Frammento 76
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Ci preme mettere in risalto la novità dell’apologetica dell’età postcostantiniana, il suo motivo specifico in questo tempo che si schiude davanti a noi, sulla cui durata non siamo autorizzati a fare nessuna profezia, tanto facile quanto insignifcante, e al quale non possiamo, anche se lo volessimo, sottrarci. Affermiamo perciò che il fine primo – non il tema unico – di questa apologetica deve essere la difesa della religione sic et simpliciter e della naturalità del sacro nella vita dell’uomo e nell’uomo stesso; e che l’apologetica analoga a quella precostantiniana si deve sovrapporre a questa e dai risultati di questa dipenderà, come un discorso de vera religione dipende e si innesta solo su di una positiva affermazione de religione, senza la quale è vox clamantis in deserto, buon seme che cade su terreno arido, grazia che non ha natura da perfezionare.
Prefazione a Mircea Eliade (1907-1986), Mito e realtà, trad. it., Borla, Leumann (Torino) 1966, p. 13.