di Marco Invernizzi
1. Cattolico e italiano al servizio della Chiesa e della patria
Fra i protagonisti della storia del movimento cattolico italiano successiva al 1870, si incontra Giambattista Casoni, segretario generale dell’Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici dal 1877 al 1889.
Casoni nasce a Bologna il 31 ottobre del 1830 e, avendo perduto il padre Giuseppe ancora giovanissimo, viene educato, con il fratello minore Giulio, dallo zio, il canonico don Francesco, poi cancelliere della Curia bolognese. Come spiega nelle sue memorie – in un certo senso la sua opera principale, edita nel 1907 -, Cinquant’anni di giornalismo (1846-1900). Ricordi personali dell’avvocato Giambattista Casoni, durante il distacco dagli Stati della Chiesa, nei vent’anni della dominazione napoleonica, dal 1796 al 1815, Bologna aveva subito una notevole penetrazione da parte di società segrete anticattoliche, la carboneria e la massoneria, quest’ultima diretta da un certo conte Bologna, che riuniva la loggia di cui era a capo presso gli orti detti di Garagnani. I princìpi dell’Ottantanove erano già penetrati nella città e vi rimasero anche dopo la Restaurazione del 1815, con il ritorno delle Legazioni allo Stato pontificio, il nuovo nome assunto dagli antichi Stati della Chiesa. Infatti, i princìpi rivoluzionari saranno favoriti anche dal mancato ritorno allo spirito dell’antico governo pontificio, paterno e rispettoso delle libertà locali, perché le potenze vincitrici di Napoleone Bonaparte (1769-1821) impongono agli Stati minori, con le decisioni del Congresso di Vienna del 1815, forme di governo accentratrici, che anche Papa Pio VII (1800-1823) deve accettare, nonostante una nota di protesta in questo senso firmata dal segretario di Stato, card. Ercole Consalvi (1757-1824).
Così nel 1848, quando Papa Pio IX (1846-1878) concede la Costituzione, liberali e fedeli al Pontefice formano a Bologna un unico raggruppamento politico detto dei “costituzionali pontifici”, al quale partecipa anche il giovane studente in legge Casoni. Ma quando il Pontefice rifiuta di dichiarare guerra all’Impero asburgico, anche il fronte dei costituzionali pontifici bolognesi si divide fra coloro che seguono Giuseppe Mazzini (1805-1872) nella Repubblica Romana, come Rodolfo Audinot (1814-1874); i liberali sostenitori di Camillo Benso conte di Cavour (1810-1861) e della sua politica favorevole a Casa Savoia, come Marco Minghetti (1818-1886); e, infine, i cattolici fedeli al Papa, come lo stesso Casoni.
Dopo la laurea, egli inizia il suo apostolato al servizio della Chiesa e della patria, nel corso del quale resterà sempre fedele al motto “cattolico e italiano”. Nel 1850 partecipa, sempre a Bologna, alla fondazione della Società Cattolico-Italiana, mentre tre anni dopo costituisce il Circolo dei Filodicologi, composto da giovani avvocati, con finalità direttamente professionali, dal quale usciranno ottimi difensori dei cattolici perseguitati e che, nel 1853, contribuirà alla promozione dell’Accademia di san Tommaso d’Aquino, dove si formeranno numerosi militanti del movimento cattolico come Achille Sassoli Tomba (1836-1904), Marcellino Venturoli (1828-1903) e il futuro vescovo di Bologna, card. Francesco Battaglini (1823-1892), che ne sarà il direttore.
Nel 1855 Casoni viene nominato vicecancelliere della Curia felsinea dal nuovo arcivescovo, card. Michele Viale Prelà (1798-1860), e della Curia rimarrà per lungo tempo il consulente legale, anche durante il processo intentato dal governo italiano contro il vicario capitolare monsignor Antonio Canzi, per aver quest’ultimo negato la sepoltura ecclesiastica a un consigliere d’appello notoriamente lontano dalla Chiesa e per aver dato esecuzione a una Bolla pontificia senza l’exequatur dell’autorità civile. In questo processo – che ben descrive il clima dell’epoca successiva al passaggio di Bologna sotto il Regno d’Italia, avvenuto nel 1860 – monsignor Canzi verrà condannato a tre anni di prigione, che sconterà fino all’ultimo minuto nel carcere di Pallanza, avendo rifiutato di chiedere la grazia a re Vittorio Emanuele II di Savoia (1820-1878).
2. Giornalista
Casoni sarà attratto soprattutto dal giornalismo e in questa veste svolgerà in modo particolare il suo servizio.
Seguendo il consiglio del suo arcivescovo, partecipa alla fondazione del periodico “schiettamente cattolico” L’Osservatore bolognese, che esce dal 9 aprile 1858 al 10 giugno 1859, quando, con la fine del governo pontificio, sarà soppresso dal governo liberale con tutti i periodici cattolici delle Legazioni. Tuttavia Casoni non si lascia scoraggiare dalla violenza legalizzata: nello stesso 1859 e nel 1860 scrive gli opuscoli Il Papa e la sua potenza, del quale in soli tre giorni a Bologna vengono vendute tremila copie, e Il Papato e l’Italia. Pensieri di un giovane cattolico italiano, entrambi pubblicati anonimamente. Poi partecipa alla stesura degli opuscoli di trentadue pagine pubblicati su diversi argomenti nella collana Piccole letture cattoliche ideata da Giovanni Acquaderni (1839-1922) e finalmente, il 5 febbraio 1861, inizia a pubblicare il quotidiano L’Eco delle Romagne, anch’esso soppresso il 30 dicembre 1863, con motivazioni di carattere fiscale, in realtà perché inviso al governo italiano e in particolare a Cavour, che lo aveva attaccato anche nel corso di una seduta parlamentare.
In questo periodo Casoni compie viaggi in numerosi paesi d’Europa per incontrare i principali esponenti dei movimenti cattolici e, fra l’altro, per partecipare, come membro della delegazione italiana, al Congresso Cattolico internazionale svoltosi a Malines, in Belgio, nel 1863: incontra così – e ne lascia utili ritratti – numerose personalità come Louis Veuillot (1813-1883) e Montalembert (Charles-René Forbes de, 1810-1870), i due esponenti del cattolicesimo francese così lontani fra loro, lo statista francese Adolphe Thiers (1797-1895) e, in Italia, il segretario di Stato di Papa Pio IX, il card. Giacomo Antonelli (1806-1876), nonché lo storico Cesare Cantù (1804-1895).
Comunque, partecipa sempre agli avvenimenti italiani e fonda, con Giulio Cesare Fangarezzi (1815-1871), il nuovo quotidiano Il patriota cattolico, che uscirà a Bologna dal 31 gennaio 1864 al 15 maggio 1866, così affiancandosi al mensile Il Conservatore, pubblicato dal gennaio del 1863 al maggio del 1866.
In questo stesso tempo, in riunioni svoltesi a Firenze nei giorni 16 aprile, 16 maggio e 12 giugno del 1865, getta le basi per la fondazione di un’associazione cattolica nazionale che prende il nome di Società Cattolica per la Difesa della Libertà della Chiesa in Italia, la cui direzione generale ha sede a Bologna, presieduta da Giulio Cesare Fangarezzi e con Casoni come segretario.
Nel 1866, pochi mesi dopo la sua nascita, l’associazione incappa nella repressione governativa, in seguito allo scoppio della III guerra d’indipendenza, che vede il Regno d’Italia schierato a fianco della Prussia contro l’Impero asburgico, dal quale, al termine della guerra, ottiene il Veneto. Durante il conflitto, infatti, il Parlamento italiano approva la Legge Crispi, cosiddetta dal nome del relatore Francesco Crispi (1818-1901), che permette di mandare al domicilio coatto gli individui rei di cattiva condotta; in pratica la legge viene applicata soprattutto contro i cosiddetti austriacanti, fra i quali spiccano i cattolici di Bologna, considerata, in una circolare ufficiale della polizia, “focolare della reazione”. Mentre la direzione centrale della neonata associazione già dal 12 marzo 1866 decide di interrompere ogni rapporto con le sezioni locali che si erano costituite in molte città dell’Italia Centrale e Settentrionale per impedire l’estendersi della repressione anche in altre regioni del paese, il presidente Fangarezzi, per sfuggire alla cattura, si reca in esilio in Svizzera, mentre Casoni si rifugia a Roma, dove rimarrà diciotto mesi, entrando a far parte della redazione de L’Osservatore Romano.
Ritornato a Bologna, pur non essendovi iscritto per ragioni d’età, si pone a disposizione della Società della Gioventù Cattolica – sorta nel frattempo per iniziativa dell’amico Giovanni Acquaderni -, il cui Consiglio Superiore, nel 1873, lo incarica di promuovere il primo congresso nazionale dei cattolici italiani, quello dal quale nascerà l’Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici. Casoni quindi parteciperà attivamente al grande organismo rappresentativo dei cattolici in Italia, svolgendo una relazione al primo Congresso di Venezia, nel 1874, entrando a far parte del Comitato Permanente nel 1876 e – come già detto – diventandone segretario nel 1877.
Era continuato, nel frattempo, il suo impegno giornalistico, con la collaborazione a L’Ancora, dal 1868 al 1879, mentre nel 1875 fonda e dirige La Rivista Felsinea, che dopo un anno prenderà nome L’Araldo, le cui pubblicazioni cesseranno nel 1878, quando nascerà il quotidiano L’Unione, del quale Casoni sarà consulente politico. Nello stesso periodo fa parte della Commissione promotrice della Società Operaia di Mutuo Soccorso, scrive, nel 1870, la petizione contro il progetto di distruzione delle immagini sacre a Bologna, propone sussidi alle famiglie perché possano mandare i loro figli in scuole libere e dirige il Collegio dell’Immacolata, prima con il fondatore, padre Ignazio Lanzarini S.J., e poi da solo per sette anni, istituendovi una tipografia e scuole popolari diurne e serali per dare la possibilità di studiare anche ai figli delle famiglie povere.
3. Direttore de “L’Osservatore Romano”
Nel 1889 Casoni viene eletto vicepresidente dell’Opera dei Congressi e l’anno successivo presidente del Comitato diocesano di Bologna, ma dovrà lasciare tutti questi impegni accettando, dal 16 giugno 1890, la direzione de L’Osservatore Romano offertagli da Papa Leone XIII (1878-1903), che lo aveva riscattato dagli antichi proprietari rendendolo così il giornale della Santa Sede. Ne rimane alla guida fino al 1901, quando ritornerà nella sua città natale, occupandosi ancora dell’Opera dei Congressi, fino allo scioglimento di quest’ultima, avvenuto nel 1903, e soprattutto dedicandosi a opere di carità e di assistenza, fino alla morte, avvenuta il 4 agosto 1919.
A conclusione della sue memorie, Casoni lascia, quasi testamento, alcune osservazioni critiche sull’Opera dei Congressi e, in generale, a proposito del movimento cattolico italiano, tanto più meritevoli di attenzione in quanto espresse da chi aveva certamente dedicato la vita alla difesa e alla promozione del cattolicesimo in Italia. Tali osservazioni vertono su alcune proposte – la nascita di un’Accademia Cattolica Italiana, che curasse la formazione di una classe dirigente a livello culturale, e la costituzione di un Parlamento cattolico da contrapporre a quello ufficiale e nel quale addestrare i cattolici alle responsabilità politiche che forse sarebbero potute toccare loro -, che non vennero realizzate perché ritenute, fra l’altro, non sufficientemente e immediatamente clamorose. In proposito Casoni svolge considerazioni sempre valide e per questo meritevoli di essere riportate integralmente: “[…] si richiedevano studio, tempo, pazienza, perseveranza, e dovevasi pensare che nulla s’improvvisa a questo mondo, e che l’opera demolitrice della rivoluzione non si distrugge con quattro parole enfatiche, con quattro frasi oratorie, o con quattro articoli, più o meno elaborati, di un giornale o di un Regolamento.
“La Rivoluzione non ha vinto nè in un giorno, nè in un anno, nè in un lustro. Ha lavorato per anni e anni, con pazienza e con circospezione, e ha guastate le cose dopo avere guastate le menti, come ha sconvolto i popoli dopo avere sconvolti gli spiriti e i cuori degli individui, e massimamente dei giovani”.
Per approfondire: non esiste una biografia di Giambattista Casoni, di cui per altro parlano tutte le principali storie del movimento cattolico italiano, fra le altre anche quella – ancora inedita – scritta da don Paolo de Töth (1881-1965); vedine perciò l’esposizione più completa in Alessandro Albertazzi, voce Casoni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 21, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1978, pp. 398-403; vedi pure Angelo Gambasin, Il movimento sociale nell’Opera dei Congressi (1874-1904). Contributo per la storia del cattolicesimo sociale in Italia, Università Gregoriana, Roma 1958; e, sempre di Alessandro Albertazzi, voce Casoni, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, 1860-1980, vol. II, I protagonisti, Marietti, Casale Monferrato (Alessandria) 1982, pp. 97-100.