Mons. Giuseppe Casale, Cristianità n. 143 (1987)
Uno dei maggiori problemi della vita nazionale in una dichiarazione trascritta integralmente da Comunità in dialogo. Notizie, anno LXVI, n. 2, 9-3-1987. Il titolo è redazionale.
Un’autorevole presa di posizione
L’impegno politico dei cattolici e la Democrazia Cristiana
L’impegno politico dei cattolici non può non fondarsi su un’esperienza di fede vissuta nella comunità cristiana. Tale esperienza illumina la mente e forma la coscienza per portare, personalmente o in gruppo, nella vita sociale la forza culturale della fede. Il loro compito non è quello di convertire anime, ma di promuovere il bene comune. Guai, però, se questa azione mancasse di quella luce della fede che aiuta a discernere qual è il bene comune nel rispetto dei princìpi di libertà, dignità, solidarietà umana. E questo si apprende vivendo una reale esperienza di fede. L’ispirazione cristiana non può ridursi ad un vago riferimento ideologico poiché la fede non è una ideologia. È un’esperienza. Né può un partito pretendere di essere il luogo in cui si mediano le varie spinte del mondo cattolico. È piuttosto il luogo in cui i cattolici debbono dar corpo — ripeto ancora, con personale responsabilità — alle istanze di giustizia sociale che dalla visione di fede derivano.
È certamente un impegno rischioso, ma esaltante. Perché non si tratta di reggere faticosamente logori equilibri, ma di proporre con originalità le soluzioni che rendono la società più umana, secondo il progetto di Colui che facendosi uomo indica e garantisce lo spazio per l’umana libertà.
Su questo tema è urgente che, in clima di leale dialogo, gli uomini della D.C. riflettano insieme alle varie associazioni e gruppi cattolici, confrontandosi anche con quanti nella Chiesa hanno responsabilità di guida. Non si tratta di mantenere un potere: la posta in gioco è molto più impegnativa. Si tratta di non far mancare alla società di oggi l’indispensabile aiuto che viene dalla Redenzione di Cristo. Senza la luce della Redenzione la società non può realizzare la sua verità.
Se l’uomo è la via della Chiesa, come afferma Giovanni Paolo II, i cattolici debbono rendere presente la forza liberante di Cristo.
Quando è in gioco il destino dell’uomo in questo nostro Paese che si ritrova diviso ed in balìa di un potere politico che ha sostituito al servizio l’interesse di parte e il tatticismo deteriore, non è più possibile indugiare. Consapevole della gravita del momento, a quanti lavorano nella D.C. chiedo di non continuare su una strada che è senza via di uscita. Se è vero, come molti affermano, che la D.C. è fondamentale per il bene del nostro Paese (e ne sono personalmente convinto) occorre che la D.C. sia se stessa ritrovando le ragioni ideali della sua azione.
+ Giuseppe Casale
Vescovo di Vallo della Lucania