Werenfried van Straaten, Cristianità n. 271-272 (1997)
Oggi in Europa imperversa nuovamente la lotta apocalittica tra la Donna e il Dragone. E nuovamente l’antico serpente, che è Satana, si leva contro la Donna e i figli che le sono rimasti, i quali ubbidiscono ai comandamenti di Dio e rimangono fedeli alla testimonianza di Gesù (Ap. 12, 17). Le schiere nemiche hanno seguito per oltre settant’anni la bandiera con la falce e il martello. Ma il loro capo è lo stesso distruttore che, fin dall’inizio della storia, è posseduto dal perverso desiderio di divorare il Figlio della Partoriente.
Maria è la madre del Figlio di Dio. È la più amata delle figlie del Padre. È la sposa dello Spirito Santo. Per la sua collaborazione alla salvezza operata da Gesù è stata elevata a una ineguagliabile altezza al di sopra degli angeli e degli uomini. Ella è degna di ogni lode perché è piena di grazia e perché la sua santità immacolata, perfetta fin dal concepimento, si è manifestata in tutta la sua vita nell’adempimento della volontà divina, fino al culmine crudele, quando divenne la Madre Addolorata. La sua glorificazione nobilita tutto il genere umano. Dio ha fatto queste grandi cose per la sua serva, l’ha creata per darla in dono a sé stesso e a noi.
Questo dono è indispensabile per la salvezza eterna dei cristiani. È per questo che la distruzione dell’immagine di Maria, impressa da secoli nei cuori dei fedeli, costituisce un pericolo mortale per il Regno di Dio. E più grave del gesto inaudito di quel malato di mente che anni fa a Roma colpì con un martello la Pietà di Michelangelo, è il vandalismo spirituale di molti insegnanti di religione e pseudoteologi, i quali sfigurano l’immagine della Madre di Dio nei cuori dei fedeli, la spogliano del suo splendore, oscurano la sua gloria, allontanano da Lei i suoi figli e fanno ammutolire l’universale coro di Ave Maria.
È Satana che opera qui. Egli conosce la strategia di Dio. Sa che cosa significa Maria nel piano della salvezza. Insidia il calcagno che alla fine gli schiaccerà la testa nella guerra totale che infuria di secolo in secolo tra lui e la Donna; egli spera almeno di vincere questa battaglia e di provocare la perdizione dell’umanità attuale.
Ottant’anni fa, durante la prima guerra mondiale, Maria è apparsa a Fatima per spronare i fedeli a cambiare vita, a non offendere più Dio, a consacrarsi al suo Cuore Immacolato, a recitare il Santo Rosario e a fare penitenza per i loro peccati. La credibilità di questo messaggio fu dimostrata da un segno nel cielo: il sole ruotò tre volte su se stesso come una ruota fiammeggiante, si precipitò in basso a velocità incredibile per risalire in alto a zig-zag.
Questo miracolo del sole fu la conferma di una serie di rivelazioni. Ecco le parole di Maria ai bambini di Fatima: “Avete visto l’inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per aiutarli, Dio vuole diffondere nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si farà quello che dico, molte anime si salveranno e ci sarà la pace. Ma se si continuerà a offendere Dio, scoppierà una nuova e più disastrosa guerra. Per prevenirla chiedo la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice ogni primo sabato del mese. Se sarà soddisfatta la mia richiesta, la Russia si convertirà e ci sarà la pace. Se no, la Russia diffonderà i suoi errori in tutto il mondo e scatenerà guerre e persecuzioni della Chiesa; molti giusti saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto; interi popoli saranno annientati. Ma, alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà”.
La rivelazione di Maria ha trovato scarso ascolto. Così è scoppiata la seconda guerra mondiale, come Lei aveva predetto. Questa terminò con la vittoria del comunismo che sottomise un terzo del mondo. Milioni di rifugiati e di oppressi, una cortina di ferro che tagliò in due l’Europa, un muro che divise Berlino e una inaudita persecuzione della Chiesa ne furono le conseguenze. In risposta, nel 1947 sorse la nostra Opera per la Chiesa che soffre.
La nostra azione non fu compresa da quei cattolici i quali credevano che la Chiesa di Dio potesse coesistere pacificamente con il comunismo. Pretendevano che avrebbe perso il suo carattere di ateismo militante. Fu un’illusione. Nessun comunista può fare pace con Dio senza cessare di essere comunista. Per questo anche il cosiddetto eurocomunismo degli anni ’70 non contribuì affatto a creare un mondo veramente umano, perché questo non può esistere senza il sole di Dio all’orizzonte. Perciò Paolo VI parlava, esattamente come Giovanni Paolo II e tutti i suoi predecessori, “dei paesi in cui la libertà religiosa viene soffocata e dove si impone ai popoli la negazione di Dio come la verità dei tempi nuovi e come una liberazione, benché ciò sia assolutamente falso”.
Gli ultimi due Papi hanno intrapreso tre pellegrinaggi a Fatima, per pregare come semplici pellegrini per la pace nella Chiesa e nel mondo, per i paesi comunisti e i loro popoli privati della libertà. È stato un tentativo estremo per fare entrare finalmente le parole di Maria nel cuore della cristianità in pericolo, per radunare il popolo smarrito di Dio sotto il manto della Madonna e salvarlo dalla perdizione.
Come un appassionato grido di soccorso, il 13 maggio 1967 sono risuonate, sopra le teste dei pellegrini, le parole di Paolo VI: “Il mondo è in pericolo”. Ma questo pericolo non è forse diventato molto più grande nei nostri giorni, ora che in tanti paesi il sale della terra diventa sempre più insipido e l’unità della Chiesa, per la quale il Papa a Fatima ha pregato con tanta commozione, continua a subire violenza?
Non senza motivo, il Santo Padre continua a ripetere i suoi ammonimenti, troppo spesso ignorati, contro l’anarchia spirituale che oggi minaccia la Chiesa. Non senza motivo egli difende il rinnovamento della vita cristiana auspicato dal Concilio, contro le interpretazioni arbitrarie condannate dal magistero, contro i sabotatori di strutture vitali della Chiesa, contro tutti coloro che, invece di preoccuparsi con amore apostolico della salvezza delle anime, cercano un’intesa con folli ideologie moderne e con lo spirito profano di questo mondo.
Non è forse dovuto al sempre più profondo decadimento spirituale e morale all’interno della Chiesa, che il pericolo nel quale si trova l’umanità ha raggiunto una tale dimensione apocalittica? Dove è il sale della terra? Dove è la luce del mondo? Se questa luce viene spenta dagli stessi figli di Dio non è inevitabile che scienziati moralmente sottosviluppati domani abusino delle loro immani possibilità per uccidere e per distruggere? Il Papa a Fatima ha detto: “In un mondo che è sempre più imbottito delle più terribili armi mortali, lo sviluppo morale dell’umanità non ha tenuto il passo con il progresso tecnico e scientifico che essa ha raggiunto”. E così ha concluso: “Ecco la visione drammatica dell’attualità mondiale che la Madonna ci ha rivelato qui. La visione che i nostri occhi fissano con spavento. La visione che resterà presente nel nostro spirito mentre accogliamo l’esortazione alla preghiera e alla penitenza che la Madonna stessa ci ha rivolto qui”.
Non ogni speranza è persa. Accadono ancora dei miracoli. Forse è soltanto grazie alla recita del Rosario da parte di persone semplici e alle loro penitenze, così spesso derise, che nell’ex blocco sovietico la gioventù si è allontanata dal marxismo. È il preludio di una riscoperta di Dio? Spunta in Oriente la speranza che, prima di quanto non pensiamo, si avveri la promessa di Maria “alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà”?
Noi possiamo spezzare l’orgogliosa resistenza contro il ruolo affidato da Dio alla Beata Vergine soltanto implorando umilmente il suo aiuto. Poiché, nascosta dietro l’attività e gli intrighi di quelli che occupano la scena del mondo, infuria una lotta gigantesca. È la lotta tra gli angeli e i diavoli per la salvezza o la perdizione dell’umanità. Satana è il capo degli spiriti infernali. A guida delle schiere celesti è la Regina degli angeli. Colui che ha detto NO a Dio è sceso in lizza contro Colei che ha detto SÌ. È questo il vero senso degli avvenimenti odierni e l’unica filosofia della storia che spiega le cause ultime.
E Maria non ci abbandona. Quanto più rimangono sigillate le labbra che dovrebbero annunciare la verità, tanto più numerosi sono i messaggi da Lei indirizzati ai cuori puri. Così ella raduna la moltitudine degli umili guerrieri contro la legione dei superbi che vorrebbero spodestare Dio. E, mentre i clamori dei nemici aumentano di giorno in giorno, Maria ordina ai suoi figli di rispondere solamente con la fiducia, la preghiera, la penitenza e il silenzio.
Recitiamo dunque il Rosario e ascoltiamo le parole di Maria a Fatima, per resistere al Maligno e rimanere fedeli a Dio. Se ci consacriamo al suo Cuore Immacolato, ella ci preserverà dagli errori. Ci proteggerà, ci consolerà e ci rafforzerà. Impedirà che cadiamo nelle mani di Satana. Ci salverà per l’eternità.
Ella è la nostra Madre, la nostra Regina, il nostro Modello, la nostra Soccorritrice, la grande Condottiera nella lotta contro il drago, la Mediatrice delle grazie di cui noi abbiamo bisogno ed è degna di ogni lode, perché da lei è sorto il Sole di giustizia, il Cristo nostro Dio.
E per questo, Madre carissima, cerchiamo rifugio nella furiosa tempesta scatenata dal Principe delle tenebre. Tu vedi che questa tempesta infuria anche nella baia più protetta e nel porto più sicuro della Chiesa di Dio. Essa strappa dalle loro ancore e allontana da Dio persino gli eletti. Tu vedi che sacerdoti di ogni grado e dignità hanno perso la bussola, sabotano il timone di Pietro e distruggono la sua barca in mezzo al mare in tempesta.
Madre nostra, abbiamo paura della confusione, della divisione e della infedeltà a Dio che si diffondono nella Chiesa come una peste. Quella che viviamo adesso non è una crisi di crescita, ma un declino. Non è una promettente primavera, ma un oscuro autunno. Non lo sbocciare di nuova vita, ma la caduta massiccia di rami morti e tronchi secchi non più innestati nella Vita divina. Invece di far lievitare il mondo con il lievito del Vangelo, il popolo di Dio si lascia lievitare da quello del mondo, benché Gesù abbia rotto chiaramente con esso.
Ora che la miseria spirituale ha raggiunto il culmine nell’Occidente infedele e le potenze delle tenebre sembrano avere campo libero, noi imploriamo con fiducia filiale il tuo potente aiuto. Ora che, in balia delle onde di questo tempo, corriamo il pericolo di essere strappati via, ci consacriamo al tuo Cuore Immacolato e mettiamo nelle tue mani materne noi stessi, tutto il mondo sconsacrato in Oriente e in Occidente e la nostra Opera per la Chiesa che soffre.
Custodiscici nell’amore del tuo Figlio, proteggici dalla malvagità del mondo e guidaci sicuri al Cuore di Dio. E donaci, o Madre, che, quando avremo oltrepassato l’oscura porta della morte e ci troveremo davanti al tribunale del tuo Figlio, possiamo trovarti lì con un sorriso negli occhi ad accoglierci quale potente Avvocata presso Gesù Cristo, Nostro Signore.
Werenfried van Straaten
* Discorso del canonico premostratense olandese Werenfried van Straaten, fondatore dell’Opera Aiuto alla Chiesa che soffre, a Fatima, nell’Auditorium Paolo VI, il 12 ottobre 1997 — la vigilia dell’ottantesimo anniversario dell’ultima apparizione della Madonna in Portogallo —, in occasione delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della fondazione dell’Opera Aiuto alla Chiesa che soffre. Testo diffuso dall’ufficio stampa dell’Opera, titolo redazionale.