Frammento 87
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Il vicino dell’uomo religioso non è un uomo non religioso che sia disposto a una convivenza pacifica e duratura – sempre che, nel tempo, sia desiderabile – ma uno che attende, di un’attesa messianica, che l’uomo religioso guarisca dal suo male, si liberi dal peso di una sovrastruttura e razionalizzi i suoi moti e la sua vita, cessando di essere un pericolo per il suo prossimo, a causa dell’inveterata abitudine al proselitismo che lo caratterizza, sia esso organizzato o semplice effetto della testimonianza esteriore di pace interiore, ostentazione involontaria di una ricchezza difficilmente confiscabile.
Prefazione a Mircea Eliade (1907-1986), Mito e realtà, trad. it., Borla, Leumann (Torino) 1966, p.13