Dichiarazione in occasione dell’Insediamento di Joseph R. Biden Jr. come 46° Presidente degli Stati Uniti d’America, di S.E. Rev.ma José H. Gomez, arcivescovo di Los Angeles, Presidente della Conferenza Episcopale Cattolica degli Stati Uniti.
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20 gennaio 2021
Oggi rivolgo la mia preghiera per il nostro nuovo Presidente e per la sua famiglia.
Prego Dio di infondergli sapienza e coraggio per guidare questa grande nazione e affinché Dio lo aiuti ad affrontare le prove del nostro tempo, a sanare le ferite causate da questa pandemia, a ridurre le nostre profonde divisioni politiche e culturali e a condurre insieme le persone con rinnovata dedizione agli obiettivi originari dell’America, essere una sola nazione al cospetto di Dio impegnata per la libertà e l’eguaglianza per tutti.
I vescovi cattolici non prendono le parti di nessuno nella vita politica della nostra nazione. Siamo pastori responsabili delle anime di milioni di americani e avvocati delle necessità di ogni nostro prossimo. In ogni comunità del Paese, le parrocchie, le scuole, gli ospedali e i vari servizi cattolici formano una cultura fondamentale di compassione e di cura, servendo donne, bambini, così come gli anziani, i poveri e gli ammalati, i prigionieri, i migranti, gli emarginati, non importa di quale razza o religione.
Quando ci esprimiamo su temi relativi alla vita pubblica americana, cerchiamo di guidare le coscienze e offriamo dei principi. Questi principi sono radicati nel Vangelo di Gesù Cristo e negli insegnamenti sociali della sua Chiesa. Gesù Cristo ha rivelato il piano d’amore di Dio verso la creazione e ha rivelato la verità sulla persona umana, creata a immagine di Dio, dotata da Dio di dignità, diritti e responsabilità, e chiamata a un destino trascendente.
Sulla base di queste verità, riflesse nella Dichiarazione di Indipendenza e nella Carta dei Diritti, i vescovi e i fedeli cattolici adempiono il comandamento di Cristo di amare Dio e il nostro prossimo operando per un’America che protegga la dignità umana, espanda l’uguaglianza e le opportunità per ogni persona, e abbia un cuore aperto verso i sofferenti e i deboli.
Da molti anni ormai la Conferenza Episcopale Cattolica degli Stati Uniti cerca di aiutare i cattolici e gli altri uomini di buona volontà nelle loro riflessioni sulle questioni politiche, mediante una pubblicazione intitolata Forming Consciences for Faithful Citizenship [Formare le coscienze per una cittadinanza fedele]. L’edizione più recente affronta un’ampia varietà di preoccupazioni. Fra di esse: aborto, eutanasia, la pena di morte, immigrazione, razzismo, povertà, cura dell’ambiente, riforma della giustizia penale, sviluppo economico e pace internazionale.
Su questi e altri temi il nostro dovere di amare e i nostri principi morali ci conducono a giudizi prudenziali e posizioni che non collimano esattamente con le categorie politiche di sinistra o destra, o con i programmi dei nostri due principali partiti politici. Noi lavoriamo con ogni Presidente e ogni Congresso. Su alcuni temi ci troviamo più dalla parte dei Democratici, mentre su altri ci troviamo a fianco dei Repubblicani. Le nostre priorità non sono mai di parte. Siamo prima di tutto Cattolici, desiderosi soltanto di seguire fedelmente Gesù Cristo e di diffondere la sua visione della fraternità e comunione umana.
Non vedo l’ora di collaborare con il Presidente Biden e la sua amministrazione, e con il nuovo Congresso. Come con ogni amministrazione, ci saranno aree in cui saremo d’accordo e lavoreremo strettamente insieme, e aree in cui avremo un disaccordo di principio e una forte opposizione.
Lavorare con il presidente Biden sarà tuttavia un’esperienza unica, in quanto è il nostro primo presidente in 60 anni a professare la fede Cattolica. In un periodo di secolarizzazione crescente e aggressiva nella cultura americana, in cui i credenti affrontano numerose sfide, sarà rinfrancante avere a che fare con un Presidente che comprende chiaramente, in modo profondo e personale, l’importanza della fede e delle istituzioni religiose. La devozione e la storia personale del Signor Biden, la sua testimonianza toccante su come la sua fede gli abbia recato sollievo in momenti di buio e di tragedia, la sua dedizione costante alla priorità evangelica per i poveri – tutto questo per me è fonte di speranza e ispirazione.
Allo stesso tempo, come pastori, i vescovi della nazione hanno il dovere di proclamare il Vangelo in tutta la sua verità e potenza, in ogni occasione opportuna e non opportuna, anche quando quell’insegnamento è scomodo o quando le verità del Vangelo vanno in direzione contraria rispetto alla maggior parte della società e della cultura. Devo quindi evidenziare che il nostro nuovo Presidente si è impegnato a perseguire determinate politiche che farebbero avanzare i mali morali e minaccerebbero la vita e la dignità umana, in modo particolarmente serio per quanto riguarda aborto, contraccezione, matrimonio e gender. Una grande preoccupazione è relativa alla libertà della Chiesa e alla libertà dei credenti di vivere secondo le loro coscienze.
I nostri impegni sui temi della sessualità umana e della famiglia, così come i nostri impegni in ogni altro campo – come per esempio l’abolizione della pena di morte o la ricerca di un sistema sanitario e di un’economia che sia davvero a servizio della persona umana – sono guidati dal grande comandamento di Cristo di amare ed essere solidali con i nostri fratelli e sorelle, specialmente i più vulnerabili.
Per i vescovi della nazione, l’ininterrotta ingiustizia dell’aborto resta la «priorità preminente». Preminente non significa «unica». Ci preoccupano profondamente numerose minacce alla vita e alla dignità umana nella nostra società. Ma come insegna Papa Francesco, non possiamo tacere quando circa un milione di vite non nate vengono scartate nel nostro paese, anno dopo anno, attraverso l’aborto.
L’aborto è un attacco diretto alla vita che inoltre ferisce la donna e mina la famiglia. Non è solo una questione privata, suscita domande preoccupanti e fondamentali sulla fraternità, la solidarietà e l’inclusione nella comunità umana. È anche una questione di giustizia sociale. Non possiamo ignorare la realtà che i tassi di aborto sono molto più elevati fra i poveri e le minoranze e che tale pratica è usata regolarmente per eliminare bambini che sarebbero nati con disabilità.
Piuttosto che imporre ulteriori espansioni di aborto e contraccezione, come ha promesso, spero che il nuovo Presidente e la sua amministrazione collaborino con la Chiesa e chiunque altro di buona volontà. Spero che possiamo iniziare un dialogo che affronti i complessi fattori culturali ed economici che spingono all’aborto e scoraggiano le famiglie. Spero anche di poter lavorare insieme per mettere in atto finalmente una politica familiare coerente in questo paese, che riconosca l’importanza cruciale di matrimoni saldi e dell’essere genitori per il benessere dei bambini e la stabilità delle comunità. Se il Presidente, nel pieno rispetto della libertà religiosa della Chiesa, s’impegnasse in questo dialogo, ciò contribuirebbe molto al ripristino dell’equilibrio civile e a curare i bisogni del nostro paese.
L’auspicio del Presidente Biden per la riconciliazione e l’unità nazionale è benvenuto a tutti i livelli. Ne abbiamo urgente bisogno nell’affrontare il trauma nel nostro paese causato dalla pandemia di coronavirus e dall’isolamento sociale che ha soltanto peggiorato le profonde e cocenti divisioni fra i nostri concittadini.
In quanto credenti, comprendiamo che la guarigione è un dono che possiamo ricevere soltanto dalla mano di Dio. Sappiamo anche che la vera riconciliazione richiede un ascolto paziente di coloro che non sono d’accordo con noi e una volontà di perdonare e andare oltre il desiderio di rivalsa. L’amore cristiano ci chiama ad amare i nostri nemici e benedire i nostri persecutori, e a trattare gli altri con la stessa compassione che desideriamo per noi stessi.
Siamo tutti sotto l’occhio vigile di Dio, che solo conosce e può giudicare le intenzioni dei nostri cuori. Prego Dio di donare al nostro nuovo Presidente, e a tutti noi, la grazia di cercare il bene comune in tutta sincerità.
Affido tutte le nostre speranze e preoccupazioni in questo nuovo momento al tenero cuore della Beata Vergine Maria, la madre di Cristo e la patrona di questa straordinaria nazione. Possa lei guidarci sulle vie della pace e ottenerci sapienza e la grazia di un autentico patriottismo e amore per il paese.
Sabato, 23 gennaio 2021