COMUNICATO STAMPA
Dopo una prima stesura, fatta circolare ieri, che prevedeva come misura di contenimento alla diffusione del Covid19 addirittura la chiusura delle chiese, il testo poi pubblicato del Decreto Legge n. 19/2020 all’art. 1 co. 2 lett. h) si “limita” a disporre la “sospensione delle cerimonie civili e religiose” e la “limitazione dell’ingresso nei luoghi destinati al culto”. La formulazione è meno oppressiva, ma si presta ad arbitri e ad abusi applicativi: è già accaduto che forze dell’ordine abbiano denunciato chi aiuta un sacerdote alla diretta streaming della celebrazione della S. Messa, ovvero che non ritengano quale valida giustificazione per uscire da casa – e quindi denuncino – recarsi nella chiesa più vicina, mantenendo distanze e cautele, per una preghiera.
La “limitazione” è nelle disposizioni generali sull’emergenza: indicarla in modo più specifico per i luoghi di culto può dare l’idea che sia qualcosa di più penetrante, in contrasto con la Costituzione e con il Concordato. Le chiese sono oggi fra i pochi luoghi rimasti dove cercare conforto per superare la situazione drammatica in atto: confidiamo che in sede di conversione del DL una norma così ambigua possa essere eliminata, o che si colleghi l’autocertificazione anche alla possibilità di raggiungere la chiesa più vicina al proprio domicilio.
Alleanza Cattolica
Milano, 26 marzo 2020