Susanna Manzin, Cristianità n. 375 (2015)
Il 17 gennaio 2015, a Milano, nell’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia, si è tenuto un convegno organizzato dalla Regione Lombardia in collaborazione con Alleanza Cattolica, Fondazione Tempi, le associazioni Obiettivo Chaire e Nonni 2.0, dal titolo Difendere la famiglia per difendere la comunità.
L’iniziativa fa seguito all’approvazione da parte del Consiglio regionale della Lombardia, il 1° luglio 2014, di una mozione a sostegno della famiglia naturale proposta dalla Lega Nord e sottoscritta da tutti i partiti della maggioranza di governo della Regione. Il documento, dopo aver affermato che «la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna rappresenta l’istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita» e come tale «[…] ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato», ricorda che «in tutto il Paese, con il pretesto di combattere “inutili” stereotipi, si stanno moltiplicando i casi di aperta propaganda contro la famiglia naturale, soprattutto nel mondo scolastico» e invita la Giunta regionale «a individuare […] una data per la celebrazione della Festa della Famiglia Naturale, fondata sull’unione fra uomo e donna», a «[…] chiedere al Governo centrale la non applicazione del Documento standard per l’educazione sessuale in Europa redatto dall’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità» e a «[…] introdurre il “Fattore Famiglia” quale criterio di sostegno alle politiche attive e passive al reddito delle famiglie lombarde» (1).
Il convegno, incentrato sul tema del ruolo della famiglia nella società, è stato preceduto da accese polemiche, riprese e talvolta alimentate dai maggiori quotidiani italiani e stranieri, fondate sull’accusa mossa agli organizzatori di voler promuovere con l’iniziativa la diffusione delle teorie c.d. «riparative» dell’omosessualità. In contemporanea all’evento, nell’adiacente piazza Einaudi, si è svolta una manifestazione contro il convegno, con l’adesione di Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista e Verdi, e con la presenza di numerosi esponenti politici fra i quali il deputato del Partito Democratico (PD), nonché sottosegretario di Stato al ministero delle Riforme costituzionali e Rapporti con il Parlamento; il vicesindaco Ada De Cesaris, l’assessore comunale alle Politiche Sociali e alla Cultura della Salute Pierfrancesco Majorino e il segretario del PD lombardo Alessandro Alfieri.
Al convegno ha partecipato un pubblico numeroso, proveniente da tutta l’Italia: quattrocento persone hanno preso posto nell’Auditorium Testori e altre cinquecento nelle due sale allestite dalla Regione per seguire l’evento in videoconferenza, mentre almeno cinquecento, che non sono riuscite ad entrare, hanno ascoltato le relazioni grazie a un altoparlante di fortuna. Fra i presenti in sala, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, on. Maurizio Lupi, l’on. Ignazio La Russa, il sen. Roberto Formigoni e Paola Bonzi, fondatrice e presidente del Centro Aiuto alla Vita Mangiagalli.
Ha moderato Luigi Amicone, direttore del settimanale Tempi.
L’assessore regionale alle Culture, Identità e Autonomie, Cristina Cappellini, ha portato i saluti iniziali, affermando che il convegno è stato promosso per dare un segnale forte da parte della politica e della cultura e ribadire la centralità della famiglia formata da un uomo e da una donna. La Regione Lombardia vuole dare spazio alle numerose associazioni accomunate dalla volontà di difendere la famiglia, in una battaglia culturale che non intende discriminare ma che si oppone a disegni di legge liberticidi e a progetti scolastici incentrati sulla diffusione dell’ideologia del gender.
Massimo Introvigne, reggente nazionale vicario di Alleanza Cattolica e presidente del Comitato Sì alla Famiglia (2), dopo avere ringraziato la Regione Lombardia «[…] per avere promosso e organizzato questa iniziativa, e ancora di più per avere tenuto duro di fronte a una colossale mistificazione che ha trasformato un convegno sulla famiglia in una sorta di clinica degli orrori dove si accusano gli omosessuali di essere malati e se ne organizza a forza la cura», ha proposto quattro tesi. La prima è che la famiglia è l’ancora di salvezza dell’Italia: «Le statistiche sul nostro Paese sono terrificanti. Siamo ai primi posti tra i Paesi industrializzati nelle classifiche sul debito pubblico, sulla corruzione, sull’inefficienza della pubblica amministrazione, sui ritardi burocratici, sul cattivo funzionamento della scuola. Nonostante tutto questo, il nostro tenore di vita e la nostra economia, pure aggredite dalla crisi, rimangono tra le prime dieci al mondo. Com’è possibile questo? C’è una spiegazione. Finora ci ha salvato la famiglia». La seconda tesi è che oggi la famiglia è «[…] bastonata da tutte le parti.[…] diminuiscono a vista d’occhio i matrimoni, aumentano i divorzi, e quello della denatalità, con l’Italia fanalino di coda del mondo per numero di figli per donna, è ormai un dramma che giustifica la definizione di san Giovanni Paolo II, “suicidio demografico”». Terza tesi: il primo nemico della famiglia è il fisco: il fisco italiano è quello meno a misura di famiglia di tutta l’Europa Occidentale. Quarta tesi: vi sono — riprendendo le parole di Papa Francesco — «[…] legislazioni che privilegiano diverse forme di convivenza piuttosto che sostenere adeguatamente la famiglia per il bene di tutta la società». È lecito e anzi doveroso giudicare le leggi e ribadire che i bambini hanno il diritto di crescere con un papà e una mamma. Sul tema dei diritti dei conviventi, infine, Introvigne ha reso noto che il Comitato Sì alla famiglia «[…] ha presentato il 14 gennaio 2015 a Roma un disegno di legge in trentatré articoli. Un testo unico che mette insieme tutti i diritti di cui i conviventi già godono in Italia. […] Ci sono già queste cose nelle leggi? Ci sono. Pochi le conoscono? È vero. Volete questi diritti — s’intende per tutte le convivenze stabili perché non c’è nessuna ragione di discriminare chi convive con una persona di sesso diverso? Li vogliamo anche noi, ecco qui la nostra proposta di testo unico. Se invece volete il “matrimonio” omosessuale, con le adozioni di bambini che avranno due mamme e due papà, anziché un papà e una mamma, allora non siamo d’accordo. Se volete impedirci di dirlo, introducendo nelle vostre leggi sull’omofobia norme non contro chi picchia le persone omosessuali — quelle sono sacrosante — ma contro chi organizza convegni come il nostro o ne sostiene le tesi, allora non siamo d’accordo e siamo tutti Sentinelle in piedi».
Padre Maurizio Botta, della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, ha ricordato che i sostenitori della famiglia naturale non sono contro le persone ma contro determinate idee, e comunque argomentano secondo ragione e non partendo da considerazioni di tipo confessionale. Ha denunciato quindi un certo modo di fare giornalismo, che censura alcuni discorsi del Pontefice, soprattutto quando questi ribadisce il diritto dei bambini a crescere in una famiglia formata da un uomo e da una donna, a non essere sfruttati in alcun modo e a non divenire oggetto di «sperimentazione educativa».
Lo psicologo e psicoterapeuta Marco Scicchitano, ricercatore clinico presso l’Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale, si è soffermato sulla differenza fra maschile e femminile come dato biologico e non solo culturale, ricordando anche di essere coordinatore di un progetto denominato Pioneer per ricordare la sonda spaziale Pioneer, recante una placca con informazioni di base sul genere umano — nell’eventualità che un’intelligenza aliena venisse a contatto con la sonda —, fra cui la riproduzione di due figure umane, un uomo e una donna. Forse, ha affermato, bisognerebbe riportare quella placca sulla Terra per ritrovare la consapevolezza della differenza fra maschile e femminile. Ha inoltre evidenziato i gravi rischi dei progetti di educazione sessuale nelle scuole, non rispettosi di questa differenza, dei diritti educativi delle famiglie e dei differenti stadi di sviluppo della persona.
Costanza Miriano, giornalista di Rai Vaticano, ha parlato della propria esperienza di donna, moglie, madre e lavoratrice, alle prese con le difficoltà di conciliare lavoro e famiglia in una società non rispettosa delle esigenze familiari, che non valorizza lo specifico femminile nella società e non tutela la maternità.
Mario Adinolfi, direttore del quotidiano La croce, ha denunciato la miope politica d’invertire le priorità sociali, laddove i sindaci celebrano «matrimoni» omosessuali anziché sostenere le famiglie. Ha ricordato le aberrazioni delle pratiche dei cosiddetti uteri in affitto, a causa delle quali l’essere umano è ridotto a oggetto e il figlio, in particolare, viene comprato e poi gettato via, se non corrisponde alle aspettative del committente.
Il consigliere regionale Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega Nord e primo firmatario della mozione a sostegno della famiglia, ha ribadito la volontà della Regione di avviare progetti che culmineranno nella Festa della Famiglia Naturale per difendere un’istituzione attaccata dal fondamentalismo laicista, che vuol creare una società senza valori. Se non si difende la famiglia — ha ribadito — non si esce dalla crisi economica. Per questo la Regione Lombardia intende realizzare progetti a sostegno dei minori, degli anziani, dei disabili e delle donne che non vogliono abortire.
Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio regionale, ha citato le parole dello scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton (1874-1936), «I fuochi saranno accesi per testimoniare che due più due fa quattro. Le spade saranno sguainate per mostrare che le foglie sono verdi d’estate» (Eretici, 1905, trad. it., Lindau, Torino 2010, p. 243), che descrivono profeticamente il punto di arrivo di un processo plurisecolare di distruzione di tutti i legami naturali e cristiani che avevano dato struttura e sostanza alla civiltà occidentale, facendo notare che oggi per ricordare che un bambino ha bisogno di una mamma e di un papà occorre la protezione delle Forze dell’ordine. Ha quindi elencato quanto ha fatto e farà la Regione Lombardia: introduzione del fattore famiglia nelle proposte fiscali, tariffe per i servizi pubblici a misura di famiglia, buono scuola a tutela della libertà di educazione e politiche per aiutare le donne a conciliare il lavoro con la cura della famiglia.
È intervenuto, infine, il presidente della Regione Lombardia, on. Roberto Maroni, il quale ha ribadito che la famiglia resta una priorità dell’istituzione regionale lombarda e ha annunciato l’intenzione di organizzare, nonostante le numerose pressioni contrarie, un’iniziativa nazionale dedicata alla famiglia in occasione dell’Esposizione Universale che avrà luogo a Milano in primavera. Se il tema di Expo 2015 è Nutrire il pianeta, va ricordato che occorre nutrire di valori un pianeta che ha bisogno della famiglia. Ha dato quindi incarico al dottor Amicone di dar vita a un Forum permanente sulla famiglia, che costituisca un punto di riferimento per l’azione di governo della Regione.
Al convegno si sono accreditate settanta testate giornalistiche, italiane e straniere. L’iniziativa è stata trasmessa in diretta streaming da ventidue siti Internet. I dati ufficiali forniti da due di questi, il sitoMariaTV.it e il sito di Alleanza Cattolica di Milano, <http://comunitambrosiana.org>, attestano che hanno seguito il convegno in diretta oltre diecimila utenti, mentre nei giorni immediatamente successivi vi sono stati oltre ottomila accessi alla registrazione on line. L’iniziativa ha avuto ampia eco sui medianazionali che, salvo poche eccezioni, hanno proseguito la campagna di disinformazione, per lo più omettendo qualsiasi riferimento ai contenuti reali dell’evento.
Note:
(1) Cfr. il testo integrale della mozione all’indirizzo Internet <http:// www2. consiglio. regione. lombardia.it/ wai/ PALCO/ politica/ scheda_atto.php?tipoAtto= MOZ&numAtto= 263&id= 72b8c177-4a4e-428d-a9f7-56c738405666> (gl’indirizzi Internet del presente articolo sono stati consultati il 22-2-2015).
(2) Cfr. il testo integrale dell’intervento all’indirizzo Internet <http:// comunitambrosiana.org/ 2015/01/19/ difendere-la-famiglia-per-difendere-la-comunita>.