Un discorso ricco di spunti, ma soprattutto basato sul principio di sussidiarietà e di valorizzazione delle risorse di ogni popolo nel rispetto di identità, storia e tradizioni
di Susanna Manzin
A Roma si è appena concluso il secondo Vertice sui sistemi alimentari, il Food System Summit, presso la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO). L’Italia non ha solo ospitato il vertice, ma è stata la nazione organizzatrice e promotrice dell’evento, grazie al riconoscimento del ruolo di leader del settore alimentare. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha porto il saluto introduttivo ai partecipanti, fiera del fatto che per tre giorni Roma sia stata la capitale mondiale della sicurezza alimentare: «una scelta che onora il tradizionale impegno dell’Italia su questo tema fondamentale». Il suo discorso è ricco di spunti, ma soprattutto ha fornito una cornice, formulando principi che dovrebbero essere alla base di ogni politica alimentare e di sviluppo di un territorio. Il principio di sussidiarietà e di valorizzazione delle risorse di ogni popolo nel rispetto delle identità e tradizioni sono il leitmotiv del messaggio, profondo e con belle citazioni di Papa Francesco e Cicerone.
Il mondo nel quale viviamo è profondamente interconnesso: la pandemia ha frenato i flussi commerciali globali, la guerra in Ucraina ha avuto un forte impatto anche sulla distribuzione del grano in tutto il mondo, l’inflazione e le condizioni climatiche avverse stanno causando una crisi della sicurezza alimentare globale, con un preoccupante aumento della malnutrizione e delle migrazioni.
«Il nostro obiettivo», ha affermato Giorgia Meloni, «è di “assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra”. Non sono parole mie, ma di Papa Francesco che ha chiesto alla comunità internazionale di impegnarsi per “codificare” questo diritto.La sicurezza alimentare è un tassello fondamentale in questo cammino, per garantire sviluppo e crescita economica e per dare alle persone la possibilità di vivere nella propria terra. Questo è anche il vero significato di “sovranità alimentare”: il diritto di un popolo di scegliere il proprio modello produttivo ed il proprio sistema di alimentazione. Inoltre, un rapporto più forte tra territorio, popolo e lavoro consente di ottenere più cibo di qualità e catene di produzione sostenibili».
Il nostro Presidente del Consiglio ha ricordato che «l’Africa non è un continente povero. Al contrario, è ricco di risorse. Detiene la metà delle risorse minerarie mondiali, tra cui le terre rare. Quasi il 50% delle sue terre è coltivabile e potenzialmente in grado di nutrire tutta la sua popolazione. Lo spirito del “Piano Mattei per l’Africa” nasce da questi fatti. Dobbiamo creare un modello di cooperazione non predatoria, che ha l’obiettivo di accorciare le catene del valore e di collaborare con le nazioni africane affinché possano vivere bene delle proprie risorse».
Il problema della fame e della malnutrizione in molte aree del mondo coesiste con le criticità alimentari dell’Occidente, con un preoccupante aumento dei casi di obesità e dei problemi di salute a causa della mancanza di buone abitudini alimentari. La Meloni propone un modello concreto ed efficace: «i principi della dieta mediterranea possono offrire una soluzione in quanto non è costosa, si basa su materie prime locali stagionali, nel rispetto del territorio e della biodiversità. I principi della dieta mediterranea non appartengono solo al bacino del Mediterraneo, ma al mondo intero». Ricordo che la dieta mediterranea nel 2010 è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco e parliamo di dieta nel senso della sua etimologia greca, cioè “stile di vita”. Dunque non solo cibo, ma anche tutto ciò che ruota intorno al mondo della buona tavola, quell’insieme di abitudini, pratiche, abilità, saperi, cultura che i popoli del Mediterraneo hanno creato nel corso dei secoli, dando vita ad un ambiente, ad una organizzazione sociale, ad un senso della bellezza e dell’attenzione alla persona che nasce a tavola e che fa sentire il suo benefico influsso su tanti altri valori. Da un punto di vista nutrizionale la dieta mediterranea fa bene alla salute perché viene privilegiato il consumo di olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, spezie, il tutto accompagnato da buon vino: alimentazione sana e leggera, perché si può mangiare bene avendo cura anche della salute. Ma la dieta mediterranea è ben più di questo: essa, come si legge nelle motivazioni Unesco, «promuove l’interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende». Giorgia Meloni vede con ottimismo «l’opportunità di iniziare un nuovo cammino verso la sicurezza alimentare globale. Un cammino ispirato al futuro, all’innovazione e alle nuove tecnologie, con le radici ben piantate nella nostra storia e nella nostra identità. Cicerone, uno dei più importanti filosofi dell’Antica Roma, ci ha lasciato un grande insegnamento, affermando che: “Di tutte le arti dalle quali si ricava qualche profitto nessuna è migliore dell’agricoltura, nessuna più redditizia, nessuna più dolce, nessuna più degna di un uomo, e di un uomo libero”».
Venerdì, 28 luglio 2023