“La vita umana non esce dal nulla. Molti sostengono che la Terra sia sovrappopolata. È del tutto falso. Si basano sulle loro impressioni immediate”: sostiene Elon Musk.
di Angelo Pastore
I media osannano Elon Musk per la quantità di miliardi (188,5) nel suo portafoglio, in queste settimane è ovunque la notizia che è diventato “l’uomo più ricco del mondo”, superando persino Bill Gates e Warren Buffett, paperoni storici, e Jeff Bezos, paperone recente.
Imprenditore sudafricano, laureato in economia e in fisica, e lauree honoris causa in Design e in Ingegneria aerospaziale: dopo molteplici successi imprenditoriali (PayPal, Tesla, SpaceX, ecc.), attualmente si occupa della colonizzazione di Marte.
Ma nessuno cita una sua intervista (a Matthias Döpfner, Repubblica.it/contenuti premium) in cui, fra l’altro, gli viene chiesto di spiegare perché ha sei figli: “Mi chiedo come faremo a mantenere in vita l’umanità quando non avremo più figli. Ci sono così tanti Paesi che hanno tassi di natalità negativi! L’immigrazione non risolve questo problema. Se crediamo davvero nell’umanità, dobbiamo garantire la presenza della vita umana sulla Terra anche in futuro. Ma la vita umana non esce dal nulla. Molti sostengono che la Terra sia sovrappopolata. È del tutto falso. Si basano sulle loro impressioni immediate, vivono in città densamente popolate. Ma le città sovrappopolate corrispondono a una piccolissima parte della Terra“.
Nelle stesse settimane hanno molto credito nell’opinione pubblica veicolata dai media le invettive di “scienziati” continuamente affannati in ultimatum ideologici, tanto definitivi quanto poi non verificatisi. Si veda l’ultimo in ordine di tempo di Luca Mercalli (sul Fatto quotidiano: “La bomba demografica fa tic-tac”), climatologo, che vuole spingersi in territori non suoi della demografia.
La scienza ci assiste con certezze fondamentali che ci aiutano a vivere e le approfondisce continuamente verso ciò che oggi è ignoto. Non è un’opinione, non è un’ideologia: non è alla ricerca di idee per sovvertire la realtà a suo piacimento ma studia la realtà per averne idee alla sua altezza e poterla governare. La terra è sovrappopolata o tutt’altro? Fare figli è un crimine o la salvezza dei popoli morenti?
Un pensiero demografico catastrofista, ci ricorda un demografo, non ideologico, come Roberto Volpi (Il mondo denso, Lindau) diffonde allarmi già dalla metà degli anni ‘60 quando il pianeta ospitava 3 miliardi di individui, e Paul Ehrlich (entolomogo) autore del saggio The Population Bomb (1968), in cui sosteneva che “la battaglia per nutrire l’umanità è persa” non riusciva a immaginare che lo stesso pianeta ne avrebbe nutriti ben più del doppio (oggi siamo circa 7,6 miliardi). Dagli anni 60 ad oggi tutte le altre previsioni sulla stessa scia si sono rivelate semplicemente sbagliate, cioè non si sono verificate. Ma l’aspetto più interessante non è tanto il fallimento delle teorie della sovrappopolazione per eccesso di natalità quanto la sua spiegazione: dagli anni ‘60 in cui veniva pubblicato il saggio sulla “bomba demografica” ad oggi la vita media per abitante sulla terra è aumentata di circa 15 anni. Pertanto, la popolazione non cresce perché si fanno più figli bensì perché si vive più a lungo! “Negli ultimi trent’anni”, ricorda sempre Volpi, “la popolazione europea è cresciuta pochissimo, circa 20 milioni in più, cioè dell’1% ogni dieci anni”. L’Italia da alcuni anni perde abitanti, 100 mila all’anno, forse pochi, ma li perde.
Ha ragione Elon Musk: “Se crediamo davvero nell’umanità, dobbiamo garantire la presenza della vita umana sulla Terra anche in futuro. Ma la vita umana non esce dal nulla”, bisogna procrearla.
Sabato, 9 gennaio 2021