Massimo Introvigne, I Mormoni, Interlogos, Schio (Vicenza) e Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1993, pp. 280 + 19 di illustrazioni fuori testo, L. 35.000
Nel 1991 per i tipi di Brepols, editore a Turnhout, in Belgio, venne pubblicato il volume Les Mormons, di Massimo Introvigne, militante di Alleanza Cattolica fin dagli anni del liceo, direttore del CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni, e autore o curatore di quindici volumi in tema di nuovi movimenti religiosi e magici contemporanei. Il volume faceva parte del progetto Fils d’Abraham, curato dai monaci dell’abbazia di Maredsous, un’enciclopedia — di cui sono previsti circa quaranta volumi — delle religioni che, in modi diversi, si considerano parte dell’eredità di Abramo, nell’ambito del cristianesimo, dell’islam o dell’ebraismo. Caratteristica dell’enciclopedia Fils d’Abraham è l’identità dello schema, che rimane costante in tutti i volumi e che prevede — per ciascuna Chiesa, comunità o movimento religioso — sezioni, con un numero di pagine fisso, dedicate alla storia, alla dottrina, all’arte sacra, alla vita spirituale, al profilo sociologico e all’organizzazione, più un’antologia, una bibliografia e un inserto fotografico. Nonostante le esigenze tipiche di ogni progetto enciclopedico — che comporta inevitabilmente vincoli rigidi — il volume Les Mormons è stato salutato da recensori, pure di orientamento diversissimo, in Francia, in Belgio e negli Stati Uniti d’America, come il testo più completo mai apparso in lingua francese sull’argomento. Sulla rivista scientifica della Brigham Young University — la più grande università privata degli Stati Uniti d’America, che appartiene alla Chiesa Mormone — il recensore, Michael D. Bush, ha riconosciuto la «profonda conoscenza di una vasta gamma di fonti scritte» e la «varietà di contatti personali» dell’autore nel mondo «mormone e anti-mormone», e ha lodato «l’estensione e l’obiettività della trattazione», concludendo che ci si trova di fronte «probabilmente all’analisi più profonda e priva di pregiudizi del mormonismo da parte di un non mormone apparsa fino a oggi in lingua francese» (Brigham Young University Studies, vol. 33, n. 2, estate 1993, pp. 366-367).
A distanza di due anni dalla pubblicazione in francese la Interlogos di Schio e la Libreria Editrice Vaticana — che hanno scelto una selezione dei volumi di Fils d’Abraham per la traduzione in italiano — pubblicano un’edizione italiana, I Mormoni, riveduta e corretta, aggiornata al 1993 nelle tavole statistiche, arricchita da un capitolo su I Mormoni in Italia (pp. 192-197), ampliata nella bibliografia e nel ricco inserto fotografico, con rare immagini dell’interno del tempio mormone di Zollikofen, in Svizzera, che, come tutti i templi mormoni, è inaccessibile ai non mormoni dopo la consacrazione, ed è il tempio dove si recano i mormoni italiani. Dal punto di vista della struttura l’opera ricalca l’edizione francese. Dopo una Introduzione (pp. 7-10), dove Massimo Introvigne ricorda «le […] divergenze fondamentali che l’autore di questo volume — cattolico — ha nei confronti della teologia e del proselitismo mormone» (p. 10) — divergenze che non costituisce scopo del testo, parte di un’enciclopedia descrittiva, mettere a tema — l’opera si apre con la sezione dedicata alla Storia (pp. 11-33). Questa sezione ripercorre la biografia del fondatore del mormonismo, Joseph Smith (1805-1844), l’esodo verso l’Ovest dopo l’assassinio del fondatore, la costruzione di un «regno separato» nello Utah e l’«americanizzazione» alla fine del secolo scorso, il cui momento esemplare è la rinuncia nel 1890 alla poligamia, oggi praticata soltanto da alcuni gruppi scismatici, vigorosamente attaccati come «apostati» dalla Chiesa Mormone maggioritaria. Massimo Introvigne fa cenno quindi al grande sviluppo missionario fuori dagli Stati Uniti d’America nel secolo XX e ai conflitti fra «progressisti» e «conservatori», evidenziati, dopo la pubblicazione del volume, da cinque scomuniche e da un provvedimento di «disassociazione» — una sanzione minore — comminati dalla Chiesa Mormone alla fine del 1993 a intellettuali ritenuti o troppo «a destra» oppure troppo «a sinistra», e di cui la stampa internazionale ha abbondantemente parlato. Viene fatto cenno anche ai numerosi — e talora interessanti — gruppi scismatici che si sono staccati dalla Chiesa Mormone, che tuttavia rappresenta oggi il 97% di quanti credono nelle rivelazioni di Joseph Smith. Segue la sezione dedicata alla Dottrina (pp. 35-59), dove l’autore presenta una sintesi delle Scritture sacre mormoni, dello sviluppo storico della teologia mormone — che ha subito nel tempo importanti variazioni — e dei principali temi dottrinali.
Nell’Antologia (pp. 61-127) Massimo Introvigne ha scelto di dare la parola soprattutto al fondatore, Joseph Smith, per cogliere gli elementi specifici e costitutivi dell’esperienza mormone, anche se non manca la traduzione in italiano di qualche documento inedito o raro successivo alla morte di Joseph Smith, per esempio sulla poligamia e sul suo abbandono (pp. 109-117), sull’ammissione al sacerdozio dei neri —che in precedenza ne erano esclusi — nella Chiesa Mormone maggioritaria nel 1978 (pp. 118-120) e delle donne nella Chiesa riorganizzata, il più grande degli scismi mormoni, nel 1984 (pp. 124-127).
Inedite per il pubblico italiano sono le informazioni sull’Arte sacra dei mormoni (pp. 129-144), che offrono all’autore l’occasione per esaminare le relazioni fra la cultura mormone e correnti culturali statunitensi ed europee più ampie. Per quanto riguarda la Vita spirituale (pp. 145-171), Massimo Introvigne si sforza di cogliere, al di là di dottrine che sembrano — e spesso sono — esotiche, i caratteri propri dell’esperienza religiosa mormone, senza evitare la trattazione di temi controversi come quelli relativi alle cerimonie segrete del tempio (pp. 155-171), comprese quelle compiute per procura dai vivi per conto dei defunti (pp. 166-171), e all’influenza di rituali massonici nella genesi delle cerimonie mormoni (pp. 163-166).
Importanti sono il Profilo sociologico (pp. 173-197) e la sezione sull’Organizzazione (pp. 199-214), corredati da trenta pagine di Bibliografia (pp. 215-245), tavole statistiche (pp. 247-260), testi musicali (pp. 261-264) e indici (pp. 265-278). Queste parti, infatti, mettono in evidenza un dato saliente a proposito della Chiesa Mormone: i suoi straordinari ritmi di crescita, che l’hanno portata da poco più di seicentomila membri nel 1925 a tre milioni e mezzo nel 1975, a quasi sei milioni nel 1985, a oltre otto milioni nel 1992 (p. 259). Le percentuali di crescita dal 1979 al 1992 sono impressionanti in paesi come il Cile — + 650% — e il Brasile — + 635%—, e un incremento negli stessi anni del 119,2% — da settemila a sedicimila membri — si è verificato anche in Italia (p. 256), dove la crescita è stata peraltro minore che in altri paesi a causa — secondo Massimo Introvigne — del ritardo nell’apertura della missione — avvenuta nel 1966, dopo un effimero tentativo ottocentesco — e della concorrenza particolarmente aggressiva dei testimoni di Geova (pp. 195-197). Sono statistiche che mostrano come i mormoni — al pari dei testimoni di Geova dal punto di vista quantitativo, ma con prospettive di crescita maggiori grazie allo sviluppo qualitativo delle loro istituzioni educative e culturali — non sono soltanto uno dei tanti nuovi movimenti religiosi che si sono diffusi negli ultimi due secoli, ma costituiscono il principale nuovo movimento religioso mondiale e, anzi, il paradigma stesso per intendere tutto il fenomeno. Come ogni realtà poco familiare, il mormonismo abbisogna anzitutto di essere conosciuto e capito; al servizio di questa esigenza il lettore di lingua italiana ha ora finalmente a disposizione uno strumento adeguato e completo.