“Un personaggio pubblico prima di parlare bisogna che pensi, è chiaro che ci siamo sentiti tutti sconcertati perché Giorgio Gori ha toccato due elementi che sono caposaldi della società italiana, che sono appunto l’appartenenza cristiana e il valore della famiglia”. Così Massimo Gandolfini commenta le parole del candidato del Centro Sinistra alla presidenza delle Regione Lombardia, Giorgio Gori, che prima ha affermato che in caso di vittoria non consentirà più scritte sul Pirellone, poi ha corretto il tiro dicendo di riferirsi solo alla scritta che salutava il Family Day, definendola una brutta pagina che non dovrà ripetersi.
“Questa uscita costituisce già un programma politico che ci trova totalmente contrari; se continuerà su questa strada, tutti gli elettori della regione Lombardia che hanno apprezzato le politiche familiari che la giunta di Maroni ha portato avanti non faranno altro che rilegittimare la presenza di Roberto Maroni presidente” prosegue Gandolfini.
“Tra l’altro Gori si appella alla laicità della Stato facendo finta di dimenticare che la famiglia naturale è riconosciuta dall’articolo 29 della Costituzione Italiana. Avendo grandi competenze anche in materia di politiche familiari e sanità, immaginiamo quali possano essere le eventuali linee di azione di una presidenza regionale targata Gori”, conclude Gandolfini.
Roma, 20 Novembre 2017
Comitato Difendiamo i Nostri Figli