Il 26 gennaio 1986, riuniti a Bkerké, nella sede del patriarcato, sotto la presidenza dell’amministratore apostolico monsignor Ibrahim Hélou, i presuli libanesi hanno reso pubblico un comunicato di cui trascriviamo il testo da L’Osservatore Romano del 24 gennaio 1986. Sia la traduzione che il titolo sono del quotidiano vaticano.
Lanciato dai vescovi maroniti
Appello per la sovranità e l’unità del Libano
1. Il Libano è stato – fin dalle sue origini storiche – un rifugio per i perseguitati di ogni genere che vi hanno trovato asilo, a causa della posizione geografica del paese.
2. La Chiesa maronita si è insediata in Libano fin dalla sua costituzione formando attorno al Patriarcato il nucleo della Patria libanese in cui si sono raccolti tutti i rifugiati di ogni confessione e comunità. Si è creato così il Libano storico.
3. Le basi su cui poggia questa Patria, formata da gruppi diversi, sono state la libertà e la convivenza pacifica tra i suoi membri, uniti contro gli invasori.
4. La Chiesa maronita è decisa ad adempiere al suo ruolo storico con fermezza e tenacia fino al martirio, in una patria unita dal punto di vista sociale e geografico e in cui saranno consacrate le seguenti libertà: libertà di credo e di pratica religiosa, di espressione e di azione politica, libertà nelle iniziative indipendenti nel quadro della Carta dei Diritti dell’uomo, libertà di trattare con le altre nazioni del mondo, sviluppando il ruolo civilizzatore e storico avuto dal Libano.
5. La Chiesa maronita considera il Libano come paese facente parte della Lega Araba e, in ordine alla contiguità geografica e alle implicazioni storiche ed economiche, ritiene che la Siria è il primo paese fratello e che il Libano non deve costituire un terreno aperto ai complotti, né un terreno di lotte per la risoluzione degli altrui conflitti.
6. La Chiesa maronita annuncia che il Libano rifiuta ogni ingerenza straniera nei suoi affari, che esso resta libero nelle sue decisioni e nella garanzia delle sue libertà sotto la protezione di un regime democratico che tuteli i diritti di ciascuna comunità e rifiutando ogni egemonia interna ed esterna.
7. La Chiesa maronita ritiene che il diritto di proprietà è sacro e che lo sfruttamento delle potenzialità economiche deve essere al servizio dell’interesse dei cittadini.
8. La Chiesa maronita considera cittadino libanese chiunque abbia la nazionalità libanese o l’abbia ottenuta legalmente, sia esso residente o emigrato, ritiene che egli abbia tutti i diritti e tutti i doveri di ogni cittadino comune. La Chiesa maronita fa appello a tutti i Libanesi affinché riconoscano questi principi e si impegna a mettere tutte le sue capacità spirituali, morali e materiali al servizio della Patria, sotto la protezione di una costituzione che sia articolata su tali princìpi, che dovrebbero essere ratificati dagli organismi e dalle istituzioni responsabili.