Gandolfini (Family day): ”Induzione al suicidio è imbarbarimento della società; situazioni di sofferenza sanate da società solidale”
“Con grande dispiacere apprendiamo della morte di Davide Trentini avvenuta questa mattina in Svizzera. Esprimiamo sincero cordoglio e vicinanza ai familiari, ma non possiamo non condannare coloro che continuano a promuove questi viaggi della morte come se fossero la forma più nobile di assistenza ai malati”, così Massimo Gandolfini, presidente del Comitato promotore del Family day.
“Il nostro categorico ‘no’ ad ogni forma di eutanasia e suicidio assistito oggi è ancora più determinato. Davide non era in uno stato terminale, infatti da quasi 25 anni era affetto dalla sclerosi multipla, viveva dunque una malattia stabilizzata, con una prognosi di sopravvivenza ancora di molti anni, considerata l’evoluzione fin ad oggi verificatasi”, prosegue Gandolfini.
“Consideriamo un imbarbarimento della società civile l’induzione al suicidio, che molto spesso ha motivazioni personali di grande sofferenza che potrebbero essere aiutate e sanate da una società solidale e che, al contrario, vengono esaltate da una cultura che, lavandosene le mani, fa propaganda a favore del ‘togliersi di mezzo’, il tutto camuffato da libera scelta”, afferma ancora il presidente del Family day.
“Chiunque sceglie di uccidersi non si trova mai nella condizione di una vera e lucida libera scelta, ma mette in atto un’azione disperata che lo descrive in se stesso come un uomo solo”, conclude
Gandolfini.
Roma, 13 Aprile 2017
Ufficio Stampa Comitato “Difendiamo i Nostri Figli”
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