
Parere del CNB-Comitato nazionale di bioetica sull’aiuto al suicidio. Dal Centro Studi Livatino, 30/07/2019, foto redazionale.
Il parere del CNB-Comitato nazionale di bioetica sull’aiuto al suicidio dà conto delle posizioni diversificate al proprio interno. Peccato che nella comunicazione mediatica siano state fatte prevalere le “riflessioni” pro, e per questo più che riflessioni appaiono propaganda perché la Corte costituzionale completi l’opera annunciata con l’ordinanza n. 207/2018.
Vari e di rilievo sono i punti inaccettabili nel testo del parere: inaccettabile è la posizione che propone di distinguere fra l’aiuto al suicidio e l’eutanasia: come se uccidere in via diretta un essere umano o prestargli ausilio per togliersi la vita fosse qualcosa di diverso dal punto di vista sostanziale, etico e giuridico. E’ inaccettabile l’autodeterminazione quale unico criterio di riferimento, in linea con quanto sostenuto dalla Consulta: come se dignità e autodeterminazione fossero la stessa cosa. E’ contraddittorio il richiamo alle cure palliative, se poi viene giustificata la strada dell’aiuto al suicidio.
La parola passa a un Parlamento che finora ha dormito. Si lamenta di frequente l’invasione del terreno legislativo da parte della giurisdizione o di realtà terze: ci sono ancora pochi giorni perché Camera e Senato dimostrino non solo di non volere l’inserimento del suicidio assistito nel SSN, ma anche di non accettare il proprio conseguente suicidio come istituzione.
Roma, 30 luglio 2019