Pio XI, Cristianità n. 139-140 (1986)
Enciclica Caritate Christi compulsi, dei 3-5-1932, in Le encicliche sociali dei Papi. Da Pio IX a Pio XII (1854-1956), 4a ed. corretta e aumentata, Studium, Roma 1956, pp. 530-534. Titolo redazionale.
Per un fronte unito contro i nemici di Dio e del genere umano
Approfittando di tanto disagio economico e di tanto disordine morale i nemici di ogni ordine sociale, si chiamino essi comunisti o qualunque altro ne sia il nome, — ed è questo il male più tremendo dei nostri tempi — audacemente si adoperano a rompere ogni freno, a spezzare ogni vincolo di legge divina o umana, ad ingaggiare apertamente e in segreto la lotta più accanita contro la religione, contro Dio stesso, svolgendo il diabolico programma di schiantare dal cuore di tutti, perfino dei bambini, ogni sentimento religioso, poiché sanno molto bene che, tolta dal cuore dell’umanità la fede in Dio, essi potranno fare tutto quello che vorranno. E così vediamo oggi quello che mai si vide nella storia, spiegate cioè al vento senza ritegno le sataniche bandiere della guerra contro Dio e contro la religione in mezzo a tutti i popoli e in tutte le parti della terra.
Non mancarono mai degli empi, non mancarono mai neppure dei negatori di Dio; ma erano relativamente pochi, singoli e singolari, e non osavano o non credevano opportuno di svelare troppo apertamente il loro empio pensiero, come pare voglia insinuare lo stesso ispirato Cantore dei Salmi, quando esclama: «Disse lo stolto in cuor suo: Dio non c’è» (Ps., XIII, e LII, 1). L’empio, l’ateo, uno fra la moltitudine, nega Dio, suo Creatore, ma nel segreto del suo cuore. Oggi invece l’ateismo ha già pervaso larghe masse di popolo; con le sue organizzazioni si insinua anche nelle scuole popolari, si manifesta nei teatri, e per diffondersi si vale di proprie pellicole cinematografiche, del grammofono, della radio; con tipografie proprie stampa opuscoli in tutte le lingue; promuove speciali esposizioni, pubblici cortei; ha costituito propri partiti politici, formazioni economiche e militari proprie. Questo ateismo organizzato e militante lavora instancabilmente per mezzo dei suoi agitatori, con conferenze e illustrazioni, con tutti i mezzi di propaganda occulta e manifesta in tutte le classi, in tutte le strade, in ogni sala, dando a questa sua nefasta operosità l’appoggio morale delle proprie Università e stringendo gli incauti tra i vincoli potenti della sua forza organizzatrice. Al vedere tanta operosità posta al servizio di una causa così iniqua, ci viene davvero spontaneo alla mente ed al labbro il mesto lamento di Cristo: «I figli di questo secolo sono nel loro genere più avveduti dei figli della luce» (Luca, XVI, 8).
I duci poi di tutta questa campagna di ateismo, traendo partito dalla crisi economica attuale, con dialettica infernale cercano la causa di questa universale miseria. La santa Croce del Signore, simbolo di umiltà e povertà, viene posta insieme coi simboli del moderno imperialismo, come se la Religione fosse alleata con quelle forze tenebrose, che producono tanti mali in mezzo agli uomini. Così tentano, e non senza effetto, di congiungere la guerra contro Dio, con la lotta per il pane quotidiano, con la brama di possedere un terreno proprio, di avere salari convenienti, abitazioni decorose, una condizione di vita insomma che convenga all’uomo. I più legittimi e necessari desideri come gli istinti più brutali, tutto serve al loro programma antireligioso; come se l’ordine divino stesse in contraddizione col bene dell’umanità e non ne fosse al contrario l’unica sicura tutela; come se le forze umane coi mezzi della moderna tecnica potessero combattere le forze divine per introdurre un nuovo e migliore ordinamento di cose.
Orbene, tanti milioni di uomini, credendo di lottare per l’esistenza, si aggrappano purtroppo a tali teorie con un totale capovolgimento della verità, e schiamazzano contro Dio e la Religione. Né questi assalti sono solamente diretti contro la Religione cattolica, ma contro quanti riconoscono ancor Dio come Creatore del Cielo e della terra e come assoluto Signore di tutte le cose. E le società segrete, che sono sempre pronte ad appoggiare la lotta contro Dio e contro la Chiesa da qualunque parte venga, non mancano di rinfocolare sempre più questo odio insano, che non può dare né la pace né la felicità, a veruna classe sociale, ma condurrà certamente tutte le nazioni alla rovina.
Così questa nuova forma di ateismo, mentre scatena i più violenti istinti dell’uomo, con cinica impudenza proclama che non ci sarà né pace né benessere sulla terra finché non sia sradicato fino all’ultimo avanzo di religione e non sia soppresso l’ultimo suo rappresentante, come se con ciò potesse venir soffocato il mirabile concerto, nel quale il creato canta la gloria del Creatore (cfr. Ps., XVIII, 2).
Sappiamo molto bene, Venerabili Fratelli, che vani sono tutti questi sforzi, e che nell’ora da Lui stabilita «si leverà Iddio e si disperderanno i suoi nemici» (Ps., LXVII, 2); sappiamo che «non prevarranno le porte dell’inferno» (Matteo, XVI, 18); sappiamo che il nostro Divin Redentore, come fu da Lui predetto, «con la verga della sua bocca percuoterà la terra e col soffio delle sue labbra darà morte all’empio» (Isaia, I, 4) e terribile soprattutto sarà per quegli infelici l’ora in cui cadranno «nelle mani di Dio vivo» (Hebr., X, 31). […].
Ma nondimeno davanti a tanta empietà, a tanta rovina di tutte le più sante tradizioni, a tanta strage di anime immortali, a tanta offesa della Divina Maestà, non possiamo, Venerabili Fratelli, non effondere tutto l’acerbo dolore che ne proviamo; non possiamo non alzare la Nostra voce e con tutta l’energia del petto apostolico prendere le difese dei conculcati diritti di Dio e dei più sacri sentimenti del cuore umano che di Dio ha un assoluto bisogno. Tanto più che queste falangi invase dallo spirito diabolico non si contentano di schiamazzare, ma uniscono tutte le loro forze per eseguire quanto prima i loro nefasti disegni. Guai all’umanità, se Dio, sì vilipeso dalle sue creature, lasciasse nella sua giustizia libero corso a questa fiumana devastatrice e si servisse di essa come di flagello per castigare il mondo!
È dunque necessario, Venerabili Fratelli, che instancabilmente «ci poniamo di contro qual muro per la casa di Israele» (Ezech., XIII, 5 ) unendo anche noi tutte le forze nostre in un’unica e solida fronte compatta contro le malvagie falangi, nemiche di Dio non meno che del genere umano. Di fatti in questa lotta si discute veramente il problema fondamentale dell’universo e si tratta la più importante decisione proposta alla libertà umana: per Iddio o contro Dio, è questa di nuovo la scelta che deve decidere le sorti di tutta l’umanità: nella politica, nella finanza, nella moralità, nelle scienze, nelle arti, nello Stato, nella società civile e domestica, in Oriente e in Occidente, dappertutto si affaccia questo problema come decisivo per le conseguenze che ne derivano. Sicché gli stessi rappresentanti di una concezione del tutto materialistica del mondo vedono sempre ricomparirsi davanti la questione dell’esistenza di Dio che credevano già soppressa per sempre, e sono sempre costretti a riprenderne la discussione. Noi quindi scongiuriamo nel Signore tanto i singoli che le nazioni a voler deporre, davanti a tali problemi e in tempo di sì accanite lotte vitali per l’umanità, quel gretto individualismo e basso egoismo che accieca anche le menti più perspicaci e fa inaridire ogni anche più nobile iniziativa, per poco che questa esca dai limiti del ristrettissimo cerchio di piccoli e particolari interessi: si uniscano tutti anche con gravi sacrifici per salvare se stessi e l’intera umanità. In tale unione di animi e di forze devono naturalmente essere i primi quelli che si gloriano del nome cristiano, memori della gloriosa tradizione dei tempi apostolici, quando «la moltitudine dei credenti formava un sol cuore e un’anima sola» (Act., IV, 32); ma vi concorrano lealmente e cordialmente anche tutti gli altri che ancora ammettono un Dio e lo adorano, per allontanare dall’umanità il grande pericolo che minaccia tutti. Difatti il credere in Dio è il fondamento incrollabile di ogni ordinamento sociale e di ogni responsabilità sulla terra; e perciò tutti quelli che non vogliono l’anarchia e il terrore devono energicamente adoperarsi perché i nemici della religione non raggiungano lo scopo da loro così apertamente proclamato.
Pio XI