Xi Jinping e l’ascesa al potere nella Cina di oggi
L’autore: Gennaro Sangiuliano, attuale ministro della Cultura, è stato direttore del quotidiano Roma di Napoli dal 1996 al 2001, vicedirettore del quotidiano Libero e del TG1 dal 2009 al 2018 e direttore del TG2 dal 2018 al 2022.
Il testo di Sangiuliano propone elementi per conoscere l’intelligente, spregiudicato, astuto, diplomatico Xi Jinping, la cui carriera ha raggiunto le massime cariche in Cina: Segretario generale del Partito Comunista, Capo delle forze armate, Presidente della Repubblica e, dal 2018, senza scadenze, vero nuovo “Imperatore”. La Cina è rimasta comunista in politica, ma ha adottato un’economia liberista; ha mantenuto il Partito unico, ma sotto la direzione di Xi ha cercato di estendere i suoi tentacoli economici in tutti i continenti; la Cina è chiusa a libertà e diritti umani, ma ha ritrovato la sua identità antica fatta di Confucio e di costumi ancestrali, in un lento allontanamento da tutte le influenze occidentali. Se qualche anno fa è stato escluso il Natale dalle festività, quest’anno il presidente Xi ha recuperato in pieno i festeggiamenti per il Capodanno cinese (forse la festa più identitaria), finanziando manifestazioni in ogni capitale del mondo occidentale e dedicando alla ricorrenza due settimane in Cina.
La corsa all’egemonia mondiale in campo economico e la rinascita di un comunismo nazionalista sono il mix che Xi Jinping ha realizzato e che non sembra disposto a mettere in discussione.
Democrazia costituzionale, neo-liberalismo, affermazione di valori universali, diritti umani, promozione della partecipazione alla vita sociale, indipendenza dei media, critiche al partito unico: ecco i pericoli con cui l’Occidente potrebbe corrompere il sano popolo cinese, a detta del presidente Xi Jinping, secondo il segretissimo Documento n.9 dell’agosto 2013, riportato da Sangiuliano nel suo saggio giornalistico a p. 205.
Una dichiarazione “choc” che non abbiamo visto rimbalzare sui mass media occidentali, ma che presenta l’humus culturale in cui si muove la politica del presidente cinese, un “mix” fra comunismo “alla Mao”, liberismo economico e chiusura nazionalistica, con recupero della tradizione antica.
Per arrivare alla Cina di oggi, l’autore parte alla lontana, da Mao e dal mito che ha costruito intorno a sé stesso ai tempi della Lunga Marcia, con una attenta e sistematica eliminazione di tutti i vecchi amici e compagni di partito, che in qualche modo avrebbero potuto oscurare il suo ruolo. Tra i primi compagni Mao anche Xi Zonghxun, padre di Xi Jinping, fin da giovanissimo militante del Partito comunista cinese e a ventun anni già tenente dell’Armata Rossa. Quando, nei decenni successivi, la propaganda svilupperà l’epica della Lunga Marcia, insisterà molto sulla figura del giovane e intrepido Mao. Il giovane Mao era certamente un grande affabulatore delle folle (della strategia militare si occupava Zhou Enlai), ma impone una disciplina ferrea, che causerà tante morti quante le malattie e gli stenti. A questa disciplina il giovane Xi Zonghun ubbidiva, ma era chiaro che non ne condivideva gli eccessi, ed era pure ingenuo. Credeva nel comunismo e nella lotta e non si accorgeva che il Partito è pieno di insidie e di trame. Come molti si avvicinò al comandante Gao Gang, verso cui Mao nutriva una sotterranea invidia, tanto da farlo eliminare appena possibile. Il padre del presidente finì quindi, a ventidue anni, in carcere per un periodo di “rettifica”, e questo periodo segnerà indelebilmente l’immagine sua e del figlio. Immagine riabilitata tanto da farlo rientrare nella cerchia esclusiva dei gerarchi, ma mai cristallina. Il suo secondogenito Jinping nacque il 15 giugno 1953 e assistette, nel 1962, alla seconda caduta del padre, che perse tutto nel giro di una settimana per aver scritto un libro positivo nei confronti del generale Liu Zhidan, in cui Mao credeva di ravvisare un possibile rivale. Momenti che segnano il giovane come il lungo confino nelle terribili “terre gialle”, nel Nord Shaanxi, dove fu mandato dalle Guardie Rosse della Rivoluzione Culturale a fare l’agricoltore per sette anni.
Morto il Grande Timoniere nel 1976, iniziò il periodo di rinascita anche per Xi, che in quegli anni ha imparato come muoversi e come scegliere sempre la linea vincente nel Partito.
Categoria: Saggio
Autore: Gennaro Sangiuliano
Pagine: 265 pp
Prezzo: € 22,00
Anno: 2019
Editore: Mondadori
ISBN: 9788804705284