Tanto. E spesso in maniera sorprendente come testimonia il triplice tradimento di Pietro nei confronti di Gesù prima del canto del gallo.
Le donne invece, a cominciare dalla Madre di Dio, furono nell’occasione fedeli, attestando il proprio coraggio sotto la Croce e dando una lezione che rimane nella storia.
C’è in particolare una forma odiosa di viltà negli uomini. Ed è quella di quanti tra loro abbandonano la donna che amano (?) quando scoprono che attende un bambino. Non sono pochi i mariti, i compagni, i fidanzati che fuggono di fronte alle responsabilità della paternità lasciando sole mogli, compagne e fidanzate. A parte la fuga vera e propria, non rara, ci sono le mille scuse: “non sono pronto“, “non abbiamo ancora la cameretta, come faremo?” “Che diranno i tuoi?” e via dicendo.
Così le donne a volte si trovano, spinte anche da una pervadente cultura contraria alla vita, a dover scegliere l’aborto. Quante di loro terrebbero il proprio bambino che sentono crescere nel grembo, se trovassero nell’uomo un sostegno? Nessuno lo può dire. Ma si può ipotizzare che non siano poche.
La vigliaccheria degli uomini in questi casi uccide nella coppia l’amore, il frutto di quell’amore e la speranza. Eppure, come insegna Pietro, tutto può essere ricostruito se l’uomo affronta con coraggio le conseguenze della propria viltà. Pentimento e perdono possono dare luogo a una nuova vita e lasciare spazio all’accoglienza di bambini che riempiano il vuoto di quello rifiutato tragicamente con l’aborto. A porre il problema in righe meravigliose fu San Giovanni Paolo II nell’Evangelium Vitae. Una enciclica da rileggere.
Gli uomini sono spesso vili ma sanno talvolta riconquistare dignità e ruolo. Agli occhi delle donne e anche di Dio.