge è criminale».
Sulla stessa linea, ma fuori dal parlamento, rivolgendosi a quanti qualche ora prima avevano approvato la legge, mons. Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi, celebrando nella basilica di Santa Clotilde la tradizionale Messa per i parlamentari come ogni 15 ottobre, ha ricordato che «tutte queste scoperte fantastiche rischiano di renderci orgogliosi. L’orgoglio ci rende pretenziosi e la presunzione ci rende pericolosi. Noi crediamo di dominare la natura ed ecco che la natura muore tra le nostre mani e a causa delle nostre mani. Noi pensiamo di dominare la vita e attraverso di essa di determinare le regole della filiazione. Questa follia ci condurrà agli stessi errori e agli stessi pericoli oggi denunciati dall’ecologia. […] Abbiamo la scienza, ci sia possibile avere anche la saggezza».
Evidentemente la saggezza l’hanno avuta sia i 114 deputati (in prevalenza appartenenti al Partito Repubblicano) che hanno votato contro sia le centinaia di migliaia di persone che, domenica 6 ottobre, al grido di «Marchons enfants», sono scese in piazza per manifestare il proprio dissenso. Ma soprattutto la saggezza non è stata abbandonata dalla Chiesa che è in Francia, la quale, con toni, modalità ed approcci differenziati, ha provato a più riprese a risvegliare e a illuminare le coscienze dei francesi, ricordando che ‒ per utilizzare le parole di mons. Aupetit ‒ «tutti abbiamo una coscienza, e se la nostra coscienza ci dice che dietro una legge si staglia qualcosa di grave, allora dobbiamo reagire; non farlo sarebbe un tradimento».
Venerdì, 18 ottobre 2019