Giovanni Paolo II, Cristianità n. 153-154 (1988)
Discorso ai partecipanti al convegno di studi su Il diritto alla vita e l’Europa, del 18-12-1987, in L’Osservatore Romano, 19-12-1987. Titolo redazionale.
Il diritto alla vita e l’Europa
Illustri Signori, carissimi giovani,
1. Sono lieto di questo incontro che si svolge in occasione del Convegno di Studi su Il diritto alla vita e l’Europa. A tutti il mio cordiale saluto.
Il tema su cui avete incentrato le vostre riflessioni è di importanza decisiva per il futuro dell’Europa, anzi, di ogni popolo e nazione. Il rispetto incondizionato del diritto alla vita della persona umana già concepita e non ancora nata, è uno dei pilastri su cui si regge ogni società civile. Quando uno Stato mette a disposizione le sue istituzioni, perché qualcuno possa tradurre in atto la volontà di sopprimere il concepito, rinuncia ad uno dei suoi doveri primari, ed alla sua stessa dignità di Stato. San Tommaso d’Aquino, uno dei più grandi maestri della coscienza europea, insegna che la legge civile «ha forza di legge nella misura della sua giustizia» (Somma Teologica, I-II, q. 95, a. 2). Questa giustizia — come spiega subito l’Angelico Dottore — si fonda sulla stessa legge naturale, così che una legge non conforme ad essa, egli conclude, «non è una legge, ma la corruzione della legge» (ibid.).
Non è necessario rifarsi alla luce della fede cristiana per capire queste verità di fondo. Quando la Chiesa le richiama, non vuole introdurre uno Stato cristiano: essa vuole semplicemente promuovere uno Stato umano. Uno Stato che riconosca come suo primario dovere la difesa dei diritti fondamentali della persona umana, specialmente di quella più debole. E chi è più debole della persona concepita e non ancora nata?
2. Ma voi avete voluto riflettere in particolare sul diritto alla vita del concepito e il destino dell’Europa. È facile notare la stridente contraddizione che v’è fra la legalizzazione dell’aborto, ormai in atto, purtroppo, in quasi tutta l’Europa, e ciò che costituisce la grandezza della cultura europea. Questa, che ha le sue fonti maggiori nell’eredità greca e latina, ha trovato nel cristianesimo l’illuminante apporto che le ha consentito di spingersi verso traguardi di superiore grandezza. Col cristianesimo, l’Europa ha scoperto la dignità di ogni singola persona umana come tale: una scoperta che ha fatto della cultura europea una cultura eminentemente umanistica. Radicata nella latinità, essa è stata la scuola del diritto, inteso come razionale organizzazione del vivere sociale sul fondamento della giustizia. Erede della cultura greca, la cultura europea ha visto nel retto uso della ragione — concepita come facoltà di cogliere la realtà non lasciandosi dominare dai propri interessi particolari — uno dei segni più chiari della grandezza dell’uomo.
Orbene, in questo incomparabile patrimonio culturale la legalizzazione dell’aborto si è inserita come elemento estraneo, recante in sé il germe della corruzione. Come è possibile parlare ancora di dignità di ogni persona umana, quando si permette che si uccida la più debole e la più innocente? In nome di quale giustizia si opera fra le persone la più ingiusta delle discriminazioni, dichiarandone alcune degne di essere difese, mentre ad altre questa dignità è negata? Quale ragione è qui messa in atto, se anche per motivi utilitaristici o edonistici si permette l’eliminazione di un innocente? In verità, su questo punto l’Europa sta giocando il suo destino futuro, poiché sta dando segni di decadenza morale e anche di impoverimento demografico, e sta rischiando così di dilapidare un patrimonio culturale trasmessole da insigni pensatori, grandi giuristi e mirabili santi.
3. La vostra presenza, l’impegno con cui avete seguito queste giornate di studio dimostra però quanto seria e profonda sia la vostra volontà di operare un cambio di rotta in questo cammino. Non vi spaventi la difficoltà del compito. Non vi freni la constatazione di essere minoranza. La storia dell’Europa dimostra che non di rado i grandi salti qualitativi della sua cultura sono stati propiziati dalla testimonianza, spesso pagata col sacrificio personale, di solitari. La forza è nella verità stessa e non nel numero. L’Europa di domani è nelle vostre mani. Siate degni di questo compito. Voi lavorate per restituire all’Europa la sua vera dignità: quella di essere luogo dove la persona, ogni persona, è affermata nella sua incomparabile dignità.
Nell’invocare sul vostro impegno il conforto della divina assistenza, di cuore vi benedico.
Giovanni Paolo II