Dove va la Francia? L’atteso risultato elettorale relativo alle elezioni europee ha provocato un inatteso terremoto politico: lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e l’indizione di nuove elezioni, proprio mentre si stava per varare l’ennesimo sfregio alla vita
di Antonio Mondelli
A distanza di due anni dalle ultime elezioni legislative i francesi sono chiamati nuovamente alle urne per votare i loro rappresentanti al parlamento francese. E’questa la strada che il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha scelto per provare a fermare il fiume in piena rappresentato dalla imponente (circa due milioni e mezzo di elettori in più) crescita elettorale di Rassemblement National, il partito di Marine le Pen.
La scommessa di Emmanuel Macron è legata, da un lato, alla legge elettorale francese, che prevede il doppio turno e che storicamente ha sempre danneggiato il partito di Marine Le Pen, e dall’altro alla speranza che le attuali forze politiche che siedono alla sinistra del suo partito possano coalizzarsi per impedire al Rassemblement National di conquistare il Parlamento.
Ed è in questa chiave che va letta la dichiarazione del Ministro dell’Europa e degli Affari Esteri, Stéphane Sejournè, secondo la quale la maggioranza presidenziale, al secondo turno, non presenterà alcun candidato contro i candidati uscenti facenti parte del “campo repubblicano”.
D’altronde in Francia in queste ore sono in tanti a pensare che la paura verso “l’estremismo di destra” favorirà la formazione del “barrage républicain” tanto invocato dal Presidente Macron.
Dalla sua, il Rassemblement National non è ancora riuscita – in tanti anni di opposizione – a sviluppare una capacità aggregativa capace di generare sinergie elettorali utili con gli altri partiti che si collocano a destra e per ottenere la maggioranza assoluta all’interno dell’Assemblea Nazionale dovrebbe conquistare 289 seggi, ovvero 200 deputati in più rispetto agli 89 eletti nel 2022.
Molto dipenderà da cosa decideranno di fare i naturali potenziali alleati di Rassemblement National: Les Républicains e Reconquête. Allo stato tutto è ancora in movimento in quanto gran parte della classe dirigente di questi due partiti evidenzia un profondo rancore nei confronti della leader di RN e pertanto eventuali apparentamenti al secondo turno mentre a sinistra sono una prassi, a destra sono ancora tutti da verificare.
Ma se gli scenari politici futuri sono ancora incerti lo stesso non si può dire in merito al destino del progetto di legge sul fine vita. La legge, che doveva essere votata il 18 giugno, decade insieme ai suoi sostenitori parlamentari. Yael Braun-Pivet, Presidente dell’Assemblea Nationale lo ha confermato lunedì 10 giugno nel corso di una intervista televisiva su France 2: «l’intero percorso parlamentare portato avanti fino ad oggi è stato cancellato assieme a tutti i lavori in Commissione».
E così a quella stessa Assemblea che aveva votato la costituzionalizzazione del diritto di aborto oggi viene decretato il fine vita e le viene impedito, così, di commettere un ulteriore attentato ai valori non negoziabili.
Giovedì, 13 giugno 2024