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La Cassazione e la cancellazione della madre

23 Giugno 2025 - Autore: Giancarlo Cerrelli

La maternità ridotta a rapporto affettivo volontaristico

di Giancarlo Cerrelli

Con la recente sentenza n. 16242 del 17 giugno 2025, la Corte di Cassazione ha preso una decisione che farà discutere: ha permesso che una donna, definita «madre intenzionale» (cioè colei che aveva voluto avere un figlio con la partner attraverso tecniche di fecondazione assistita), potesse adottare quel bambino anche se la madre biologica si era opposta, dopo la fine della loro relazione.

Cosa ha deciso la Cassazione?

In parole semplici, i giudici hanno detto che non è necessario il consenso della madre biologica per permettere l’adozione da parte della madre intenzionale. Quello che conta, secondo la Corte, è il «bene del bambino», cioè se la madre intenzionale ha costruito un rapporto affettivo stabile e positivo con il minore.

Perché questa decisione è controversa

La sentenza segna una novità importante: il legame biologico — essere la madre che ha partorito il bambino — viene messo in secondo piano rispetto al legame affettivo. In pratica, oggi si può essere riconosciuti come genitori anche senza esserlo né biologicamente, né per convivenza continuativa.

Questo, però, solleva molte domande. Davvero basta voler bene a un bambino per essere genitori al pari di chi lo ha messo al mondo? Possiamo cancellare la centralità della madre naturale solo perché si parla di «interesse del minore»?

Un nuovo modo di vedere la famiglia

Questa decisione riflette un cambio profondo nel modo in cui si guarda alla famiglia: non più unione tra padre, madre e figli, ma una realtà modellata sul desiderio degli adulti, anche se questo va contro la realtà biologica.

Così facendo, però, rischiamo di usare il diritto per costruire nuovi modelli familiari senza riflettere sulle conseguenze. Quando la legge si piega al desiderio, senza tener conto della verità della natura umana, rischiamo di perdere qualcosa di essenziale: la certezza di chi siamo e da chi veniamo.

Perché è importante parlarne

Non è un problema che riguarda solo i tribunali. È una questione che tocca tutti noi, perché riguarda il futuro della famiglia, dei bambini e della società. Dobbiamo chiederci se un figlio è davvero solo il frutto della volontà e del progetto degli adulti o se, invece, nasce da una relazione reale, insostituibile, tra un padre e una madre.

Lunhedì, 23 giugno 2025

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