Era appena finito il Campeggio del Liceo 2021 dedicato a Dante Alighieri, quando Sabina, storica colonna dell’attività per i liceali, si è ritrovata in un momento di sosta forzata a causa del Covid 19 e ha scritto una lettera ai colleghi educatori. La proponiamo perché ci fa conoscere da vicinolo staff che sta dietro il Campeggio, con un’affettuosa panoramica sui ragazzi e tanta gratitudine per la loro dedizione.
Cari ragazzi,
dopo la settimana vissuta insieme ad Edolo mi ritrovo, a causa del Covid, ad avere tutto d’un colpo un sacco di tempo per me.
Bella la vita della madre quarantenata: tra le varie ipotesi viziose di vacanza, quella di dovermi isolare, evitando di cucinare per una decina di persone e di sbattermi a fare la spesa, quella della condizione di positiva al Covid, dunque appestata, non era ancora contemplata. Non va così male, in fondo.
In pochissimi giorni ho fatta mia l’occasione d’oro di ripensare al nostro campeggio a Edolo: quanta Grazia!
Abbiamo tutti desiderato enormemente ritrovarci: un anno di pausa forzata, di distanza fisica, di occhi consumati dallo studio al pc, di desiderio di risate, abbracci, giochi, confidenze…
Il campeggio di quest’anno è stato una scommessa. Vogliamo ricominciare, ci siamo detti. E ci abbiamo dato dentro, forti anche dell’assistenza del Poeta, sublime maestro umano di Vita e di ricerca di Dio. Ci abbiamo provato con le nostre povere forze, mettendoci in gioco per trovare una location adatta. Il campeggio superiori è sempre un po’ quello dell’armata Brancaleone: si parte da un punto e man mano qualcuno si aggiunge (Harry sempre, e soprattutto nel bisogno) e compensa chi viene a mancare (Marco, alle prese con la specializzazione medica, ha lasciato il posto a Federico, il nostro vulcano tuttofare).
Chi eravamo?
Luca, promosso al ruolo di capo per la sua fedeltà pluriennale: da ragazzo adolescente e sornione che era, si è caricato con coraggio questa nuova responsabilità, attento e rispettoso dei consigli degli altri educatori. E ci è riuscito alla grande!
Aleksandra, la vichinga svizzera capace di creare mondi fantastici con le sue “Cene con delitto”, di intrattenere e caricare anche i giovani moribondi, di coccolare e consolare di fronte alle fatiche delle fanciulle.
Fede, che dopo aver creato per i ragazzi il mondo virtuale e social della “Tana”, rifugio sicuro nei mesi più bui della Dad nazionale – non te ne saremo mai abbastanza grati -, ha messo a fuoco il campeggio preso da un ardore cateriniano, come solo lui sa fare, inventando mille ulteriori possibilità di crescita.
Arsen, il nostro ponte tibetano tra l’adolescenza e l’età adulta, l’uomo senza paura capace di motivare giovani uomini nelle sfide fisiche – e non solo- più complesse, senza timore di raccontarsi ragazzo pieno di dubbi, risolti con un grande amore per Dio, che passa sempre ed inevitabilmente dall’uomo.
Don Andrea, il sacerdote skipper, indescrivibile per Scienza e conoscenza di Dio e dell’uomo. Una Grazia commovente, per tanti ragazzi e per noi educatori, il potersi confessare con lui, poter ascoltare i racconti della sua vita e della sua vocazione. E’ riuscito a regalarci un momento di Adorazione intenso e raccolto.
E infine Vera e Daniela, i nostri angeli custodi a cinque stelle, che ci hanno regalato piatti deliziosi e sempre abbondanti, alla faccia del frugale pasto previsto da sempre nei campeggi del pellegrino errante.
Che merito ne ho io, per poter far parte di questa meravigliosa brigata?
Nessuno, eppure posso raccontarlo. Ormai piu’ di 10 anni fa Lorenzo Cantoni mi propose di partecipare; non poteva immaginare che sarebbe diventata per me una dipendenza!
Ci si può, infatti, distaccare dalla Bellezza di un gruppo di ragazzi in crescita, alla ricerca di Dio, portatori di dubbi e di domande meravigliose sul senso dell’esistenza?
Impossibile! Se poi scatta la magia di un’intesa inaspettata tra ragazzi di età diversa, che si ritrovano insieme per la prima volta, magari dopo un anno tremendo di Dad, di assenza di abbracci, di saluti solo dietro ad uno schermo, nasce un’alchimia unica e inaspettata.
Così è stato a Edolo. Nonostante il tempo avverso, le età distanti (dai 14 ai 21 anni), i mondi di provenienza più vari, le differenze geografiche.
Anche se il diavolo, colui che separa, prova insistentemente a dividere coi mezzi più subdoli – stavolta ha scomodato un minuscolo virus – vale la pena, sempre, varcare la soglia della Speranza.
Grazie, liceali di Alleanza! Continuate a dare ragione della Speranza che è in voi! (1Pt 3,15).
Sabato, 4 giugno 2022