Una legge sulle unioni civili, anche fra persone dello stesso sesso, è entrata in vigore in Italia nel 2016: di fatto ha avvicinato le unioni stesse al regime matrimoniale, e ha aperto a una giurisprudenza che aveva legittimato la c.d. stepchild adoption, cioè la possibilità di adozione al di fuori della coppia di coniugi di sesso diverso.
E’ alquanto singolare che, a distanza di oltre quattro anni, i fautori di quella legge oggi cantino vittoria a fronte delle dichiarazioni un po’ improvvisate rilasciate dal Papa in differenti interviste “montate” dal regista Evgeny Afineevsky. Ancora più singolare che quelle dichiarazioni siano utilizzate dai sostenitori della proposta di legge anti-omofobia per sollecitarne la rapida approvazione. Singolare perché gli esponenti del fronte libertario mostrano la clericale necessità di una validazione pontificia, da contrapporre a chi ha manifestato obiettive riserve alla legge sulle unioni civili, e le manifesta oggi al t.u. Zan: quasi che le ragioni a sostegno non siano sufficienti, e debbano appoggiarsi su estrapolazioni di un presunto magistero ecclesiale.
Al contrario, la battaglia culturale e politica per il riconoscimento della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio fra persone di sesso diverso, e per la libertà di manifestare il proprio pensiero su questo come su temi collegati, ha fondamento antropologico e non confessionale, ancor meno clericale.
E’ una battaglia non favorita da uscite equivoche, che senza dubbio disorientano e confondono, soprattutto quando la gestione mediatica non viene curata né spiegata, e resta affidata alle esegesi di comodo dominanti. Ed è una battaglia che deve continuare.
Ma, premesso che il Magistero ininterrotto della Chiesa è univoco sul punto, sostenere che ci si sposa fra un uomo e una donna, e che il bambino non ha necessità di duplicare la medesima figura di genitore, bensì di due figure di genitori differenti e complementari, può anche non essere ricordato dal Papa: da qualche millennio appartiene al buon senso dei popoli.
Giovedì, 22 ottobre 2020