Gandolfini: “Famiglie dell’Umbria dicono NO alla legge regionale sull’omofobia che limita libertà e promuove il gender”
“Le famiglie umbre dicono NO ad una legge regionale che dietro la foglia di fico della nobile lotta all’omofobia e alle discriminazioni, introduce l’ideologia gender nelle scuole, esautora il ruolo educativo delle famiglie, crea percorsi professionali preferenziali per le persone omosessuali e istituisce un osservatorio regionale, composto da associazioni lgbt, che fungerà da supremo tribunale e sanzionerà ogni voce fuori dal coro”, così il presidente del Comitato promotore del Family Day, Massimo Gandolfini, interviene a sostegno della fiaccolata di ieri sera per le vie di Perugia, animata da oltre 500 papà e mamme con i loro figli.
La manifestazione voleva ribadire il NO delle famiglie umbre alla legge regionale 15 bis che domani sarà discussa presso l’assemblea legislativa umbra. Hanno aderito all’iniziativa molte sigle dell’associazionismo cattolico e laico, dal Movimento per la Vita all’Associazione Famiglie Numerose; si sono unite all’iniziativa anche alcune realtà appartenenti ad altre confessioni religiose, tra cui vari esponenti del mondo islamico e la comunità evangelica rumena, il cui portavoce ha anche letto un comunicato di appoggio alle motivazioni dell’evento.
Sono stati duramente criticati dai manifestanti anche altri passaggi del testo normativo in corso di approvazione. “In particolare l’art.1 della legge in cui si afferma che l’identità di genere non corrisponde al sesso biologico”, ha spiegato l’avv. Simone Pillon, responsabile nazionale del comitato organizzatore dei due Family Day e tra i promotori della fiaccolata; “non si può accettare questo indottrinamento privo di basi scientifiche e contrario alla realtà e alla naturalità delle relazioni umane”.
“Martedì 4 alle ore 11,30 le rappresentanze delle famiglie saranno presenti ai lavori del consiglio regionale e prenderanno buona nota degli interventi e dei voti. Al momento delle elezioni state pur certi che le famiglie si ricorderanno dei consiglieri regionali e dei partiti che avranno appoggiato questa pericolosa ideologia genderista e di quelli che, viceversa, avranno lavorato direttamente o indirettamente per fermarla. La partecipazione popolare è il sale della democrazia”, conclude Pillon.
Roma, 3 aprile 2017
Comitato Difendiamo i Nostri Figli
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