1000battute…di alfredo mantovano
“Un’Europa sicura, dove tutti i cittadini possano spostarsi liberamente, in cui le frontiere esterne siano protette, con una politica migratoria efficace, responsabile, sostenibile, nel rispetto delle norme internazionali”. E’ il passaggio dedicato alle migrazioni nella Dichiarazione di Roma, sottoscritta sabato dai rappresentanti dei 27 Stati dell’Ue in occasione dei 60 anni dei Trattati. A qualche centinaio di chilometri in linea d’aria dalla sala degli Orazi e Curiazi, in un altro luogo carico di storia quale è l’attuale confine fra la Grecia e la Turchia, è sempre operativo l’accordo raggiunto nell’estate del 2015, in virtù del quale la Grecia rimanda in Turchia tutti i migranti che giungono sul proprio territorio e che non ottengono l’asilo o la protezione umanitaria. Il vaglio delle richieste di riconoscimento dello status di rifugiati proposte in territorio ellenico è rapido e sommario, in spregio alle regole UE. I profughi che la Grecia non riesce a rimandare a Istanbul vengono bloccati sulle isole elleniche dell’Egeo, a cominciare da Lesbo. La Turchia – ancora adesso riconosciuta dalla Ue quale “Stato terzo sicuro”! – trattiene i profughi nel proprio territorio e in cambio ottiene dall’UE una somma complessiva di circa 6 miliardi di euro e facilitazioni sui visti d’ingresso in Europa per i propri cittadini. Così, giusto per dare senso immediato e concreto all’espressione “politica migratoria efficace, responsabile, sostenibile, nel rispetto delle norme internazionali”.