Il prossimo 1° aprile ricorrerà il secolare anniversario (1922-2022) della morte del Beato Carlo d’Asburgo, l’ultimo imperatore, beatificato da S.Giovanni Paolo II nel 2004
di Maurizio Dossena
Il beato Carlo d’Asburgo è da alcuni poco conosciuto in quanto ben poco a lungo e, soprattutto, in modo ben poco appariscente è rimasto alla ribalta della storia e dei suoi “numeri-uno”, dopo esser vissuto all’ombra del suo inossidabile grande predecessore, Francesco Giuseppe (1830-[1848-1916]), e dopo essere ex abrupto succeduto nella linea di successione allo zio Francesco Ferdinando, assassinato nel 1914 a Sarajevo. Egli si presenta come mirabile modello di visione politica europea tradizionale e moderna insieme. Uomo di pace – di pace cristiana – proiettato dalla fatalità della storia nel primo grande rogo dell’Europa del Novecento (siamo appunto nel 1916, in piena Prima guerra mondiale), ce la mise tutta per riportare al buon senso della pace il dissennato gruppo di vanagloriosi governanti europei (a cui si aggiunse, poi, l’altrettanto vanaglorioso presidente americano), e su questa linea egli fu l’unico a seguire il mirabile e accorato richiamo di Papa Benedetto XV per la pace. Lo aveva ben capito il beato Carlo, che le scelte degli uomini, se svincolate dalla Legge di Dio e dell’Amore, portano solo nel baratro e, sulla base di ciò, egli seppe sempre orientare il suo servizio di sovrano e di padre dei suoi popoli a un concreto senso dell’umana solidarietà e di una concezione non formale, bensì vissuta, del bene comune; egli si espose, perciò, personalmente e politicamente in tutte le possibili trattative politico-diplomatiche sulla via della pace, non temendo le tante delusioni da parte dei nemici e pure degli “amici”.
Il monito del Vicario di Cristo non fu ascoltato, se non dall’imperatore Carlo, il quale pure non fu ascoltato, e dal tragico esito della guerra ricavò solo la fine del suo impero, l’esilio, la morte a trentacinque anni, ma da questa intensa, umana esperienza scaturì il serto di gloria della santità, prefigurata nel momento del trapasso, mostrando al figlio primogenito Otto «come muore un imperatore cristiano». Mirabile esempio anche come sposo, come padre di famiglia (otto figli in undici anni, e che anni!), il Santo Pontefice che lo ha beatificato ha insolitamente, ma significativamente scelto quale ricorrenza liturgica per Carlo la data delle nozze con Zita di Borbone-Parma (Serva di Dio, con la quale era avvenuta la promessa di santificarsi insieme nel matrimonio e nella famiglia), il 21 ottobre.
Sull’esempio e nella devozione al Beato Carlo è attiva in tutto il mondo – anche in diverse città d’Italia –, sulla linea dell’attuazione delle virtù del beato imperatore, la «Gebetsliga-Unione di Preghiera per la pace, la concordia e la fratellanza fra i popoli», ove hanno luogo mensili eventi di spiritualità e periodici incontri di carattere culturale, ispirati ai valori forti che animarono Carlo d’Asburgo e che si cerca di coniugare con la realtà odierna. Gli aderenti alla Gebetsliga, guidati dal Delegato Nazionale, mons. Arnaldo Morandi di Brescia, nei prossimi giorni anniversari compiranno un pellegrinaggio all’Isola di Madeira (Portogallo), dove Carlo morì esule e dove si trova la sua tomba. Sono altresì previsti due convegni storici, in cui la Gebetsliga sarà direttamente o indirettamente coinvolta, uno a settembre a Trento e uno a ottobre a Brescia.
Giovedì, 31 marzo 2022