Su la Repubblica di ieri Mario Calabresi ammonisce il Parlamento, in particolare il Pd e M5s, a non lasciate concludere la legislatura senza aver approvato sei riforme essenziali: la legge sulla cittadinanza, l’introduzione del reato di tortura, la riforma del codice antimafia, il nuovo processo penale, gli articoli sul biotestamento, la legalizzazione della cannabis. Tolto qualche passaggio delle norme antimafia e della riforma della procedura penale, si tratta di disposizioni pessime, la cui approvazione accentuerebbe la descrizione della Legislatura in scadenza come quella che ha causato il maggior danno ai fondamenti del vivere civile. Se il senso della segnalazione, e della campagna che Repubblica ha avviato – un serial su cui batterà nelle settimane a venire -, è di intensificare il pressing demolitorio, è legittimo fare il tifo per il più rapido time out di Camera e Senato. Con la consapevolezza che – se nulla cambia e se nessuno assume l’iniziativa – l’agenda di priorità del direttore di Repubblica sarà spostata dalla fine di questa all’inizio della prossima Legislatura. Appunto, se nulla si muove. Interessa qualcuno, dalle parti del mondo cattolico italiano?