Giovanni Paolo II, Cristianità n. 201-202 (1992)
Discorso al Comitato pianificatore della Religious Alliance Against Pornography, del 30-1-1992, nn. 2-3, in L’Osservatore Romano, 31-1-1992. Traduzione del quotidiano vaticano, con qualche modifica. Titolo redazionale.
La proliferazione della letteratura pornografica è solo un segno di una più ampia crisi di valori morali, che affligge la società contemporanea […]. La pornografia è immorale e, in ultima analisi, anti-sociale proprio perché è opposta alla verità sulla persona umana, fatta a immagine e somiglianza di Dio (cfr. Gen 1, 26-7). Per sua stessa natura la pornografia nega il genuino significato della sessualità umana come dono di Dio, voluto per aprire gli individui all’amore e alla condivisione dell’opera creatrice di Dio attraverso la procreazione responsabile. Riducendo il corpo a uno strumento per la gratificazione dei sensi, la pornografia frustra l’autentica crescita morale e mina lo sviluppo di relazioni mature e sane. Essa conduce inesorabilmente allo sfruttamento degli individui, specialmente di coloro che sono più vulnerabili, come è tragicamente evidente nel caso della pornografia che ha per oggetto i bambini.
[…] la diffusione della pornografia rappresenta una seria minaccia per l’intera società. La forza di ogni società si misura attraverso la sua capacità di rispettare gli imperativi morali radicati nella verità oggettiva sulla vocazione trascendente della persona umana. Quando una società esalta “la libertà” in se stessa e diviene indifferente alle richieste di verità, essa finisce per limitare seriamente la vera libertà umana — la libertà interiore dello spirito. La libertà, una volta staccata dai suoi fondamenti morali, viene facilmente confusa con la licenza. Purtroppo gli effetti di questa confusione sono evidenti nella crescente commercializzazione della sessualità che ha luogo in molte società occidentali. La produzione della pornografia è diventata una florida industria e la sua diffusione è talvolta considerata una legittima espressione della libertà di parola, con la conseguente degradazione degli individui, in particolare delle donne. Il problema […] è sentito in maniera non minore nei Paesi in via di sviluppo, dove l’espansione dell’industria pornografica è fonte di preoccupazione proprio perché indebolisce i fondamenti morali così indispensabili per lo sviluppo integrale di quelle società.
[…] La famiglia è solitamente la prima vittima della pornografia e dei suoi dannosi effetti sui bambini. Di conseguenza, come cellula primaria della società, la famiglia deve essere in prima linea nella battaglia contro questo male. È mia speranza che […] [gli] sforzi per combattere la piaga della pornografia aiuteranno le famiglie […]. Siccome ogni attacco alla famiglia e alla sua integrità è un attacco al bene dell’umanità (cfr. Familiaris consortio, 86), è essenziale che i diritti delle famiglie siano chiaramente riconosciuti e salvaguardati attraverso appropriati strumenti legislativi.
Giovanni Paolo II