«Io non sono cristiana, ma credo davvero tanto che Gesù sia stato un salvatore»
di Marco Respinti
Il tempo forte del Natale può estendersi fino alla Candelora, e poi la nascita di Cristo è un momento preciso del tempo che non viene arrestato dal tempo. Si può, dunque, ancora ragionare sopra un messaggio di auguri. L’ho ricevuto, fra tanti, tantissimi altri, per il 25 Dicembre appena celebrato, via WhatsApp, come oramai non accade altrimenti. Lo trascrivo esattamente come l’ho ricevuto: «I sung Silent Night, thinking of the miracle of Jesus – I hope you enjoy 🙏 (I know I am not Christian but I believe very much that Jesus was a saviour)». Vale a dire: «Ho cantato Astro del Ciel, pensando al miracolo di Gesù. Spero ti faccia piacere (lo so, io non sono cristiana, ma credo davvero tanto che Gesù sia stato un salvatore)».
Io non ho parole. Non servono. L’autrice del messaggio è una collega, e pure oramai un’amica. Appartiene a un nuovo movimento religioso di quelli che però un po’ educatamente s’indispettiscono se etichettati così, giacché ritengono di affondare le proprie radici spirituali nella notte dei tempi, nel tempo immemore e in verità senza tempo, nell’età arcaica dell’uomo genuinamente incantato rispetto al mondo: una scuola nuova, insomma, ma di un sapere e di una fede antiche. Discutibile, ma qui interessa ben poco.
Interessa invece il messaggio. Mi emoziono sempre davanti a questo tipo di messaggi (ogni tanto ne ricevo) pensando alla tenerezza con cui li legge Dio. Mi emoziono per lo sforzo spirituale che chi scrive quei messaggi compie, andando oltre la logica, la ragione, la dottrina e piegarsi, comunque sia, davanti al Signore della storia che viene. Il Signore unico, anche se molti, magari l’autrice del messaggio compresa, non lo pensano. Epperò davanti a quel nome, a quella presenza unica e diversa qualcosa accade: qualcosa di miracoloso e di grande. Tutte le dottrine, le costruzioni umane del mondo non possono arginare lo strabordare di Gesù che nasce in un momento preciso del tempo cioè sempre, sbancando ogni logica umana.
Certo, definire Gesù «un salvatore» e non “il Salvatore” è dove si annida la differenza fra l’essere cristiani (letteralmente “l’appartenere a Cristo”) e il non essere cristiani: ma lì ci si ferma, si lascia fare allo Spirito Santo, si lascia tramare Iddio l’Onnipotente.
Resta la commozione, enorme, per un messaggio sgorgato dal profondo del cuore di una persona che sicuramente sa intenerire persino Dio e che inavvertitamente ammaestra il mondo sulla relatività di tutto che non sia il Centro cosmico del Cristo che nasce sempre.
Accadono: sì, i miracoli accadono.
Venerdì,19 gennaio 2024