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Con gli atti di sottomissione non si arriva da nessuna parte

24 Giugno 2025 - Autore: Aldo Ciappi

Un pasticcio inutile e controproducente

di Arduino Aldo Ciappi

Il sindaco di Pistoia Alessandro Tommasi, candidato in pectore del centro-destra alle prossime elezioni regionali per la Toscana, ha concesso il patrocinio del suo comune al prossimo Gay Pride (o più semplicemente “Pride”) regionale, che si è tenuto a Prato il 21 giugno.

Di certo questo non era un atto dovuto ma, evidentemente, egli avrà pensato (se fosse così, molto ingenuamente) che magari qualcuno dei sostenitori del Pride potrebbe votarlo quale futuro Governatore di questa regione.

Se questi sono i calcoli dello sfidante del candidato del centro-sinistra (quasi certamente Eugenio Giani, attuale Presidente), gli avversari dormiranno sonni ancor più tranquilli di quelli che già si possono permettere, stante la radicalizzazione del tessuto sociale di questa regione, una volta fieramente comunista, sui temi sbandierati dalla lobby LGBTQ+.

Temi, a onor del vero, che gli stessi neppur tanto anziani leader (penso ad un D’Alema qualsiasi) fino a qualche decennio fa consideravano come volgare espressione della borghesia e lontani dagli interessi della classe operaia (nel 1950 lo scrittore omosessuale Pasolini fu espulso dal PCI!).

Senza entrare nello specifico delle “battaglie” dei fans del Pride, che ha tra i suoi bersagli preferiti «la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio» (art. 29 della Costituzione), e la Chiesa cattolica, sistematicamente vilipesa durante le sue sfilate, il fatto che un politico di un certo rilevo a livello regionale, appartenente ad un partito che si richiama alle radici cristiane, abbia compiuto (forse per un puerile calcolo?) un gesto come questo, senza coglierne la grande rilevanza simbolica per quel mondo che, in tesi, vorrebbe rappresentare, fa stato, purtroppo, della scarsa consistenza della classe politica di questa regione.

E’ amaro doverlo constatare, ma è così: senza il coraggio di certe scelte contro corrente non si cambia nulla. Serviva un chiaro messaggio di speranza ad una società vecchia, senza figli e quindi senza futuro, che solo il sostegno incondizionato alla famiglia può assicurare.

Il patrocinio al Pride non è una insignificante patacca su un manifesto; è un gratuito tributo ad una ideologia che si impone già adesso a tutti i livelli e di cui non si comprende ancora l’importanza.

Chi aspira ad occupare certi posti di vertice istituzionale dovrebbe saperlo.

Martedì, 24 giugno 2025

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