Il Parlamento italiano ha istituito il Giorno della Libertà (legge n. 61 del 2005) con lo scopo di commemorare l’abbattimento del Muro di Berlino. Il Ministro lo rammenta con una lettera agli studenti
di Luca Finatti
Chi si è stracciato le vesti per la lettera del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a proposito del Giorno della Libertà di solito è lo stesso che, col ditino alzato, pretende che si ascoltino i consigli dell’Europa.
Ebbene, la Risoluzione del Parlamento Europeo del 19/09/2019 «ricorda che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni, causando, nel corso del XX secolo, perdite di vite umane e libertà di una portata inaudita nella storia dell’umanità, e rammenta l’orrendo crimine dell’Olocausto perpetrato dal regime nazista; condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l’umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari».
Perché dunque scandalizzarsi se dal MIUR arriva una circolare, indirizzata agli allievi, che recepisce tali indicazioni, certamente espresse in una tonalità mai sentita prima, almeno da queste parti?
«Il comunismo è stato uno dei grandi protagonisti del ventesimo secolo, nei diversi tempi e luoghi ha assunto forme anche profondamente differenti, e minimizzarne o banalizzarne l’immenso impatto storico sarebbe un grave errore intellettuale.
Nasce come una grande utopia: il sogno di una rivoluzione radicale che sradichi l’umanità dai suoi limiti storici e la proietti verso un futuro di uguaglianza, libertà, felicità assolute e perfette. Che la proietti, insomma, verso il paradiso in terra.
Ma là dove prevale si converte inevitabilmente in un incubo altrettanto grande: la sua realizzazione concreta comporta ovunque annientamento delle libertà individuali, persecuzioni, povertà, morte. Perché infatti l’utopia si realizzi occorre che un potere assoluto sia esercitato senza alcuna pietà, e che tutto – umanità, giustizia, libertà, verità – sia subordinato all’obiettivo rivoluzionario».
La reazione esagitata a questa lettera, precisa nella ricostruzione storica e nell’analisi degli effetti nefasti dell’ideologia comunista, deriva dal fatto che a scrivere è il MIUR, ovvero il luogo presso il quale vengono decisi gli indirizzi culturali delle scuole statali di tutta la nazione. Indirizzi che, dopo decenni di egemonia culturale, qualcuno (la sinistra) ritiene siano quasi una propria prerogativa personale. Invece «gli storici hanno molto studiato il comunismo e continueranno a studiarlo, cercando di restituire con sempre maggiore precisione tutta la straordinaria complessità delle sue vicende. Ma da un punto di vista civile e culturale il 9 novembre resterà una ricorrenza di primaria importanza per l’Europa: il momento in cui finisce un tragico equivoco nel cui nome, per decenni, il continente è stato diviso e la sua metà orientale soffocata dal dispotismo.
Questa consapevolezza è ancora più attuale oggi, di fronte al risorgere di aggressive nostalgie dell’impero sovietico e alle nuove minacce per la pace in Europa.
Il crollo del Muro di Berlino segna il fallimento definitivo dell’utopia rivoluzionaria.
E non può che essere, allora, una festa della nostra liberal-democrazia. Un ordine politico e sociale imperfetto, pieno com’è di contraddizioni, bisognoso ogni giorno di essere reinventato e ricostruito. E tuttavia, l’unico ordine politico e sociale che possa dare ragionevoli garanzie che umanità, giustizia, libertà, verità non siano mai subordinate ad alcun altro scopo, sia esso nobile o ignobile».
Si potrebbe certo discutere sull’adeguatezzadi qualche aggettivo, ma se finalmente anche nella scuola statale comincia a passare un chiaro giudizio di valore sull’ideologia parassita che ha svuotato, a poco a poco, l’istituzione scolastica stessa in termini di autorevolezza e didattica, allora si potrà aprire qualche breccia culturale in più verso un dibattito veramente libero dalla cappa di quel sistema «intrinsecamente perverso» (Papa Pio XI, Divini Redemptoris, n. 58) che, purtropp,o ha ancora molti nipotini, toccati e punti sul vivo dalla penna digitale del ministro Valditara.
Martedì, 15 novembre 2022