Da tempo in Italia il furto non viene perseguito, e ancor meno sanzionato in modo adeguato: il ladro resta ignoto nel 98% dei casi, con troppa frequenza la magistratura ritiene di non doversene interessare, le forze di polizia si adeguano e scoraggiano le denunce, e nella sfortunata ipotesi che il delinquente sia individuato e addirittura condannato, la tariffa è ridicola (2 o 3 mesi di reclusione), a differenza di quanto accade in altri Stati europei. Logica imporrebbe una stretta, soprattutto operativa, nel contrasto e nella repressione di questi reati. Quanta logica alberga nelle aule parlamentari? La soluzione trovata è stata delegare la gestione della sicurezza ai privati, come se permettere un uso più elastico del revolver scoraggi da intrusioni. Non evita il processo a chi reagisce, al di là del pasticcio delle fasce orarie in cui sparare sarebbe lecito: e questo è un guaio ancora più grave del danno subito nell’abitazione o per strada. Il punto qualificante è che circoscrivere l’attività dei ladri spetta allo Stato, non a sceriffi per necessità. Il resto è (il)legittima offesa: al buon senso.