La fotografia di alcuni importanti studi sociologici individua una società al collasso. Non si può rimanere indifferenti. Ripartire dall’uomo e dai sani principi.
di Daniele Fazio
Vari studi sociologici, pubblicati di recente – da quello del Centro Internazionale Studi Famiglia all’ultimo Rapporto Censis – restituiscono una fotografia impietosa della società italiana. Tra i motivi principali emerge la disarticolazione dei legami forti, primo fra tutti quello della famiglia relazionale, che ha effetti devastanti sulla tenuta stessa della società. Se a questi aggiungiamo un altro studio sociologico, curato da Franco Garelli, dall’emblematico titolo Gente di poca fede. Il sentimento religioso nell’Italia incerta di Dio, il quadro della dissoluzione è ben composto. I grandi e concreti riferimenti che stanno nella famiglia e nella religione sono in agonia.
Una tale situazione certamente non può lasciare indifferenti quanti ancora cercano di vivere in coerenza con la propria fede e vogliono rispondere a tali sfide epocali. Da dove partire?
Certo, noi ci lamentiamo delle condizioni di decadenza del nostro tempo, ma più che lamentarci dovremmo molto impegnarci in una seria analisi, soprattutto del problema fondamentale in cui siamo immersi. È la “rivoluzione antropologica”, ossia un ribaltamento dell’uomo concreto che sta configurando sempre più un contesto post-umano, disancorando l’uomo dalla sua natura, e premendo perché si realizzi – complice la tecnoscienza – l’ultima liberazione dai legami che appaino alla rivoluzione catene da schiavi e, invece, sono indispensabili radici per il nutrimento della vita umana che è spirito e corpo.
Ma a chi possiamo offrire una tale analisi? Semplicemente agli uomini, a quelli che con generosità vorranno dedicarsi a questa affascinante avventura, uomini che siano disponibili a formarsi spiritualmente e culturalmente per risollevare le sorti di questa umanità, che le ideologie imperanti vogliono abolire. Bisogna, allora, sempre più e meglio tornare a formare uomini che diventino gli operatori di una società migliore che non potrà essere calata dall’alto, ma che germinerà grazie alla conversione dei singoli che produrranno conseguentemente la conversione dei popoli.
Urge sempre di più, allora, una formazione radicata nel magistero della Chiesa e nel magistero sociale che possa aprire il cristiano del nostro tempo – dopo tanta confusione – ai problemi culturali e sociali che imperversano, una formazione che riesca a svegliarlo da uno stile spensierato, apatico e superficiale e lo appassioni alla edificazione di un mondo migliore. Questa è una forma di carità, forse – ci permettiamo di dire – quella più alta, quella che pensa non solo a sopperire ai bisogni immediati, ma si occupa di strutturare una società perché vi siano sempre meno poveri ed ogni uomo ritrovi la bussola della propria esistenza, per aprirsi nella libertà alla verità.
Sin dall’avvento della rivoluzione antropologica sessantottesca, Alleanza Cattolica è al servizio di questo ideale, al servizio della diffusione della dottrina sociale della Chiesa, quale orientamento sicuro perché la società possa trovare nuovamente i binari della vera promozione della dignità dell’uomo. Ma se la dottrina sociale è un insegnamento essa ha bisogno ancora una volta di uomini, che la studino, che assieme ad altri possano elaborare le strategie più opportune per proporla e applicarla nei vari contesti sociali, e quindi – con la grazia di Dio – sperare in una rigenerazione dell’uomo e delle società in cui viviamo.
Vi sono balzi nella storia che nessuno umanamente si è mai aspettato, e tuttavia eventi improvvisi hanno fatto mutare il corso, che sembrava ineluttabile, alla storia. Lo stesso Georg Hegel (1770 – 1831) – nonostante la sua visione immanentista e storicista – discorreva di un’astuzia della ragione, che di tanto in tanto sbaragliava i piani degli uomini e conferiva una nuova direzione al corso degli eventi. Perché accade questo? Perché alcuni uomini tenendo viva la fiaccola della speranza cristiana, a costo della loro stessa vita, decidono di collaborare con la grazia di Dio. Ed ecco che avviene il miracolo, anche sociale. Scriveva Plinio Corrêa De Oliveira (1908-1995): «Quando gli uomini decidono di collaborare con la grazia di Dio, allora nella storia accadono cose meravigliose: la conversione dell’Impero romano, la formazione del Medioevo, la riconquista della Spagna a partire da Covadonga, sono tutti avvenimenti di questo tipo, che accadono come frutto delle grandi resurrezioni dell’anima di cui anche i popoli sono suscettibili. Risurrezioni invincibili, perché non vi è nulla che possa sconfiggere un popolo virtuoso e che ami veramente Dio» (Plinio Corrêa De Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, presentazione e cura di Giovanni Cantoni (1938 – 2020), Sugarco Edizioni, Milano 2009, p. 132.).
Nei prossimi mesi, su questo sito, Alleanza Cattolica proporrà a chi vorrà seguirlo un corso di formazione sulla dottrina sociale della Chiesa, affinché chi volesse possa conoscere meglio il Magistero sul tema e quindi essere più attrezzato nella difficile battaglia per un “mondo migliore”.
Venerdì, 18 dicembre 2020