Dopo l’odierno attentato ai danni dei Cristiani copti egiziani
Monteduro (ACS-Italia): La presidenza di Al-Sisi va sostenuta
L’attentato di oggi colpisce la comunità cristiana copta nell’esercizio della fede, esattamente come è accaduto prima di Natale e prima di Pasqua. Allora si sono attaccate le chiese nel corso delle celebrazioni della Santa Messa, oggi si attaccano dei fedeli impegnati in un pellegrinaggio.
I Cristiani in Egitto, tuttavia, sono bersaglio dell’estremismo islamico non solo per odio verso una Fede diversa da quella dei terroristi, ma anche perché accusati di aver contribuito in modo decisivo alla destituzione nel 2012 del presidente Morsi, leader dei Fratelli Musulmani, e anche come conseguenza delle scosse telluriche di assestamento che la disarticolazione bellica dell’Isis in Iraq e Siria sta provocando in Medio Oriente. I terroristi stanno scappando, da Mosul in primis, trovando per ora rifugio e solidarietà tra i jihadisti locali, nel nord del Sinai e in alcune zone della Siria stessa.
In Egitto la repressione dell’estremismo e del terrorismo sta dimostrando di funzionare, se consideriamo che il 22 maggio sono stati rinviati a giudizio 48 affiliati ad Isis accusati di aver collaborato nelle stragi nelle chiese. E’ ovvio che non è sufficiente. Dalla leadership del Presidente Al-Sisi tutti attendiamo passi ancora più decisi per prevenire l’orrore e proteggere i suoi compatrioti cristiani. I quali chiedono a noi, Occidente tutto, di sostenere la presidenza Al-Sisi, dalla quale comunque hanno ricevuto concreti segnali di vicinanza. E ci chiedono di non restare vittime di un processo di assuefazione. Manchester o Stoccolma e Minya distano da Roma più o meno allo stesso modo.
I pellegrini oggi trucidati, per usare le parole pronunciate da Papa Francesco a proposito dei copti sgozzati sulla spiaggia della Libia, non erano probabilmente dottori in teologia, ma certamente dottori in coerenza cristiana.