Una devozione con una dimensione politica rimasta inascoltata nella Francia del XVII secolo. Ma Dio non ha cessato di dirigere il suo popolo
di Marco Invernizzi
Si è da poco conclusa la Scuola estiva di Alleanza Cattolica dedicata quest’anno al Sacro Cuore, segno e speranza per l’Europa.
Decine di giovani hanno partecipato per cinque giorni a un intenso programma di incontri di formazione, oltre alla preghiera e alla ricreazione nell’amicizia, dedicati a un tema che merita oggi una particolare attenzione. Sottolineo oggi, perché potrebbe sembrare un tema del passato, una devozione sorpassata, ma Papa Francesco, smentendo una mentalità progressista che vorrebbe disprezzare le cose “antiche”, scrisse Dilexit nos (2024), l’ultima sua enciclica appunto dedicata al Cuore di Cristo. Questa devozione è costantemente presente nella vita della Chiesa dall’inizio fino a oggi, nella Scrittura e nei Padri greci e latini, ma indubbiamente ha conosciuto una grande diffusione a partire dalle rivelazioni che il Signore Gesù ha rivolto a santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690), una suora visitandina vissuta nella Francia della seconda metà del XVII secolo. Queste rivelazioni sono all’origine di una devozione che rimane ancora oggi, quella dell’accostarsi alla Comunione eucaristica per nove primi venerdì del mese consecutivi per avere l’assicurazione dell’assistenza di Gesù durante la propria morte.
Ma le apparizioni a santa Margherita non contenevano soltanto questa devozione personale. La sesta in particolare, significativamente del 1689, cento anni prima dell’inizio della Rivoluzione francese, era rivolta al Re di Francia perché si consacrasse al Cuore di Gesù e così salvasse la Francia dalla tragedia, che infatti la avvolse esattamente un secolo dopo.
Preparando l’intervento alla scuola estiva mi sono imbattuto in un libro straordinario, di quelli destinati a restare nel tempo per la loro preziosità. Si tratta dell’opera Sacro Cuore di Gesù. Origine e sviluppo storico del culto e della devozione, Gangemi editore, pubblicato nel 2023 e scritto da Dario Di Maso, con la prefazione del gesuita Ottavio De‘ Bertolis. Il libro è corposo (oltre 800 pagine) ma soprattutto è un libro serio, documentato, costruito su una ricca bibliografia. Affronta il tema del Sacro Cuore dall’inizio della storia della Chiesa, esamina la sua presenza nella Scrittura, nei Padri della Chiesa, nei principali autori spirituali del Medioevo, ma indubbiamente e giustamente si sofferma in modo particolare sulle rivelazioni a santa Margherita, avvenute nel convento di Paray le-Monial fra il 1673 e il 1689. Quasi trecento pagine sono dedicate alla dimensione politico-religiosa del culto al Sacro Cuore, a conferma delle caratteristiche di queste rivelazioni che, al pari di quelle di Fatima nel 1917 e di quelle in corso a Medjugorje, non sono soltanto apparizioni devozionali, cioè con lo scopo di aiutare la salvezza delle anime attraverso un messaggio rivolto a una o più persone e con la costruzione successiva di un santuario in cui pregare, ma hanno una dimensione pubblica, di teologia della storia, cioè hanno lo scopo di indicare ai fedeli le caratteristiche di una determinata epoca della storia per favorire un cambiamento sociale, non soltanto delle singole persone.
Ma quale è questa epoca? Si tratta del secolo precedente la Rivoluzione francese, successivo alla Riforma protestante e alla guerre di religione, che tanto hanno contributo alla crisi europea, non solo per avere spaccato l’unità religiosa ma anche per avere favorito la crescita del disprezzo nei confronti dei cristiani, divisi da un odio implacabile di cui si serviranno gli illuministi per esaltare il loro razionalismo contro il fanatismo superstizioso del cristianesimo che aveva portato alla guerra fratricida. Non solo, ma le apparizioni del Sacro Cuore sono anche la risposta del Cielo all’eresia giansenista che era penetrata all’interno della Chiesa, soprattutto francese, caratterizzata da un rigorismo simile al protestantesimo, che allontanava i fedeli dai sacramenti, invitandoli a comunicarsi soltanto in determinate circostanze perché sempre impuri per accostarsi a ricevere il corpo del Signore. Il Sacro Cuore si rivolge a santa Margherita, invitando le anime all’Ora santa di adorazione dell’eucarestia la notte del giovedì e alla comunione riparatrice per “consolare” il Signore disprezzato, bestemmiato e dimenticato per troppo tempo nei tabernacoli senza che nessuno andasse a pregarlo. Una devozione molto “fisica”, “carnale”, che guarda all’umanità di Cristo, al suo sacrificio sulla Croce, alla riparazione possibile da parte degli uomini, come spiegherà Pio XI nell’ enciclica sulla riparazione Miserentissimus Redemptor nel 1928.
La Francia dell’epoca delle apparizioni è quella di Luigi XIV (1638-1715), il Re Sole, sotto il cui lungo Regno la figlia primogenita della Chiesa diventa una guida per tutta Europa, ma anche uno Stato sempre più accentratore, assolutista, con una politica religiosa che continua quella dei cardinali Richelieu (1585-1642) e Mazarino (1602-1661), che avevano sottomesso l’azione della Chiesa a quella della Monarchia ed erano entrati in conflitto con il Papato. Sono i decenni in cui esplode in Europa la crisi segnata dal libertinismo e dal razionalismo descritta con grande sapienza da un classico, La crisi della coscienza europea (UTET, 2019), del grande storico Paul Hazard (1878-1944).
Le apparizioni del Sacro Cuore hanno anche una dimensione politica, nel senso alto del termine, cioè si rivolgono al Re perché aiuti la nazione che gli è stata affidata a superare la crisi con la diffusione di una devozione che avrebbe dovuto favorire una conversione profonda del popolo. Come si sa, Luigi XIV non diede seguito alla richiesta, non si consacrò al Sacro Cuore, non lo fece disegnare sui propri stendardi. Lo faranno i vandeani, come segno della volontà di difendere i valori della Francia cristiana, e lo farà Luigi XVI (1754-1793), prigioniero dei rivoluzionari nel Tempio, poco prima di essere assassinato. Ma sarà troppo tardi.
Oggi non c’è più la Monarchia, e neppure la Chiesa gallicana sottomessa allo Stato. Ma c’è una profonda scristianizzazione che iniziò allora e continuò inesorabilmente. La devozione al Sacro Cuore è stata diffusa in Europa soprattutto dalla Compagnia di Gesù, prima e dopo la soppressione (1773-1815), ed è penetrata in molte anime, ancora oggi viene ricordata in diverse chiese, ma la sua dimensione politica non ebbe conseguenze perché non venne fatta propria da nessuno. Dio però non ha abbandonato il suo popolo. C’era allora e rimane tuttora una grande assistenza ordinaria da parte del soprannaturale, attraverso i sacramenti della Chiesa e per mezzo del Magistero del Papa e dei vescovi in comunione con lui. E’ un’assistenza importante perché indica la strada da seguire, mette in guardia dai pericoli e dagli errori. Ma spesso e volentieri il Cielo non si limita a questa modalità di direzione spirituale ed entra direttamente in campo, come ha fatto con le apparizioni del Sacro Cuore, con quelle di Fatima e di Medjugorje. Nella nebbia che sembra avvolgere e stordire oggi le principali classi politiche europee (e del mondo), non dobbiamo tuttavia perdere la speranza che Dio continui fedelmente ad accompagnare il suo popolo.
Lunedì, 11 agosto 2025
