Marco Invernizzi, Cristianità n. 431 (2025)
Intervento, rivisto e annotato, svolto il 29-12-2024 all’incontro organizzato da Alleanza Cattolica per il Capodanno a Roverè Veronese presso la Casa diocesana di spiritualità.
Nell’omelia della Messa di mezzanotte di quest’anno ho ascoltato dal celebrante la suggestiva testimonianza di una conversione avvenuta poche ore prima: quella di un uomo entrato in chiesa che, dopo aver girovagato fra gli altari laterali guardando i presepi preparati dai bambini del catechismo, ha avvicinato il sacerdote in confessionale e ha cominciato a confidarsi. Gli ha così raccontato la sua vita, piena di successi professionali e di ricchezza crescente, ma priva di senso e di un fine oltre l’esistenza temporale: «Padre, ho la morte dentro di me», gli ha confidato, anche se apparentemente «passo da un successo all’altro». Ha raccontato che aveva la fede da ragazzo, faceva il chierichetto, ma poi si era progressivamente allontanato, passando da un episodio negativo a un altro, fino al distacco totale. Infine ha aggiunto: «Oggi ho sentito dentro di me una voce che mi spingeva verso questo Gesù bambino che vedo nei presepi, ma ci sarà per me un posto accanto a lui dopo tanto male?». Il prete, che era poi il celebrante, lo ha ascoltato e accolto, gli ha spiegato che ogni uomo ha un posto previsto accanto al Salvatore, se soltanto vuole occuparlo. E allora quell’uomo è scoppiato a piangere come un bambino, prima di confessarsi e di ritrovare il sorriso.
Il senso della Nuova Evangelizzazione
Perché ho ricordato questo episodio? Perché questa è la Nuova Evangelizzazione. Essa è opera di Dio che sempre per primo spinge e prende l’iniziativa, ma ci vuole un sacerdote che stia in confessionale, alcuni bambini che allestiscano dei presepi e qualcuno che formi alla fede chi vi fa ritorno, affinché la fede ritrovata non rimanga in superficie ma diventi vita vissuta e incarnata in una cultura consapevole.
Oggi noi compiamo un gesto che ha un posto importante nella vita di Alleanza Cattolica. Si tratta di una convivenza all’interno di un contesto ordinato, seppure per pochi giorni, da parte di persone e di famiglie che insieme costituiscono una micro-cristianità, cioè uno stare insieme cadenzato dalla fede e da un giudizio culturale condiviso sulla realtà e sulla vita, che aiuti a eliminare nei cuori di chi vi partecipa le tossine della Rivoluzione accumulate per anni e, soprattutto, ad aumentare il desiderio di costruire un mondo migliore, non solo di questo in cui viviamo, ma anche di quello ispirato al Vangelo, esistente prima dell’epoca delle rivoluzioni.
Le apparizioni di Fatima, in Portogallo, e di Medjugorje, in Erzegovina, vanno in questa direzione: affrettare il trionfo di Maria, perché la sua vittoria favorisca la salvezza di tante anime attraverso la nascita di un mondo ispirato al Vangelo.
Animam salvasti, animam tuam praedestinasti: questa frase, attribuita tradizionalmente a sant’Agostino (354-430), lega le due apparizioni nel piano salvifico di Maria. La salus animarum è lo scopo della Chiesa e sia questo anche il nostro desiderio, reso concreto avendo in mente persone reali, che vivono accanto a noi e delle quali in qualche modo siamo responsabili. Non preghiamo soltanto per i nostri grandi o piccoli bisogni, ma siamo generosi e magnifici: preghiamo per gli altri, per la conversione del mondo, per la sconfitta del male, per affrettare la vittoria di Maria.
Noi seguiamo le indicazioni e le suggestioni di Maria, ma purifichiamo sempre le nostre intenzioni. Il mondo migliore che auspichiamo non è il mondo in cui i cattolici comandano e «gli altri», che sono oggi avversari, vengono umiliati, ma quello in cui «gli altri» si convertono. E questo può succedere, anche grazie alla nostra preghiera e alla nostra azione.
Fatima e Medjugorje. Il legame
Guardiamo più da vicino le due apparizioni. Medjugorje è stato ed è uno dei più efficaci propulsori della Nuova Evangelizzazione nell’ultimo mezzo secolo. Stiamo allora attenti a non pentirci per aver lasciato passare il treno senza esservi saliti sopra, senza esserci accorti dell’opportunità che si presentava, perché, se è vero che il Signore opera comunque in qualsiasi circostanza, è vero anche che, se manda dei segnali, è sbagliato non tenerne conto.
L’opportunità non è soltanto personale, dal momento che, dopo il completamento di quella pubblica con la morte dell’ultimo degli apostoli, una rivelazione privata non aggiunge nulla alla fede e non è necessario aderirvi per professare correttamente il credo cattolico. Ma è una opportunità: lo dice la Chiesa quando riconosce la bontà dei suoi frutti, che peraltro possiamo vedere anche solo guardandoci intorno e osservando quante conversioni, quante vocazioni, quante riconciliazioni si sono verificate a Medjugorje dal 1981 a oggi (1). Se le rivelazioni private sono una forma di direzione spirituale che il soprannaturale svolge a beneficio del popolo di Dio, aiutandolo a interpretare i segni del proprio tempo, allora dobbiamo capire che cosa significano queste apparizioni dal 25 giugno del 1981, in cui la Vergine si rivolge a sei allora bambini e oggi madri e padri di famiglia, che vivono in diverse parti del mondo, dove continuano a ricevere i messaggi di Maria senza mai cadere in contraddizione.
Così scopriamo il legame fra queste apparizioni e quelle di Fatima, dove la Madonna nel 1917 ha dato un messaggio universale a tutti gli uomini, valido per il secolo XX ma anche per il Terzo Millennio (2). Se nelle due prime parti la Madonna ha mostrato ai tre pastorelli l’inferno, «dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori», e ha messo in guardia dall’inferno delle nazioni, il comunismo sparso nel mondo dalla Russia a partire dall’ottobre del 1917 — poche settimane dopo l’ultima apparizione a Fatima, quando scoppia la rivoluzione e l’ideologia comunista conquista per la prima volta nella storia il potere di uno Stato — nel 2000 il card. Joseph Ratzinger (1927-2022), allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, rivela nella sua completezza il Messaggio, il cui Leitmotiv è la persecuzione subita e che subirà la Chiesa cattolica. Se ne accorgerà proprio il card. Ratzinger, nel frattempo diventato Papa Benedetto XVI (2005-2013), che nel 2010, a Fatima, dove ha canonizzato i due pastorelli, Giacinta e Francesco, dirà che quel Messaggio riguarda non soltanto il passato ma anche il futuro e dunque il trionfo del Cuore di Maria è davanti a noi e sarà un tempo storico di pace e di libertà religiosa dopo l’epoca della persecuzione (3).
Qui incontriamo il legame tra Fatima e Medjugorje, dove erano in corso da nove anni le apparizioni. Il 25 agosto 1991 a Medjugorje la Madonna dirà di essere venuta a portare a compimento quanto cominciato a Fatima (4), cioè verosimilmente a organizzare i suoi apostoli — forse gli «apostoli degli ultimi tempi», di cui scrive san Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716) nella sua Preghiera infuocata (5) — per resistere al piano di Satana e preparare l’avvento del proprio trionfo.
Anche qui conviene essere attenti a non ripetere quegli «errori di giudizio o gravi omissioni, di cui i cristiani si sono resi responsabili nel corso dei secoli» (6). Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria sarà la conversione del mondo odierno, non la sua sostituzione. Così opera la Madonna, che non distrugge un mondo per farne a un altro, secondo una logica gnostica e rivoluzionaria, ma favorisce la conversione dell’esistente, partendo realisticamente da chi c’è. La conversione del mondo contemporaneo avverrà nella libertà e non sarà il frutto dell’espulsione dei non cattolici, bensì del riconoscimento della libertà religiosa, che permetterà a chi vorrà di convertirsi liberamente alla vera religione. In questo senso i Messaggi di Medjugorje continuano quelli di Fatima, si rivolgono al mondo, anche se rimangono in qualche modo eurocentrici, provenendo dall’Europa la maggior parte dei pellegrini che vi si recano, anche per la vicinanza geografica.
25 marzo 1984. Finalmente
Il Messaggio di Fatima dopo il 1917 impiega molto tempo a diffondersi nel mondo. La Madonna aveva annunciato una nuova e peggiore guerra dopo il primo conflitto mondiale, se gli uomini non si fossero convertiti: così una Seconda Guerra Mondiale scoppia nel 1939 ed è in qualche modo «annunciata» da due aurore boreali, avvenute nel 1938 enel 1939 (7), probabilmente quei segni di cui suor Lucia aveva parlato (8).La Madonna aveva chiesto preghiera e penitenza e la pratica della comunione riparatrice nei primi cinque sabati consecutivi del mese, per favorire e accompagnare le conversioni. Aveva anche chiesto la consacrazione del mondo e della Russia al suo Cuore da parte del Papa e dei vescovi uniti con lui, ma ciò non è avvenuto, se non isolatamente. Perché? Non so darne una spiegazione.
Comunque, finalmente tutto comincia a cambiare dopo l’attentato del 13 maggio 1981, quando la Madonna salva miracolosamente san Giovanni Paolo II (1978-2005) dalla morte certa, perché possa condurre la Chiesa nel Terzo Millennio e portare a compimento il Messaggio di Fatima, come appunto avverrà nel 2000. Dopo l’attentato, tutto si svolge velocemente. Il 25 marzo 1984, il Papa consacra il mondo al Cuore di Maria insieme a tutti i vescovi e, anche se non pronuncia il nome della Russia, fa in modo che lo capiscano tutti coloro che seguono in televisione la cerimonia di consacrazione avvenuta a Roma, nella stessa piazza San Pietro dove il Papa è stato vicino alla morte. Non so quanti vescovi effettivamente abbiano fatto pubblicamente la consacrazione con lui, ma la richiesta vi è stata ed è stata pubblica: io stesso partecipai nel santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso a Milano all’atto di affidamento pronunciato dall’allora arcivescovo di Milano, card. Carlo Maria Martini (1927-2012). Interpellata sulla validità della consacrazione, suor Lucia risponderà affermativamente: la Madonna aveva accolto il gesto del Pontefice. «Qualcosa del comportamento richiesto dalla Madonna è certamente stato fatto e qualcosa altrettanto certamente è accaduto», scrisse Giovanni Cantoni (1938-2020), commentando il gesto del vescovo di Roma (9).
Dal 13 maggio 1981 al 1989
Presto quel «qualcosa» accade e tutti lo possono vedere. Il 9 novembre 1989 cominciano a essere aperti i varchi nel Muro di Berlino e la muraglia di cemento inizia a essere smantellata dalla popolazione della parte orientale della città, finalmente libera di attraversare quella barriera eretta nel 1961 dal regime comunista per impedire la fuga in Occidente dei suoi cittadini. Quel che si materializza in quel mese di novembre e continua negli anni successivi è la sconfitta dell’ideologia che aveva lanciato l’«assalto al cielo» senza riuscire nel proprio intento di conquistare il mondo. Sarà un grande risultato per l’umanità e un passo avanti: la Chiesa da allora potrà predicare il Vangelo in una parte del mondo dove era stata proibita e perseguitata ogni religione. Papa Giovanni Paolo II svolge un ruolo importante in questo frangente della storia così ricco di significato, come il presidente statunitense Ronald Wilson Reagan (1911-2004) e la premier britannica Margaret Thatcher (1925-2013), entrambi convinti assertori di una politica anti-comunista. Ma in quella vicenda apparirà evidente, almeno per i credenti, l’intervento miracoloso di un Dio provvidente: il crollo dei regimi comunisti avviene infatti senza spargimento di sangue, tranne che in Romania.
Il Messaggio di Fatima conosce allora un’attenzione che non ha mai avuto prima. Il 13 maggio 1982, a un anno esatto dall’attentato subìto, il Pontefice si reca a Fatima per ringraziare la Madonna di aver guidato con la sua mano materna la pallottola affinché miracolosamente non colpisse organi vitali. Quella pallottola, sparata a bruciapelo da un killer professionista turco, oggi è incastonata nella corona della statua di Maria venerata nel santuario di Fatima.
La Regina della Pace
Nel frattempo, a Medjugorje, sono cominciate le apparizioni, in cui la Madonna si presenta con il titolo di Regina della Pace. Nel primo decennio delle apparizioni si ritiene che la Madonna abbia scongiurato lo scoppio di una guerra nucleare fra l’Occidente e il mondo comunista guidato dall’Unione Sovietica (URSS). Il 13 maggio 1984, a Severomorsk, nella Penisola di Kola, a cento chilometri dal confine con la Norvegia, un incidente gravissimo avviene in una base militare sovietica, con la distruzione di un terzo circa dei missili terra-aria della flotta del Nord, mettendo in gravissime difficoltà l’apparato militare dell’Unione Sovietica. La notizia sarà rivelata settimane dopo dal Washington Post, ripreso in Italia da la Repubblica del 23 giugno, ma non riceverà l’attenzione che avrebbe meritato: «Paradossalmente, nella base potenzialmente più sicura, il 13 maggio 1984, dopo le tradizionali manovre di primavera, esplode il deposito munizioni di Okolnaya, la più grande polveriera della Flotta del Nord, a poche centinaia di metri dalle banchine. La fuga dal centro abitato verso Murmansk è immediata, mentre un fungo altissimo di polveri sovrasta la zona.
«Cause e notizie mancano: la censura bloccò ogni possibile canale, ma quel che non poté arginare furono le conseguenze: un’irreparabile perdita di dotazioni, di uomini e molto probabilmente di mezzi navali anche se non nucleari, che compromisero per almeno due anni le potenzialità strategiche indispensabili per sferrare un attacco contro l’ovest; game over, fine anticipata di quell’ultima appendice così pericolosa di Guerra Fredda, tanto che una fonte del Pentagono poté dichiarare al Washington Post che “la flotta artica sovietica si troverebbe nei guai in caso di scontro con la marina americana”, e il portavoce di Jane’s poté asserire che “The destruction represents the greatest disaster to occur in the Soviet Navy since World War II”» (10).
Sia come sia, il mondo nel 1989 — esattamente duecento anni dopo la Rivoluzione francese, che lo apre —, il «mondo delle ideologie», l’ultima delle quali è il comunismo, conosce una svolta storica e chiude un itinerario, almeno in Europa: due anni dopo finisce anche l’URSS.
Termina l’epoca delle ideologie, ma non per questo nasce un mondo senza guerre e senza problemi. A Medjugorje i messaggi di Maria continuarono a ricordare che il mondo occidentale si sta costruendo prescindendo da Dio e ciò lo porterà alla deriva. Così gli anni 1990 sono funestati dalle guerre balcaniche causate dallo smantellamento della Federazione Iugoslava comunista, che portano in un decennio alla nascita degli Stati indipendenti di Slovenia, Croazia, Serbia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Macedonia e Kosovo. La Regina della Pace, come già a Fatima, ha continuerà a invocare preghiera e penitenza per far terminare le guerre.
Dopo la guerra regionale, il terrorismo islamista
La Rivoluzione iraniana del 1979, anti-imperialista e anti-occidentalista, guidata da esponenti sciiti fra cui emerge l’āyatollāh Ruḥollāh Moṣṭafāvī Mōsavī Khomeynī (1902-1989), rappresenta un momento determinante per l’emergere dell’islam «jihadista» anche in campo musulmano (11). L’idea che un regime autocratico — quello dello Shah Mohammad Reza Pahlavi (1919-1980) —, fortemente protetto dagli Stati Uniti d’America e dal Regno Unito, possa essere destabilizzato da contestazioni religioso-popolari e si tramuti in un regime di stampo islamico, accende la fantasia di molti riformisti musulmani, intellettuali e non, facendo nascere la speranza di un cambiamento radicale in altre realtà politiche, fino all’utopica idea di un grande Stato islamico, governato dalla legge coranica, la shari’a.
L’islam radicale, spesso armato, si diffonde come reazione ai regimi ispirati al nazionalismo e al socialismo sorti in molti Paesi islamici dopo la Seconda Guerra Mondiale, nonché al laicismo affermatosi dopo lo smembramento dell’Impero Ottomano. Presto adotta metodi terroristici, commettendo una serie impressionante di attentati sia contro l’Occidente, detto «il grande Satana», sia contro Israele, il «piccolo Satana». Il terrorismo islamico colpisce le capitali europee prima e dopo l’11 settembre 2001, ma anche quei regimi islamici considerati corrotti perché occidentalizzati, e combatte il conflitto mai cessato fra confessione sciita e sunnita (12). Quella fase della loro storia, che molti musulmani hanno vissuto come un «risveglio» dalla subordinazione nei confronti dell’Occidente, negli ultimi vent’anni del secolo XX e nel primo decennio del nuovo Millennio arriva a colpire anche la Bosnia-Erzegovina e, quindi, indirettamente, anche Medjugorje, dove si svolge un anomalo conflitto fra le comunità serba-ortodossa, cattolico-croata e musulmano-bosniaca, nonché, ultimamente, fra i musulmani albanesi del Kosovo e i serbi ortodossi di Belgrado.
Tuttavia, dopo il primo decennio del secolo XXI, il «risveglio» islamico sembra conoscere una pausa o, comunque, un rallentamento, mentre un «risveglio» nazionalistico e imperialistico avviene nella Federazione Russa sotto la guida di Vladimir Putin, che guida il Paese ex sovietico a partire dal suo primo mandato presidenziale del 2000, ottenuto dopo il periodo di dialogo con l’Occidente della presidenza di Boris Eltsin (1931-2007), però funestato da una corruzione e da un indebolimento dello Stato che probabilmente non erano più sopportabili perché possibili fattori del collasso delle istituzioni.
La guerra russo-ucraina
Le apparizioni della Madonna entrano in una nuova fase al tempo della «terza guerra mondiale a pezzi», secondo la frequente espressione di Papa Francesco, scatenata dalla decisione di Putin di ricostituire un impero come quello dell’Unione Sovietica, la cui scomparsa, secondo il presidente russo, sarebbe stata «la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo». Conquista della Moldavia e della Transnistria, della Georgia e dell’Ucraina soprattutto, sono le principali tappe di questa escalation culminata con la duplice invasione russa dell’Ucraina prima nel febbraio del 2014 e poi nel febbraio del 2022. Il resto è la storia degli ultimi tre anni di guerra dentro il territorio ucraino e infine la cronaca di questi ultimi giorni, quando sembra, all’inizio del 2025, che siano imminenti negoziati per fermare il conflitto. Si spera che la Regina della Pace riesca a convincere gli uomini a interrompere la spirale di guerra nella quale sembra essere entrato il mondo della post-modernità.
Marco Invernizzi
Note:
1) Cfr. Dicastero per la Dottrina della Fede, «La Regina della Pace». Nota circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje, 19-9-2024.
2) Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Messaggio di Fatima, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2000.
3) Cfr. Benedetto XVI, Omelia nella spianata del Santuario di Fatima, 13-5-2010: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: “Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!” (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?” (Memorie di Suor Lucia, I, 162)».
4) «Vi invito alla rinuncia durante nove giorni, affinché con il vostro aiuto sia realizzato tutto ciò che voglio realizzare attraverso i segreti che ho iniziato a Fatima», in I Messaggi della Madonna di Medjugorje. La raccolta completa dal 1981 al 2023, a cura di Elisa Pallotta, Torrazza Piemonte (TO) 2023.
5) Cfr. Luigi Maria Grignion di Montfort, Preghiera infocata, in Opere, Centro Mariano Monfortano, Roma 1977, pp. 647-658.
6) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione «Libertatis conscientia» su libertà cristiana e liberazione, del 22-3-1986, n. 20. L’Istruzione rimanda alla Costituzione pastorale «Gaudium et spes» sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, del 7-12-1965, n. 36.
7) Cfr. Giacomo Roggeri Mermet, Fatima e le aurore boreali del 1938 e del 1939, in Cristianità, anno XLVI, n. 389, gennaio-febbraio 2018, pp. 21-28.
8) «La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI [1922-1939] ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà del fatto che si appresta a punire il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre»: queste le parole di suor Lucia nella «terza memoria» del 31 agosto 1941 destinata al vescovo di Leiria-Fatima, mons. José Alves Correia da Silva (1872-1957), in Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Messaggio di Fatima, cit., n. 16.
9) Cfr. Giovanni Cantoni, Fatima e la Contro-Rivoluzione del secolo XXI, in Cristianità, anno XXVIII, n. 301-302, settembre-dicembre 2000, pp. 3-14.
10) Gino Lanzara, Pillola azzurra o pillola rossa, in Difesa online, 30-11-2019, nel sito web <https://www.difesaonline.it/geopolitica/analisi/pillola-azzurra-o-pillola-rossa> (gli indirizzi Internet dell’articolo sono stati consultati il 27-2-2025). Ha scritto Flavio Babini, allora colonnello dell’aviazione militare italiana, nel suo romanzo Assalto all’Europa: «Nel 1984 il rapporto di forze era enormemente sbilanciato in favore del Patto di Varsavia, e pochi degli euromissili destinati a bilanciarlo erano stati installati. Se l’Unione Sovietica e i suoi alleati avessero attaccato allora l’Europa occidentale con un conflitto convenzionale, in dieci giorni avrebbero vinto la guerra. Potevano rendere inoffensivi i dispositivi nucleari europei e contare sul fatto che gli Usa, non essendo direttamente attaccati, non avrebbero risposto con l’atomica. Io sono moralmente certo che ci ha salvato la consacrazione della Russia, insieme al mondo intero, al cuore immacolato di Maria che papa Giovanni Paolo II compì il 25 marzo 1984. Dopo di allora gli avvenimenti hanno conosciuto un’accelerazione: un anno dopo Mikhail Gorbaciov [1931-2022] era segretario del Pcus, e sette anni dopo il Patto di Varsavia e l’Unione Sovietica erano sciolti; avvenimenti che nel 1984 non si potevano immaginare nemmeno lontanamente» (cit. in Rodolfo Casadei, «Assalto all’Europa». Se una guerra atomica non ci ha distrutti è un miracolo, in Tempi, 6-12-2018).
11) Cfr. Stefano Nitoglia, Iran. Un episodio inedito alle origini della rivoluzione, in Cristianità, anno L, n. 418, novembre-dicembre 2022, pp. 3-17, e Idem, 42 anni di repressione in Iran, 11-8-2021, nel sito web <https://alleanzacattolica.org/42-anni-di-repressione-in-iran>, e Silvia Scaranari, segnalazione di Nicola Pedde, 1979. Rivoluzione in Iran, Rosenberg & Sellier, Torino 2019, nel sito <https://alleanzacattolica.org/1979-rivoluzione-in-iran>.
12) Sul conflitto fra sunniti e sciiti cfr., come introduzione al tema, Henri Laoust, Gli scismi nell’islam. Un percorso nella pluralità del mondo, trad. it., ECIG, Genova 2002, e Massimo Campanini e Stefano Maria Torelli, Lo scisma della mezzaluna. Sunniti e sciiti, la lotta per il potere, Mondadori, Milano 2017.
