Giovanni Paolo II, Cristianità n. 326 (2004)
Discorso ai partecipanti all’Assemblea del Forum delle Associazioni Familiari, del 18-12-2004, nn. 1-3, in L’Osservatore Romano, Città del Vaticano 19-12-2004. Titolo redazionale.
1. […] Proprio contemplando il mistero di Dio che si fa uomo e che trova accoglienza in una famiglia umana possiamo comprendere appieno il valore e la bellezza della famiglia.
La famiglia non è solo al cuore della vita cristiana; essa è anche il fondamento della vita sociale e civile, e per questo costituisce un capitolo centrale nell’insegnamento sociale cristiano, come ben evidenziato dal Compendio della Dottrina sociale della Chiesa (cfr. nn. 209-254). Occorre continuamente approfondire l’intima portata personale e al tempo stesso la valenza sociale, originaria e irrinunciabile di quell’unione tra l’uomo e la donna che si attua nel matrimonio e che dà origine alla comunità familiare. Chi distrugge questo tessuto fondamentale dell’umana convivenza causa una ferita profonda alla società e provoca danni spesso irreparabili.
2. Purtroppo gli attacchi al matrimonio e alla famiglia si fanno ogni giorno più forti e radicali sia sul versante ideologico che sul fronte normativo (cfr. Ecclesia in Europa, 90). Il tentativo di ridurre la famiglia ad esperienza affettiva privata, socialmente irrilevante; di confondere i diritti individuali con quelli propri del nucleo familiare costituito sul vincolo del matrimonio; di equiparare le convivenze alle unioni matrimoniali; di accettare, e in alcuni casi favorire, la soppressione di vite umane innocenti con l’aborto volontario; di snaturare i processi naturali della generazione dei figli introducendo forme artificiali di procreazione, sono solo alcuni degli ambiti in cui è evidente il sovvertimento in atto nella società.
Nessun progresso civile può derivare dalla svalutazione sociale del matrimonio e dalla perdita di rispetto per la dignità inviolabile della vita umana. Ciò che viene presentato come progresso di civiltà o conquista scientifica, in molti casi è di fatto una sconfitta per la dignità umana e per la società.
3. La verità dell’uomo, la sua chiamata fin dal concepimento ad essere accolto con amore e nell’amore, non può essere sacrificata al dominio delle tecnologie e alla prevaricazione dei desideri sui diritti autentici. Il legittimo desiderio del figlio o della salute non può essere trasformato in un diritto incondizionato al punto da giustificare la soppressione di altre vite umane. La scienza e le tecnologie sono veramente a servizio dell’uomo solo se tutelano e promuovono tutti i soggetti umani coinvolti nel processo generativo.
Le associazioni cattoliche, assieme a tutti gli uomini di buona volontà che credono nei valori della famiglia e della vita, non possono cedere alle pressioni di una cultura che minaccia i fondamenti stessi del rispetto della vita e della promozione della famiglia.