Comunicato di Massimo Gandolfini (Family Day) del 09/10/2019
“Mi aspetto che i giudici della Corte Costituzionale non intendano demolire il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre: si tratta un principio pre-politico, antropologico e culturale su cui si basa ogni società umana. Oltretutto è da decenni che la letteratura scientifica dimostra che la mamma e il papà rappresentano l’ambiente più vantaggioso per la crescita di un bambino, visto che la strutturazione biologica della personalità avviene anche tramite il processo di identificazione”, così Massimo Gandolfini, leader del Family Day, interviene nel giorno in cui è attesa la decisione della Consulta sulla questione riguardante la legittimità costituzionale dell’attuale preclusione all’iscrizione nei Registri dello Stato Civile di un bambino come figlio di due persone dello stesso sesso; nella fattispecie si tratta di decidere sul caso di due donne, una italiana e una americana, che vogliono farsi entrambe riconoscere come mamme di un bambino concepito all’estero tramite inseminazione eterologa.
“Padre e madre non potranno mai essere cancellati per via giurisprudenziale, soprattutto se il diritto alla propria identità non viene negato da circostanze drammatiche – come la perdita di un genitore – ma dalla decisione egoistica di due adulti che programmano un bambino orfano di padre fin dal concepimento. Se i giudici del massimo organo della giustizia italiana decidessero di avallare il riconoscimento di due genitori dello stesso sesso, verrebbe smantellata la Legge 40, che vieta la PMA alle coppie dello stesso sesso, e legittimate la compravendita di gameti e la pratica dell’utero in affitto. Stiano quindi attenti a non approvare una deriva disumana che mette i corpi in vendita e trasforma i bambini in prodotti”.
Roma, 09 ottobre 2019 Associazione Family Day – DNF