L’ambasciatore della Polonia presso la Santa Sede ricorda la figura del Primate del Millennio
di Janusz Kotański
«Sulla Sede di Pietro non ci sarebbe questo Papa polacco, che oggi pieno di timore di Dio, ma anche di fiducia, inizia il nuovo pontificato, se non ci fosse stata la Tua fede, che non si è piegata davanti alla prigione e alla sofferenza, la Tua eroica speranza, il Tuo fidarti fino in fondo della Madre della Chiesa»: queste parole di san Giovanni Paolo II rivolte al card. Stefan Wyszyński, il primate della Polonia, contenute nella sua Lettera ai Polacchi del 23 ottobre 1978 fanno capire l’importanza del card. Wyszynski nella vita di Karol Wojtyla. Il legame tra i due lo sottolineò anche Benedetto XVI che nell’omelia della Messa celebrata in piazza Pilsudski a Varsavia il 26 maggio 2006 disse: «Dio unì queste due persone non solo mediante la stessa fede, speranza e amore, ma anche mediante le stesse vicende umane, che hanno collegato l’una e l’altra così fortemente alla storia di questo popolo e della Chiesa che vive in esso».
Queste due citazioni spiegano molto bene il ruolo fondamentale svolto dal primate Wyszyński nella storia recente della Polonia e della Chiesa polacca. Non c’è allora da meravigliarsi che il Parlamento polacco abbia stabilito che il 2021 sarà l’anno del card. Stefan Wyszyński (quest’anno ricorre il suo 120° compleanno e il 40° anniversario della sua morte). Le risoluzioni di entrambe le camere del Parlamento – la Camera e il Senato – sottolineano il contributo del “Primate del Millennio” a servizio di Dio e della patria. Beatificato tra poco tempo, il presule è accanto a san Giovanni Paolo II una delle figure principali della Chiesa cattolica nella Polonia del XX secolo, nonché un simbolo della resistenza al comunismo.
Le risoluzioni della Camera e del Senato riguardanti il card. Wyszyński sono state adottate a stragrande maggioranza dei voti. «Il Primate del Millennio (così viene chiamato Wyszyński) nella sua attività sacerdotale ha prestato attenzione alla dignità innata dell’uomo, da cui derivano tutti i suoi diritti», è scritto nella risoluzione della Camera con cui è stato istituito l’Anno del card. Stefan Wyszyński. Il documento sottolinea che il Primate del Millennio si è impegnato non soltanto nella vita religiosa della nazione, ma anche in quella sociale del Paese nella difficile realtà del dopoguerra. Dopo la Seconda guerra mondiale, la Polonia divenne un Paese completamente dipendente dall’Unione Sovietica. In quanto uomo di profonda fede e di amore per la Chiesa e la patria, ha cercato un’intesa con le autorità. Tuttavia, quando l’attività delle autorità della Repubblica Popolare Polacca ha minacciato i diritti della Chiesa e dei fedeli, si udì il suo risoluto «Non possumus!». Il Primate della Polonia è stato imprigionato. È diventato simbolo di un incrollabile atteggiamento di opposizione al male.
Nella risoluzione distinta del Senato si definisce il cardinale primate «uno dei più grandi polacchi del XX secolo». Nel documento i senatori esprimono «grande apprezzamento per tutta la sua vita, che è stata una grande testimonianza di amore alla Patria e ai connazionali». «Impossibile descrivere i meriti e il ruolo che il card. Wyszyński ha svolto nella vita della Polonia e della Chiesa in quegli anni. Insieme a Giovanni Paolo II, sono stati grandi maestri del popolo e hanno sostenuto i Polacchi nei momenti più difficili della storia della nostra Patria», si legge nella risoluzione del Senato.
E’ stata anche ricordata la posizione anticomunista del cardinale: «ha custodito il destino della Chiesa polacca con una cura eccezionale negli anni più bui dello stalinismo. Per il suo atteggiamento risoluto verso le autorità comuniste, per essersi opposto alla distruzione della vita sociale ed ecclesiastica – significativa la sua famosa frase: ‘Non possumus!’ – ha trascorso diversi anni in prigione», prosegue la risoluzione.
Il card. Stefan Wyszyński, primate della Polonia, è nato il 3 agosto 1901 a Zuzela, a 100 km a nord-est di Varsavia. E’ morto il 28 maggio 1981 nella capitale, esattamente 40 anni fa.
Prima della Seconda guerra mondiale, condusse, tra l’altro, svariate attività sociali ed educative nei sindacati cristiani e organizzò l’Unione Cattolica dei Giovani Lavoratori. Durante la Seconda guerra mondiale fu cappellano dell’ospedale degli insorti antitedeschi vicino a Varsavia e dei soldati clandestini dell’Armata Nazionale che combatteva l’occupante tedesco.
Nel 1946 Pio XII lo nominò vescovo di Lublino e due anni dopo arcivescovo di Gniezno e Varsavia. Il primate Wyszyński fu l’ideatore del rinnovamento (1956) dei voti del re Jan Kazimierz, nel trecentesimo anniversario della proclamazione della Madre di Dio a Regina del regno polacco, e l’iniziatore delle celebrazioni del Millennio del Battesimo della Polonia nel 1966. Ha servito come primate della Polonia fino al 1981, l’anno della sua morte. Visse tanto da vedere la creazione di Solidarność, il primo sindacato libero dei Paesi comunisti, che appoggiava dalla sua nascita.
La beatificazione del card. Stefan Wyszyńskiera era prevista per il 7 giugno 2020 a Varsavia, ma a causa della pandemia da COVID-19 alla fine di aprile dell’anno scorso è stato deciso di posticipare la cerimonia a data da destinarsi. In attesa della beatificazione, in Polonia si svolgeranno varie cerimonie per ricordare il suo 120° compleanno e il 40° anniversario della sua morte.
Mercoledì, 26 maggio 2021