Lo scorso 10 febbraio, don Florian Braun, canonico dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote, ha celebrato a Napoli, presso la Reale Arciconfraternita di Santa Maria del Soccorso, una messa in rito romano antico in suffragio delle anime dei militanti di Alleanza Cattolica defunti.
Di seguito riportiamo una trascrizione dell’omelia tenuta, nell’occasione, da don Louis Valadier, canonico della stessa Società di Vita Apostolica.
Carissimi amici,
Ci ritroviamo stasera in questa bella chiesa per onorare la memoria dei defunti della vostra associazione che ci hanno preceduto nell’eternità. Ricordo in particolare i nomi di Marco Tangheroni (1946-2004), Enzo Peserico (1959-2008), Bruto Maria Bruti (1954-2010) e Giulio Soldani (1943-2011).
Vi sprono a conservare molto vivo il ricordo di quelli che avete conosciuto, di quelli che avete amato, di quelli che, soprattutto, hanno condotto – come fate voi su questa terra – un combattimento: il combattimento per la verità.
Difatti, è abbastanza facile rilevare nella vita di chi ho nominato un filo conduttore: l’amore per la verità. Tale verità ha un carattere ben preciso. È una verità tutta spirituale che unicamente la fede può consegnarci: l’amore di Dio, da cui tutto il resto consegue.
Le terribili e drammatiche derive moderne che si oppongono direttamente o indirettamente a Dio nel campo della fede e della morale hanno tutte, purtroppo, un’origine comune: l’abbandono parziale o totale di Dio per erigere l’uomo a padrone dell’universo. Lo sappiamo: tutto questo finirà male, molto male, per quelli che cercano di svincolarsi da Dio e dalle sue leggi. Il messaggio della Madonna di Fatima risuona alle nostre orecchie in modo particolare nell’anno del suo centenario: «Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà!».
Per i quattro defunti che ho nominato, la sottomissione a Dio era vera, viva e visibile. E se era tale – permettetemi di dirlo benché non abbia avuto la gioia di conoscerli personalmente – è perché quella sottomissione era ancorata profondamente nella preghiera.
Si possono avere le migliori intenzioni del mondo, avere il giudizio più retto, voler essere un reazionario energico ed efficace contro le derive della nostra epoca – tali sono, per esempio, il gender e il cosiddetto matrimonio omosessuale –, ma tutto questo è niente, non porta a nulla di sostanziale e di profondo, senza una solida e profonda vita spirituale, senza una profonda e intensa vita di preghiera.
La preghiera è il respiro dell’anima. La preghiera, nella vita del cristiano, deve essere il suo respirare. Nel nostro povero mondo che si allontana visibilmente ogni giorno un po’ di più da Dio, troveremo sempre forza e conforto nella preghiera. L’essere a cuore a cuore con Dio ci fortifica nelle prove, ci dà coraggio per andare avanti, per proclamare alto e forte la verità cui prima accennavo: la verità che viene dal Cielo. «Quid est veritas?», chiedeva Ponzio Pilato a Nostro Signore Gesù Cristo, al momento della Sua dolorosa Passione. La risposta è qui, davanti a noi.
Quest’Ostia santa, che si consuma lentamente e dolcemente in questo santo tabernacolo, il Nostro Signore Gesù Cristo, Dio e uomo, incarnato per salvarci: ecco la Verità.
Tutto ciò che non si ricollega a questa Verità che è Dio non è verità. Se taluni vogliono cambiare la natura delle cose e il loro corso è perché rifiutano la legge naturale, espressione della legge eterna, della legge divina.
I nostri defunti si adoperavano alacremente per il rispetto della legge naturale, impegnati com’erano nella cerca di questa verità cui tutta la vostra associazione, attraverso le sue attività, punta con ardore.
Allora, carissimi amici, continuiamo questo combattimento. Alcuni sono partiti verso l’eternità. Noi che siamo ancora su questa terra, che siamo parte della Chiesa militante, dobbiamo essere militanti sul serio. Il cristiano militante è un cristiano che prega. Il cristiano militante riesce a far rumore anche senza gridare. Ma, come dice san Paolo a proposito della carità (1 Cor 13,1-13), possiamo sperare e cercare di conseguire molte belle cose, ma se non siamo uomini di preghiera, le nostre opere non porteranno a niente.
Lo ripeto: dobbiamo essere innanzitutto uomini di preghiera. Il mondo ne ha tanto bisogno. La Campania ne ha tanto bisogno. Napoli ne ha tanto bisogno. Dobbiamo essere fra quelle anime che bruciano del fuoco divino e della verità divina. Sono le anime che potranno conquistare il mondo, perché Dio vivrà in esse. Sia lodato Gesù Cristo!
don Louis Valadier I.C.R.S.S.