Chiara e coraggiosa presa di posizione dell’illustre magistrato che, nel corso di una manifestazione organizzata a Roma da Alleanza Cattolica e da Alleanza Per la Vita, ha autorevolmente riaffermato le ragioni incontrovertibili di chi si batte contro l’omicidio-aborto e per la sua cancellazione dall’ordinamento giuridico italiano.
«Il diritto alla vita»
In preparazione della «Giornata per la vita» indetta dai vescovi italiani per il 3 febbraio 1980, e nel quadro delle attività di Alleanza Cattolica e di Alleanza Per la Vita contro l’iniqua «legge» abortista, si è svolta a Roma, sabato 26 gennaio, nell’Aula Magna dell’Augustinianum, presso San Pietro, una conferenza di S. E. Donato Massimo Bartolomei, Procuratore Generale presso la Corte di Appello degli Abruzzi, sul tema: Il diritto alla vita, alla presenza di numerosi e qualificati intervenuti.
«Uno spaventoso macello di Stato»
Dopo avere espresso la propria ammirazione e condivisione per l’apostolato sociale che Alleanza Cattolica svolge per la difesa e la divulgazione dei valori cristiani, l’illustre magistrato ha dedicato la sua conferenza a un’ampia e precisa analisi della «legge» n. 194 del 22 maggio 1978, rilevando l’assoluta infondatezza dei pretesti eugenetici, terapeutici, economici e sociali, con cui si è voluto giustificare l’omicidio-aborto e la sua barbara legalizzazione. «Il che significa – ha affermato il relatore al termine dell’ampia argomentazione – che è in corso la macabra attuazione di uno spaventoso macello di Stato, ferocemente voluto dal nostro legislatore. Un macello di Stato che paradossalmente ha avuto la sua piena esplosione in Italia proprio nell’Anno Internazionale del Fanciullo».
Tradimento democristiano
S. E. Bartolomei non ha voluto tacere le gravi responsabilità anche di campo cattolico, in ordine all’approvazione della legge: «È sconcertante – ha dichiarato – che una così infame legge rechi la firma di sei uomini politici tutti professanti la fede cattolica e appartenenti al partito democristiano. Concordo pienamente con il periodico Cristianità, organo ufficiale della benemerita Alleanza Cattolica, quando ravvisa in una tale situazione un vero e proprio tradimento». S. E. Bartolomei ha quindi aggiunto: «Ho sentito dire e ripetere che la firma della legge era un atto dovuto; ma l’argomentazione è completamente fallace. Era un atto dovuto fin quando non si voleva lasciare una certa poltrona. Bastava scambiare questa certa poltrona con un’altra poltrona, pur essa altamente decorosa, dislocata tra i banchi di Montecitorio o di Palazzo Madama, per cui la firma non era più un atto dovuto. La verità, al bando delle frequenti e tanto diffuse ipocrisie, è che dovendosi scegliere tra una certa poltrona e la sottoscrizione di una legge infame, profondamente anticristiana, si è preferito la sottoscrizione di questa legge».
«Devo aggiungere con rammarico – ha proseguito l’esimio relatore – che il tradimento dei politici è stato agevolato – lo dico con sommo rispetto ed ossequio – dai sorprendenti silenzi serbati dalla maggior parte del mondo ecclesiastico durante la lunga gestazione della legge, che pur rappresentava una drammatica svolta storica nella nostra vita nazionale, in cui minava le tradizionali basi della civiltà cristiana».
«Medici senza scrupoli» dediti «allo sterminio degli innocenti»
Quali elementi di speranza, in questo «fosco orizzonte di morte», S. E. Bartolomei ha indicato la coscienza professionale dei medici che hanno scelto l’obiezione di coscienza per la difesa del diritto alla vita, anche se tale difesa è, purtroppo, «vanificata da un’esigua minoranza di medici senza scrupoli i quali, comportandosi – occorre dirlo, è la parola esatta – da autentici criminali, si sono cinicamente dedicati allo sterminio degli innocenti, rinnegando la sacra missione dell’arte sanitaria che è quella di conservare, non di distruggere la vita».
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Vivissimo è stato l’apprezzamento manifestato all’illustre relatore da parte dei sacerdoti e dei religiosi presenti, così come da parte dei magistrati e degli esponenti del mondo giornalistico e culturale intervenuti all’incontro.