1000battute di alfredo mantovano
Quando ho saputo di Andrea mi è venuto in mente di quando ti ho visto per la prima volta, in un nostro pellegrinaggio a Monte S. Angelo. Avevi quindici anni, un paio di jeans e una maglietta bianca. E poi quando con Andrea e Stefano – dell’età di due o tre anni – sei venuta a casa, a Lecce, ad accompagnare Francesco per una conferenza. Mai avrei immaginato la tragedia di queste ore.
Il tuo dolore è certamente tuo, di Francesco e dei tuoi figli. E’ un dolore che non cambierà mai, terribile e lancinante. Quando si attenuerà lo stordimento dei primi giorni, stai pur sicura che non resterà solo il vostro dolore. Ci avrai di fianco: questo non cambierà la natura del dolore, ma forse il modo di affrontarlo. Hai di fianco, già da adesso, non la sigla di una associazione, ma una comunità viva, fatta di famiglie e di persone che guardano a te, a Francesco e ai vostri figli come a una sorella e a fratelli. Vi tengono stretti e vi abbracciano perché abbiamo un Padre e una Madre comuni.