1000battute di alfredo mantovano
Le battute potrebbero sprecarsi. Della serie: Anche l’orologio rotto… Prendiamo invece sul serio il rilancio sul riposo domenicale del candidato premier M5s on. Di Maio. In realtà sono almeno cinque anni che sindacati italiani ed europei battono perché – salvi i lavori di pubblica necessità – le attività ordinarie si fermino una volta alla settimana. E’ pure verosimile che senza la protesta di Serravalle il vicepresidente della Camera non avrebbe toccato il tasto. Al netto di tutto c’è però un dato obiettivo: CGIL e grillini riconoscono nei fatti il Terzo comandamento. Probabilmente a loro insaputa, ma è singolare che l’esigenza del riposo periodico provenga da realtà finora distanti e ostili a un quadro di principi cristiano. E che tale esigenza sia rivendicata per la domenica, una volta ogni sette giorni, e non per es. una volta ogni dieci giorni: i giacobini al tempo del Terrore tentarono di riformare il calendario con la Decade, pur di non menzionare quella domenica che richiama il Dominus… Quando si esagera la natura si ribella e fa rivendicare le proprie esigenze da chi meno si immagina: il Comandamento di “santificare la festa”, riferito al culto a Dio come al periodico rientro in sé stessi, ha una solida base scritta nella nostra carne. Il passo successivo non è però obbligatoriamente santificare, dopo la festa, chi fa oggi questa scoperta. Perché i Comandamenti sono dieci, e si tengono l’un l’altro: dopo il 3°, direbbe monsieur de la Palisse, c’è il 4°, svillaneggiato dalla legge sulle unioni civili. E dopo il 4° c’è il 5°, calpestato dalla legge sulle dat. L’una e l’altra sostenute da Grillo e da Di Maio. Dunque, guai a disprezzare l’implicito ossequio al 3°. Purché sia il primo passo per pretendere eguale attenzione agli altri.