Pio XII, Cristianità n. 45 (1979)
Discorso Très sensible, ai congressisti del Movimento Universale per una Confederazione Mondiale, del 6-4-1951, in Discorsi per la comunità internazionale (1939-1956), Editrice Studium, Roma 1957, pp. 385-387.
Sensibilissimi al vostro gesto deferente, Noi vi diamo, signori Membri del Congresso del Movimento universale per una Confederazione mondiale, il Nostro cordiale benvenuto. Il Nostro vivo interesse per la causa della pace in una umanità così duramente travagliata vi è ben noto. Ne abbiamo dato frequenti testimonianze. La conservazione o il ristabilimento della pace è sempre stato ed è sempre più l’oggetto della Nostra sollecitudine costante. E se troppo spesso i risultati sono stati lontani dal rispondere ai Nostri sforzi e ai Nostri atti, l’insuccesso non Ci scoraggerà mai, fino a che la pace non regnerà nel mondo. Fedele allo spirito di Cristo, la Chiesa vi tende e vi lavora con tutte le sue forze; essa lo fa con i suoi precetti e con le sue esortazioni, con l’azione incessante, con incessanti preghiere.
Essa, infatti, è una potenza di pace, almeno là dove si rispettano e si apprezzano secondo il loro valore l’indipendenza e la missione che ha da Dio, là dove non si tenta di farla docile serva di egoismi politici, là dove non è trattata da nemica. Essa vuole la pace, compie opera di pace e il suo cuore è con tutti coloro i quali, come essa, la vogliono e vi si dedicano. Inoltre essa sa, ad è suo dovere, discernere tra i veri e i falsi amici della pace.
Essa la vuole, e perciò si adopera a promuovere tutto ciò che, negli schemi dell’ordine divino, naturale e soprannaturale, contribuisce ad assicurare la pace. Il vostro Movimento, signori, si dedica a realizzare una organizzazione politica efficace del mondo. Niente è più conforme alla dottrina tradizionale della Chiesa, più conforme al suo insegnamento circa la guerra legittima o illegittima, soprattutto nelle congiunture presenti. Bisogna giungere dunque ad una organizzazione di tal genere, non fosse che per farla finita con una corsa agli armamenti in cui, da decine di anni, i popoli si rovinano e si esauriscono in pura perdita.
Voi siete d’opinione che, per essere efficace, l’organizzazione politica mondiale debba avere forma federalistica. Se con ciò intendete che essa deve essere esente dall’ingranaggio di un unitarismo meccanico, siete anche in questo d’accordo con i principii della vita sociale e politica fermamente enunciati e sostenuti dalla Chiesa. In realtà nessuna organizzazione del mondo sarebbe vitale se non si armonizzasse con l’insieme delle relazioni naturali, con l’ordine normale e organico che regge i rapporti particolari degli uomini e dei diversi popoli. Senza di che qualunque ne fosse la struttura le sarebbe impossibile sostenersi e durare.
Perciò Noi siamo convinti che prima cura debba essere quella di stabilire saldamente o di ripristinare questi principii fondamentali in tutti i campi: nazionale e costituzionale, economico e sociale, culturale e morale.
Nel campo nazionale e costituzionale. Dappertutto oggi la vita delle nazioni è disintegrata dal culto cieco del valore numerico. Il cittadino è elettore. Ma, come tale, egli non è in realtà che una delle unità, il cui totale costituisce una maggioranza o una minoranza; che uno spostamento di qualche voto, anche di uno solo, basterà a capovolgere. Di fronte ai partiti, egli conta soltanto per il suo valore elettorale, per l’apporto che il suo voto dà: del suo posto e del suo ufficio nella famiglia e nella professione non si tratta.
Nel campo economico e sociale. Non c’è nessuna unità organica naturale tra i produttori dal momento che l’utilitarismo quantitativo, la sola considerazione dei costi di produzione, è l’unica norma, che determini i luoghi di produzione e la distribuzione del lavoro, dal momento che è la «classe» che divide artificialmente gli uomini nella società e non più la cooperazione nella comunità professionale.
Nel campo culturale e morale. La libertà individuale, liberata da tutti i vincoli, da tutte le norme, da tutti i valori oggettivi e sociali, non è in realtà che una mortale anarchia, soprattutto nella educazione della gioventù.
Fino a che l’organizzazione politica universale non sarà stata consolidata su questa indispensabile base si corre il rischio di inocularle i germi mortali dell’unitarismo meccanico. Vorremmo invitare a riflettervi, proprio sotto l’aspetto federalistico, coloro i quali, per esempio, pensano ad un parlamento mondiale. Diversamente, farebbero il gioco delle forze dissolvitrici, a causa delle quali l’ordine politico e sociale ha già troppo sofferto; riuscirebbero solo ad aggiungere un automatismo legale di più a tanti altri che minacciano di soffocare le nazioni e di ridurre l’uomo a non essere più che uno strumento inerte.
Se dunque, nello spirito del federalismo, la futura organizzazione politica mondiale non può, per alcun pretesto, lasciarsi prendere nel gioco del meccanismo unitario, essa avrà un’autorità effettiva solo in quanto salvaguarderà e favorirà dovunque la vita propria di una sana comunità umana, di una società in cui tutti i membri insieme concorrono al bene dell’intera umanità.
Quale dose di fermezza morale, di intelligente previdenza, di capacità di adattamento dovrà avere questa autorità mondiale, più necessaria che mai nei momenti critici in cui, innanzi al malvolere, le buone volontà hanno bisogno di appoggiarsi sull’autorità! Dopo tutte le prove passate e presenti si oserebbero giudicare sufficienti le risorse ed i metodi odierni di governo e di politica? In realtà è impossibile risolvere il problema dell’organizzazione politica mondiale senza accettare di allontanarsi talvolta dalle vie battute, senza fare appello all’esperienza della storia, ad una sana filosofia sociale e anche a un certo intuito dell’immaginazione creatrice.
Ecco, Signori, un vasto campo di lavoro, di studio e di azione; lo avete compreso e guardato in faccia; avete il coraggio di prodigarvici; Ve ne felicitiamo, ed esprimiamo i Nostri auguri di buon successo, mentre invochiamo di tutto cuore su voi e sul vostro lavoro i lumi e l’aiuto di Dio.