di Daniele Fazio
E così in una riflessione pre-natalizia sul Corriere della Sera, Gesù – nell’interpretazione della scrittrice Dacia Maraini – è diventato l’ispiratore delle sardine. Lo schema dell’articolo segue un vecchio manicheismo che pone innanzitutto da una parte la chiesa-istituzione che ha tradito la carica rivoluzionaria e dall’altra una chiesa idealistica che la conserva rivelandosi veramente fedele al messaggio del «pastore povero che a piedi nudi portava a pascolare le pecore». Nella strategia comunicativa poi l’autrice eccede ancora con il suo manicheismo, re-inventando una forma nuova di vecchio marcionismo, ossia ponendo uno iato incolmabile tra la logica dell’Antico Testamento guerrafondaia, sessista, misogina, vendicativa ed intollerante e il messaggio pacifista di Gesù. Senonché su questo ultimo affondo è insorto il Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, che ha spiegato come una tale operazione interpretativa per quanto riguarda il rapporto tra ebraismo e cristianesimo è banale e menzognera. La replica di Dacia Maraini se da un lato cerca di recuperare il rapporto con l’ebraismo, che aveva fissato in categorie alquanto discutibili, rincara dall’altro il giudizio assolutamente negativo nei confronti della solita Chiesa Cattolica che ha tradito Gesù Bambino per questioni di potere e privilegi.
È un’antica storia quella di un Gesù a proprio uso e consumo e staccato dalla Chiesa. D’altronde non potendolo eliminare del tutto, alcuni hanno voluto ridurlo alle proprie interpretazioni ideologiche e soprattutto – al di là di una lettura attenta dei Vangeli e delle Scritture – lo hanno fatto il capostipite di ogni moda culturale e politica dominante di tempo in tempo.
A partire dalle eresie dei primi secoli, si sono dunque succedute diverse concezioni: un Gesù solo Dio (monofisismo) un Gesù con due persone, umana e divina, (nestorianesimo), un Gesù non consustanziale al Padre ma subordinato (arianesimo) e ancora un Gesù con un’unica volontà che annullerebbe il suo essere uomo (monotelismo) .
Dalla modernità ai nostri giorni e a partire dall’idea illuministica di una religione entro i limiti della ragione – quindi secolarizzata rispetto a quanto è la vis di ogni religione, ovverosia il soprannaturale – si è succeduto: il Gesù semplice maestro della legge del cuore, il Gesù socialista, e comunque, in tutte le salse e per tutte le stagioni, rivoluzionario. Ai nostri giorni, Gesù è diventato femminista, queer e con il Natale 2019 anche – per volere di Dacia Maraini – sardina. Con tanto di giustificazione circa l’utilizzo da parte dei primi cristiani del simbolo del pesce per indicare Cristo. Se non che, anche nei confronti di questa sottolineatura, ci sarebbe da ricordare che il pesce fu utilizzato dai primi cristiani perché l’acronimo della parola greca per dire pesce – ΙΧΘΥΣ (‘Ιησοῦς Χριστός Θεoῦ Υἱός Σωτήρ)– vuol dire “Gesù Cristo, Figlio di Dio Salvatore”.
Innanzi alle varie e palesi contraffazioni della figura di Cristo è giusto conoscere e valorizzare, invece, lo sforzo di scrittori, teologi cattolici e anche mistici – che non si sono persi nelle teorie del modernismo – e hanno spiegato alla luce degli studi storici e della fede come Gesù Cristo sia il figlio di Dio e il figlio dell’uomo, ossia vero Dio, vero uomo e Salvatore dell’umanità ieri, oggi e sempre.
Penso, ad esempio, alla Vita di Gesù di Giuseppe Ricciotti (1890- 1964), ad Ipotesi su Gesù e Dicono che è risorto di Vittorio Messori, all’ appassionante Gesù di Nazaret, centro della storia e del cosmo del Cardinale Giacomo Biffi (1928-2015) e infine ai tre poderosi volumi su Gesù di Nazaret di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI (vol. I: Gesù di Nazaret. Dal Battesimo alla Trasfigurazione; vol. II: Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla Resurezione; vol. III: L’infanzia di Gesù). Accanto a questi testi mi piace anche menzionare la monumentale opera di Maria Valtorta (1897-1961), L’Evangelo come mi è stato rivelato, che compendia ben dieci volumi.
Altro che sardina! Non solo nell’ottica della fede, ma anche nell’ottica di una adeguata ricerca storica, filologica ed archeologica, oggi più che mai circa l’identità di Gesù, rispondiamo convintamente come ha fatto Pietro davanti alla domanda del Maestro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16).
Venerdì, 27 dicembre 2019